Un rubinetto aperto, il livello che sale, il vapore che riempie la stanza, il corpo, la mente. Acqua pura, acqua che muta. Calda e avvolgente è l’acqua che protegge. Una donna s’immerge, dal dito del piede fino alla punta dei capelli, piano piano sparisce. Irrequieta essenza di olii e saponi impregna l’ambiente circostanze, i pensieri si liquefanno sulle mattonelle bagnate. L’acqua è un posto sicuro dove stare, una donna si culla in essa e racconta, attraverso la mano dell’artista, la sua storia. “Io sono acqua”: questo è l’inizio.
Tatiana Defraine – artista francese nata nel 1986 – è la mano che trascrive in arte queste storie. La donna che rappresenta non ha tratti somatici ben riconoscibili, non è un suo alter ego né tantomeno uno specchio biografico: è la donna, punto, nella sua completa interezza, nella sua completa vulnerabilità e trasparenza. I AM WATER non è soltanto il titolo della mostra, è soprattutto un invito a scorrere liberamente nel flusso della vita. Libera dai pregiudizi, libera dalle considerazioni esacerbanti delle società patriarcali, libera di essere ciò che si vuole essere. Tutte queste considerazioni, questi pensieri, confluiscono nelle opere dell’artista francese. Ogni singola donna, ogni singola vasca che la “contiene”, ogni singola stanza che racchiude il tutto, sono proiezioni di situazioni reali e utopiche, a tratti voyeuristiche, un “vedo non vedo” che mostra soltanto ciò che si vuole. Tatiana dipinge su tela mentre guarda dal buco della serratura di questo bagno, forse ispirata da un celeberrimo artista, suo conterraneo.
L’artista francese torna per la sua seconda personale da Galleria Acappella, a Napoli, con una sequenza di piccoli olii su tela in cui il soggetto “donna-acqua-vasca-bagno” si ripete costante, sebbene muti la cromia descrittiva. Colori accesi come accesi sono i sentimenti espressi. Linee tracciate sulla superficie come metafora dei segni che la vita lascia durante il suo scorrere. Simbolo di metamorfosi e cambiamento, l’acqua offre alla donna l’ozio tanto desiderato nel più intimo dei luoghi, per sfuggire a chi osserva. Per l’appunto, l’opera che meglio descrive questa situazione è Alone, I cannot be, dove una donna, forse una ninfea oppure la raffigurazione di Ofelia, occhi chiusi, labbra incurvate a simulare un sorriso beffardo, una nudità delicata, la fusione con l’acqua. I pensieri si proiettano sullo sfondo pastello in ghigni e malefici sguardi, condannati all’oblio della dimenticanza e senza alcun peso. Anche nel dipinto Bodies of Water si può leggere un egual racconto: l’acqua tocca la pelle, il corpo, ripulisce l’anima e i pensieri, piano piano defluisce e trascina con sé l’eccesso. La forza motrice di ogni racconto femmineo sta anche in ciò che la pittrice non mostra: sul retro di ogni tela vi è la conclusione di ogni racconto, la chiusura del cerchio, la morale.
Tatiana Defraine vuole portare lo sguardo verso un concetto di femminilità basilare, non mediatico o culturale, ma di pura essenza. L’acqua è lo specchio che ne definisce i contorni. Ogni singola donna può esser letta – se non meglio “guardata” – con distaccato giudizio: la sua semplicità e unicità è assolutamente esterna a quel processo di evoluzione mentale e sociale che costringe e sopprime.
Info:
Tatiana Defraine, I AM WATER
24/11/2022 – 15/01/2023
Galleria Acappella
Vicolo Santa Maria Cappella Vecchia 8/A, 80121 Napoli
museoapparente.eu
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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