Dopo i successi di Roma, Modena e Parigi l’artista modenese è a Bassano del Grappa con una mostra visitabile fino al 25 marzo 2025. La visita alla mostra “Sergio Padovani. Opere dal 2018 al 2024” è un’esperienza complessa, da vivere con i propri tempi e, se necessario, da lasciare in sospeso e riprendere dopo una pausa di riflessione, poiché induce ad aprire un dialogo diretto con la coscienza problematica del nostro tempo e di noi stessi. Come un moderno Tiresia, Sergio Padovani con le sue tele a olio, resina e bitume ci pone di fronte senza filtri quelle contraddizioni della realtà che con un meccanismo automatico, quasi per inerzia, ormai nascondiamo quotidianamente dietro gli obblighi sociali e i muri scintillanti che sono fondali perfetti per i nostri selfie: le sue opere celebrano l’insulsità e la meschinità dell’uomo unendo la sconfinata rassegnazione di questa consapevolezza al sentimento di pietà che inevitabilmente ne scaturisce.
Per Padovani, «l’arte è salvifica». Per l’artista è l’unico modo per dare un senso e comunicare pienamente il proprio sentire; per lo spettatore la fruizione dell’arte è un’esperienza di catarsi che induce a riconsiderare tutti i propri automatismi di azione e pensiero. Nelle tele di Padovani questa idea viene tradotta in un procedimento di autocensura per il quale egli, durante la pittura, cancella in un processo progressivo quelle scritte che in fase preliminare aveva appuntato sulla tela nel tentativo di dare un ordine compositivo ai propri pensieri. Questo espediente offre a chi guarda la libertà di interpretare e sentire in modo personale l’opera, negando l’univocità della realtà espressa dai concetti e lasciando al contempo una traccia visiva del suo procedimento creativo assolutamente spontaneo e personale. Allo stesso tempo Padovani riempie le sue composizioni pittoriche di iconografie e simboli sedimentati nella nostra cultura visuale, puntando tutto su quello che Baxandall definì il “Period Eye”, ossia un modo di vedere e comprendere l’arte che cambia a seconda delle esperienze culturali, delle tecnologie disponibili e dei valori estetici del tempo. Così facendo interpella direttamente ogni spettatore, scuotendone le sovrastrutture di sicurezza e facendogli sentire tutto «il peso che il contemporaneo ha su di noi». In questo modo mette sotto inchiesta la realtà in cui viviamo e il nostro ruolo in essa.
L’allestimento curato da Cesare Biasini Selvaggi sposa alla perfezione la filosofia dell’artista. Il percorso espositivo è, infatti, strutturato in modo da favorire il raccoglimento e la riflessione personale dello spettatore, chiamato a confrontarsi con il proprio bagaglio di esperienze, traumi e speranze. L’atmosfera sospesa, la luce soffusa e i suoni ovattati dello spazio accolgono il visitatore guidandolo in un viaggio introspettivo. All’ingresso un grande dittico su fondo dorato, di memoria boschiana, Scene misteriose per palazzi tenebrosi (2020), ha per soggetto «la santità della sofferenza, che è ciò che ci rende umani, stupendi nel nostro dolore» e si configura nell’allestimento come opera-catalizzatore, che presenta da subito in modo limpido la filosofia di Padovani. Da questa tela il percorso espositivo si snoda sui due piani dell’ex-banca di Via Orazio Marinali in un’alternanza di tele molto grandi e dominate da intricate costruzioni di corpi sofferenti, talvolta deformi e quasi putrescenti – come in Nuovi Martiri (2024) – ad altre opere minute, dipinte su lastre di rame e impreziosite da antiche cornici, che emanano un’aura sacrale e di intima devozione – come La bellezza (2024).
Il «coraggio di non chiudere gli occhi» di Sergio Padovani è ciò che, nel 2019, ha motivato Antonio Menon a intraprendere da completo neofita la strada del collezionismo e della promozione dell’arte contemporanea fondando The Bank Contemporary Art Collection, oggi Fondazione THE BANK ETS – Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea. L’imprenditore vicentino ha reagito alla grave crisi economica e sociale che ha interessato il Veneto successivamente al tracollo e alla liquidazione di Veneto Banca e della Banca Popolare di Vicenza, scegliendo provocatoriamente di trasformare l’ex filiale nel cuore di Bassano del Grappa, chiusa dal 2017, in un centro per lo studio e la promozione dell’arte contemporanea. Dal 2019 THE BANK ETS si è affermata come esempio di mecenatismo artistico illuminato che vanta un respiro internazionale pur rimanendo saldamente legato al territorio veneto. Il successo «genuinamente inatteso» della tournée italiana ed europea dedicata a Sergio Padovani ne è una prova tangibile.
Miriam Schirato
Info:
Sergio Padovani. Opere dal 2018 al 2024
9/11/2024 – 25/03/2025
Fondazione THE BANK ETS – Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea
via Orazio Marinali, 52 – Bassano del Grappa (VI)
www.fondazionethebank.org
is a contemporary art magazine since 1980
NO COMMENT