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A Verona torna Grenze – Arsenali fotografici

A Verona torna Grenze – Arsenali fotografici

Ritorna a Verona a partire dal 9 settembre il Festival Grenze – Arsenali fotografici, rassegna dedicata alla fotografia internazionale contemporanea, giunta quest’anno alla terza edizione, realizzata dall’Istituto Design Palladio in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona – Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri con il patrocinio di Università IUSVE. Dieci location della città scaligera (con appendici a Trento e Bologna) accoglieranno i lavori di 25 fotografi e due archivi, quello di Luigi di Sarro e quello degli Scavi Scaligeri. Gli artisti sono stati selezionati tra i grandi nomi della scena internazionale, ma anche tra gli emergenti, dal trio curatoriale che si occupa della direzione artistica, composto da Simone Azzoni, docente e critico d’arte, Francesca Marra, fotografa, e Arianna Novaga, docente e studiosa di fotografia.

Per avere qualche anticipazione e per approfondire il progetto abbiamo rivolto loro alcune domande.

Come è nata l’idea del festival Grenze – Arsenali fotografici e come si è evoluto il format in questi tre anni?
L’idea era quella di riportare la fotografia internazionale a Verona. All’origine l’Arsenale ha accolto opere che riflettevano sul tema del confine. Da qui il titolo del Festival che poi è diventato anche il logo. Confine inteso come possibilità di attraversamento tra generi, linguaggi e paesaggi artistici. Fin da subito l’identità di Grenze si è affermata come marchio di un Festival gratuito, no profit, con uno sguardo a territori lontani, a voci emergenti nel panorama internazionale, cercando sempre una rete tra i soggetti culturali del territorio e fuori da esso. La nostra provenienza professionale ci ha portati con naturalezza a privilegiare la formazione, l’educazione e le possibilità di condividere le prassi e le teorie della fotografia. Abbiamo sentito anche il bisogno di rilasciare alla città semi che durante l’anno potessero diventare presenze significative. Queste caratteristiche nel triennio sono diventate strutturali con un fitto calendario di convegni, workshop ed eventi diffusi non solo nello spazio ma anche nel tempo.

Come vi siete ripartiti i compiti in questa direzione artistica a “sei mani”?
In noi tre si sommano l’ufficio stampa, marketing, comunicazione oltre alla direzione artistica, organizzativa e curatoriale. Francesca è una fotografa, Arianna una studiosa di fotografia, io un critico e docente di arte contemporanea. Tre visioni che garantiscono un equilibrio fluido caratterizzato da una sintomatica e salutare revisione, ridefinizione di ciò che sta sul confine e al confine delle nostre esperienze e deve essere riportato al centro di una proposta artistica unitaria. In concreto ogni anno c’è un concept che diventa un prisma che riflette visioni divergenti offerte al pubblico per generare aperture e non sistemi sovra determinati.

Il tema di questa edizione del festival è Als ob, “come se”, espressione tedesca dubitativa con cui si indica un’ipotesi che si proietta nella realtà e che si vive come se fosse vera. Su quali aspetti del rapporto tra immagine e realtà si vuole riflettere con questa chiave di lettura?
L’anno scorso era Feuer e quest’anno, ancora nel mood di una lingua che genera precisione di intenzioni, c’è Als ob. Quanto mai profetico aver previsto che la realtà può piegarsi a ciò che vorremmo che fosse. Ciò che ci immaginiamo che sia, diventa, per ripetizione, per assuefazione, per sovrapposizione tra proiezione e mondo. L’immagine ha preso campo e ha sostituito il reale.

Come sono stati selezionati i fotografi invitati a partecipare?
Alcuni artisti sono stati suggeriti da chi li ha preceduti secondo una pratica che introduce il fotografo come curatore di un “collega” di cui sente di valorizzare la qualità vista. Alcuni li seguiamo da anni e anche questa è una modalità che vorremmo ci caratterizzasse: accompagnare gli artisti mostrando al pubblico le tappe di un percorso che continua. Così è successo ad esempio per Enrico Fedrigoli. Altri ancora li abbiamo valutati tra le decine di proposte che ci sono arrivate. Altri infine sono nella nostra storia professionale.

Quali iniziative collaterali affiancheranno le mostre?
Un convegno l’8 ottobre sul ritratto di animale con Michele Smargiassi, la casa editrice 5Continets e Giulia Mirandola promosso da ISUVE; un workshop con Valeria Pierini su immaginario, memoria e paesaggio, un workshop con Eolo Perfido sulla Street Photography, le letture portfolio con Yvonne De Rosa e Stefano Mirabella. Una conferenza con Samuele Mancini sul flusso di stampa Fine Art; l’incontro a Trento con Claudio Giunta preso la libreria due punti il 23 settembre intitolata Gli Italiani.

Che tipo di collaborazione si è instaurata con le varie sedi espositive – private e pubbliche – e quale riscontro state ottenendo dalla città di Verona, dove lentamente sembra che si stia consolidando un certo interesse per l’arte contemporanea, grazie alla crescita della fiera dedicata e ad altre iniziative soprattutto private?
È nel nostro DNA cercare gemmazioni, produrre inneschi. Abbiamo bussato a tante porte, la costellazione creata è autenticamente connessa all’anima di Grenze. Crediamo che il Festival possa aver la forza di generare alternative a sistemi ingessati. Il Palazzo ci guarda con interesse, ArtVerona ci sostiene, le poche gallerie dedicate alla fotografia ci ospitano durante il festival. La fatica è tanta, speriamo che il pubblico possa condividere questo dono che facciamo alla città.

Cosa consigliereste a un giovane fotografo emergente per far circolare il suo lavoro?
Di cercare dei Festival che credano nel progetto senza quote di iscrizione o di partecipazione. Noi copriamo tutte le spese dei fotografi, sia le stampe e sia la logistica. Ci sembra giusto così.

Info:

Grenze – Arsenali fotografici 3a Edizione
a cura di Simone Azzoni, Francesca Marra e Arianna Novaga
9 settembre – 2 novembre 2020
www.grenzearsenalifotografici.com

Jacob Balzani Lîîv Grenze FestivalJacob Balzani Lööv, Armenia and Azerbaijan Sports behind enemy lines, 2015

Brian McCarty, War Toys Survivor Alone, 2018

Eolo Perfido, Interpose Tokyo-Japan-Street-Photography, 2015

Stefano Mirabella, DOM, 2019

Hassan Rowshanbakht, The Wall Collection, 2019


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