Di ogni cosa esiste l’esatto contrario. L’opposto che sancisce il convergente. Polarità ed estremismo. Campi di forza che collimano e limano, fondono e infondono. Oroboro di quell’esistenza che persiste ed esiste. Tempo che scorre e rincorre cambiamenti statici. Storia e propaganda, arte e ambiguità, dissidenza e diffidenza nei confronti della realtà.
C’è una tendenza a plasmare dibattiti e dialoghi nell’intermezzo di opposizioni contestuali, fino al punto di non riuscire a schierarsi perché influenzati da opinioni, cultura, appartenenze e convinzioni. Nello stato dell’arte di Ai Weiwei – uno dei più influenti artisti contemporanei, classe 1957 – questa dicotomia di pensiero è spesso frutto di un processo che, se esclude e al contempo rende esclusivo non dando alternative alla riflessione, permette all’estetica creativa di posizionarsi stabilmente al centro. Idealizzazione, storicizzazione, politicizzazione, semantiche di ricerca che l’artista guarda dal presente andando a ritroso o in avanti, analizzandone motivi, scopi e conseguenze. Con una profonda conoscenza della tradizione del suo paese natale, Ai Weiwei reinterpreta i processi cognitivi e artistici in modo giocoso e iconoclasta, mettendo in luce le contraddizioni tra individuo e collettività nel mondo contemporaneo.
La sua riflessione, sempre acuta e priva di retorica, è visionaria e capace di disorientare continuamente. Certezze nelle incertezze. Questa caratteristica distintiva definisce la sua traiettoria come uomo e artista, rendendolo una figura critica e provocatoria nel panorama artistico globale. La sua prolifica attività e apertura all’innovazione fondono sapientemente arte, vita privata e impegno politico. Le sue opere spaziano dall’uso di mattoncini giocattolo a materiali storici come porcellana, legno, marmo e bambù, fino ad assemblaggi di materiali diversi. Questo approccio multidisciplinare non solo riflette la sua abilità tecnica, ma anche una profonda comprensione e lampante provocazione. Nell’ex cinema-teatro sede principale di Galleria Continua a San Gimignano, sotto il titolo Neither Nor la mostra di Ai Weiwei presenta una serie notevole di lavori recenti, tra cui molti inediti.
A proposito del titolo l’artista dichiara: «Intendo trasmettere che, nella maggior parte dei casi, il nostro pensiero non è limitato a verità assolute o singole interpretazioni, ma piuttosto esiste in uno stato di ambiguità che consente maggiori possibilità e dibattiti. È all’interno di questo stato di ambiguità che il pensiero e la cultura umana, compresa l’arte, trovano l’ambiente e lo spazio per prosperare». Fatta eccezione per alcune opere come Porcelain cube (2014) e Pillar (2006) in porcellana decorata e colorata, oppure l’installazione Stools di circa tremila sgabelli risalenti alle dinastie Ming e Qing, gli altri lavori esposti sono realizzati con i mattoncini LEGO. Nella visione di Weiwei, l’uso dei LEGO è sorprendentemente coerente con la sua espressione delle immagini sui social media.
Entrambi i mezzi riflettono la dimensione temporale e spaziale, nonché l’appiattimento e la frammentazione della realtà. Questo parallelismo evidenzia una continuità espropriata, che rispecchia l’esistenza, le ideologie, la politica, gli eventi e i linguaggi culturali. Lo scopo è svelare la disconnessione e l’atomizzazione della società contemporanea, offrendo una critica incisiva e multilivello alle dinamiche digitali e culturali attuali. Ed ecco che tale messaggio si riverbera e si riflette rielaborando in chiave contemporanea celeberrime opere del passato con dettagli e modifiche. A fianco della Venere di Giorgione, simbolo della fertilità, si osserva una gruccia in metallo utilizzata per l’aborto indotto prima che questa pratica fosse legalizzata. La Gioconda di Leonardo, dalla colorazione warholiana e imbrattata dagli attivisti per il cambiamento climatico. Sempre di Leonardo da Vinci, ne Il Cenacolo, l’artista si sostituisce a Giuda come contrappasso alla sua reale condotta vista da una società disapprovante. Questi esempi, come altri in mostra, danno voce a questioni urgenti e di drammatica attualità.
Tra ribellione e afferenza, tra occidente e oriente, tra storia e cultura, Ai Weiwei continua a sperimentare una metodica artistica che contorce e sconfina riflessioni opponenti, si riferisce al passato con uno sguardo al futuro che è già presente. Il suo linguaggio determina uno spartiacque che, invero, non può esser tale se non vivo nella polarità. Arte del tutto e contrario di tutto.
Info:
Ai Weiwei. Neither Nor
13/04 – 15/09 2024
Galleria Continua
Via del Castello 11, San Gimignano (SI)
www.galleriacontinua.com
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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