“Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?” Questo fu il titolo di una conferenza tenuta da Edward Lorenz nel 1972. Basandosi sulle teorie di un meteorologo, Lorenz pubblicò uno scritto per la New York Academy of Sciences in cui sostenne che un battito d’ali sarebbe bastato ad alterare le condizioni climatiche presenti. Un movimento apparentemente insignificante, come il batter d’ali di un insetto, può pertanto innestare una catena di movimenti di altre molecole fino a causare qualcosa di imprevedibile, come un uragano, a migliaia di chilometri di distanza.
Metaforicamente anche tutto ciò che raccontiamo e diciamo oggi inciderà sul domani. Nella mostra “Butterfly Effect”, gli artisti Alessandro Assirelli e Andrea Mario Bert raccontano come tutte le cose siano intrinsecamente connesse tra loro, e lo fanno accompagnando il visitatore in un percorso in cui le opere si sviluppano in una serie di eventi consequenziali. Ogni lavoro è un pezzo di un racconto, e il cuore di ogni racconto è il suo movimento verso l’opera successiva. Un movimento che ci sposta, ci cambia e ci conduce verso un luogo in cui non eravamo prima. Ogni storia mira quindi ad avere un effetto sull’osservatore, a innescare una riflessione, un cambiamento. Quotidianamente qualcosa nelle nostre vite cambia ma quel mutamento non si mostra ai nostri occhi fino a che non lo raccontiamo o ci viene raccontato. Le opere di Assirelli e Bert danno corpo a tutto ciò narrandoci un viaggio che oscilla tra colore e forma.
L’effetto farfalla è tuttavia presente anche nelle singole opere: “Inafferrabili idee si esteriorizzano in afferrabili forme”[1], questo il principio che regola il dialogo tra i due artisti. Un’inevitabile relazione tra forma e colore come se fossero due tensioni uguali e contrarie che si influenzano a vicenda. Le opere di Bert possiedono un’espressione cromatica intensa, una dimensione intimamente pittorica che si traduce nella materia dei minuziosi lavori di Assirelli. Le sculture svelano la ciclicità degli eventi, il rapporto segreto che si crea tra umano, animale e natura. I corpi rappresentati sono metamorfosi, dettano una nuova definizione dell’umano, in completa armonia con il cosmo. Le sculture di Assirelli, infatti, si collocano in posti e forme imprevedibili, portano a passeggio farfalle, riempiono, scalano superfici e diventano le protagoniste assolute delle azioni e delle loro ripercussioni.
Le opere dialogano costantemente tra di loro e con l’osservatore proponendo spunti di riflessione continui. Il blu del cielo di Bert ci riempie lo sguardo nel momento in cui ci avviciniamo per osservare le sculture di Assirelli. La mostra ci conduce in un mondo altro, quasi onirico, in cui il tempo appare dilatato e qui ci viene svelata la connessione segreta tra gli eventi passati, presenti e futuri. All’uscita, la mostra ti lascia alcune domande in gola: anche noi siamo gli artefici dei nostri mutamenti? E in che modo influiamo su quelli degli altri e della società?
Ylenia Modolo
[1] August Macke, “Le Maschere”, in “Il Cavaliere Azzurro” di W. Kandinsky, Franz Marc, pag.59, SE, 1988, Milano.
Info:
Alessandro Assirelli, Andrea Mario Bert, Butterfly Effect
a cura di Francesco Liggieri e Christian Palazzo
un progetto di No Title Gallery e Spazio SV – centro espositivo San Vidal
con il supporto di: Venice Underground Artist e 1000 coffee & bakery
9/03/2012 – 14/03/2023
Spazio SV – centro espositivo San Vidal
Campo S. Zaccaria 4693, Venezia
spaziosv.com
notitegallery.org
Laureata all’accademia di Belle Arti di Venezia, ha frequentato successivamente la School for Curatorial Studies di Venezia. Collabora scrivendo di arte contemporanea con uno sguardo particolare verso artisti emergenti e progetti di ricerca sperimentali.
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