Gli antichi Greci nelle loro favole mitologiche magnificarono vizi e virtù dell’essere umano rappresentandoli come divinità immortali, i cui capricciosi desideri scatenavano le peripezie degli uomini sulla terra. Con straordinaria sensibilità i poeti classici furono in grado di cogliere e differenziare le sottili intersezioni tra istinto e ragione su cui si fonda la cultura occidentale, ancora prima che il pensiero filosofico cominciasse a teorizzare sistematicamente l’esistenza umana irreggimentando in concetti l’impetuoso flusso dell’essere. Con il complicarsi del pensiero e della storia, le divinità mitologiche hanno progressivamente perso la loro immanenza e la loro ingerenza nelle vicende umane e si sono sempre più ritirate nel limbo astratto e razionale degli archetipi. Questo passaggio, se da un lato ha permesso la sopravvivenza nei secoli della loro memoria, dall’altro ne ha profondamente stravolto l’essenza, trasformando la loro incontrollabile vitalità in una proiezione mentale algida e inarrivabile. Fra tutte le personificazioni mitologiche, una delle più feconde per lo sviluppo del pensiero filosofico e psicoanalitico è la coppia oppositiva Apollo–Dioniso, comunemente utilizzata ancora oggi per indicare la contrapposizione e la complementarietà tra ragione e istinto, virtù e vizio. Ma cosa rimane ai nostri giorni della sbrigliata fantasia degli antichi e della loro raffinatissima predisposizione a pensare attraverso immagini e storie capaci di condensare il mistero della vita terrena dell’uomo senza impoverirlo con artificiose teorizzazioni?
Sembra porsi questo interrogativo anche Alias Trate, artista autodidatta canadese residente a Londra, che dopo aver dipinto segretamente per vent’anni, ha debuttato in pubblico nel 2019 con la serie Emotive Brutes, in cui metteva in atto una lucida indagine sugli stati travagliati dell’essere attraverso pennellate violente, cariche d’olio ed emozione cruda. In questo catalogo di viscerali personificazioni l’artista scarnificava il dato figurativo per arrivare a un’essenza nuda e disturbante, naturalmente connessa con le forze telluriche che un tempo plasmarono la creazione e che ancora lottano nelle profondità del nostro inconscio per emergere oltre la superficie delle cose. Nella nuova serie intitolata Zeus’ Bastards, che verrà presentata in anteprima a Londra dal 1 al 3 ottobre negli spazi di 15 Bateman St., l’artista prosegue questa ricerca con un linguaggio pittorico più complesso e meditato. Sull’immediatezza espressiva dei precedenti dipinti si innesta infatti una maggiore indeterminatezza, come se i suoi personaggi fossero evanescenti creature metamorfiche che attendono i sotterranei sussurri dell’essere per assumere forma e colore. I forti contorni che racchiudevano i personaggi di Emotive Brutes sembrano qui dissolversi in sottili intercapedini di colore che separano le figure dallo sfondo, come se i loro corpi visibili fossero la pura emanazione cromatica di una condizione esistenziale. Non si tratta più quindi di “scolpire” nel colore la violenza di uno stato d’animo per renderlo universale, ma di esplorare con sottili venature variopinte la possibilità di ri-costruire una nuova teogonia dello sguardo che affonda le sue radici direttamente alla sorgente del pensiero mitologico.
Le figure, che l’assenza di tridimensionalità colloca in una dimensione incorporea e atemporale, compongono una galleria di personaggi enigmatici e inquietanti che fissano i loro sguardi allucinati in quelli dell’osservatore fino ad ipnotizzarlo in modo irreversibile. Un’atmosfera sottilmente minacciosa, emanata da questo cortocircuito di sguardi, sembra galvanizzare lo spazio circostante con una silenziosa e celata tensione, in cui si manifesta tutta la forza espressiva che contraddistingue l’artista. È come se Alias Trate portasse nel suo lavoro un’intima connessione con le misteriose sorgenti delle emozioni umane, che da una parte tenta di affrontare suggerendo, come facevano gli antichi, un abbozzo di narrazione condensata in un’immagine, dall’altra abbandonandosi al bisogno di penetrare nel cuore dell’invisibile impregnando la materia di suggestioni indicibili e impalpabili. La sua è una genealogia imperfetta di divinità superstiti al naufragio della vita, di idoli spodestati dell’originaria aura di intoccabilità che si acquattano negli angoli bui della nostra coscienza, pronti a vendicare la lesa maestà e a riprendere il controllo dei nostri impulsi.
Zeus’ Bastards (I figli bastardi di Zeus), cioè Apollo, il dio del sole e Dioniso, il dio del vino e della danza, impersonano senza alcun filtro etico ed estetico un archivio di ossessioni primitive, in cui il principio apollineo della ragione sconfina in quello dionisiaco della dissoluzione orgiastica. La gamma cromatica utilizzata dall’artista, raffinatamente sfumata in venature di colori puri e preziosi, conferma il fatto che ci troviamo di fronte a una pittura potente, sensuale, seducente, frutto di una personalità capace di raccontare lo spirito del nostro tempo senza dimenticare i secoli di storia che si stratificano nel nostro DNA visivo e che le sue pennellate riescono a far percepire come palpitanti e vivi. E forse è proprio questo il dono più peculiare di Alias Trate, la sua capacità di attingere alle radici più profonde del mito, riportando a galla la sua origine animale e istintiva con un linguaggio personale in cui la spontaneità dell’ispirazione non inficia la precisione del gesto e l’assoluto controllo della materia pittorica. Non a caso il logo con cui firma le sue opere deriva dalla reinterpretazione di una moneta coniata dall’Imperatore Romano Antonius Pius, il padre adottivo di Marco Aurelio, l’imperatore filosofo romano. La moneta mostra un busto senza volto circondato dall’iscrizione latina Fortem, Immortalem e dal numero romano MCMLXXIV, l’anno di nascita di Alias Trate. Lavorando sotto uno pseudonimo che allude ai tratti umani che dipinge, l’artista in questa serie di dipinti rimarca l’interconnessione tra ragione ed emozione in quell’inestricabile crogiolo di sollecitazioni e impulsi che fin dalla notte dei tempi forgia il destino individuale e collettivo.
Info:
Alias Trate. Zeus’ Bastards
1 – 3 ottobre 2020
15 Bateman St, Soho, Londra, W1D
Portrait of Alias Trate – 19.04.20
Alias Trate. Zeus’ Bastards. Installation view in the artist’s studio
Alias Trate, Dionysian Cleric, oil on Canvas, 150 cm x 90 cm, 2020
Attore e performer, ama le arti visive in tutte le loro manifestazioni.
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