READING

Alla de’ Foscherari, la scultura di Enkhtur, Franc...

Alla de’ Foscherari, la scultura di Enkhtur, Francesconi e Siedlecki

Tre giovani artisti internazionali sono presenti alla Galleria de’ Foscherari di Bologna con un’interessante mostra a cura di Enrico Camprini. La mostra “Enkhtur – Francesconi – Siedlecki” è stata immaginata dal curatore come una conversazione a tre voci sulla scultura, un medium che li caratterizza e accomuna, tuttavia con esiti differenti. Le opere si relazionano tra loro nella tendenza a concepire la scultura in termini di idea di temporalità, secondo un senso estetico, concettuale e simbolico. Tale pensiero temporale è manifestato dalle opere attraverso l’uso dei materiali e nei processi attivati dai materiali stessi, codificandosi come una temporalità insita nella scultura stessa. Contemporaneamente, lo spazio della Galleria appare dinamico e in movimento grazie alla presenza di questi lavori molto particolari e alla loro dislocazione non omogenea.

Enkhtur – Francesconi – Siedlecki, veduta della mostra, Galleria de’ Foscherari, Bologna, 2023. Courtesy gli artisti e Galleria de’ Foscherari

Bekhbaatar Enkthur (Ulaanbaatar, Mongolia, 1994) ha lavorato con materiali organici, facenti parte della tradizione della sua terra di origine, affrontando il tema dell’impermanenza e del cambiamento di stato dei materiali. La sua scultura “Lupo” (2023), in cera d’api e plastica, anima dinamicamente lo spazio già sulla soglia esterna della Galleria: un simpatico lupo a grandezza naturale con le zampe che si stiracchiano. Lo stesso animale, legato all’iconografia dell’Estremo Oriente, lo troviamo all’interno con un’altra scultura in cera d’api che fa capolino dall’alto, sdraiato sull’intercapedine di due muri in un atteggiamento giocoso, con una stella tra i denti. Il materiale di queste sculture subisce un cambiamento morfologico nel corso del tempo, risente naturalmente della temperatura esterna, pertanto deperisce.

Bekhbaatar Enhtur, Lupo, 2023. Cera d’api. Courtesy l’artista e Galleria de’ Foscherari

Luca Francesconi (Mantova, 1979) invece si approccia alla scultura in modo narrativo e formale: il tempo rappresentato è quello dei cicli della natura e del ritmo della nostra interazione con essa.  “Horse, Agricultural Apocalypse” (2016), uno scheletrico mammifero vegetale, ha la fisionomia di un cranio di rettile che, come il biblico serpente, allude agli inganni della società dei consumi. La scultura filiforme, che è stata esposta per la prima volta a Londra, nel 2016, a Jupiter Woods, occupa lo spazio centrale della seconda sala con la sua immateriale fragilità. Lo stesso tema di riflessione sui cicli che regolano la vita umana e non umana è presente anche nella coppia di piccole sculture in bronzo: “Vomiting Man” (2018) e “Putrified Fish” (2018). Il tempo concepito nei lavori di Francesconi, come spiega il curatore, «si dà nei termini di un’ecologia narrativa della pratica scultorea, laddove la parola ecologia va intesa nella sua accezione più pertinente e profonda, cioè in termini filosofici…»

Luca Francesconi, Vomiting Man, 2018. Bronzo. + Putrified Fish, 2018. Bronzo. Courtesy l’artista e Galleria de’ Foscherari

Namsal Siedlecki (Greenfield, USA, 1986) si discosta dai precedenti artisti per la grande maestria e originalità, indagando con i suoi lavori la mutevole natura della materia, osservandola da una prospettiva alchemica, anche con riferimenti storico-culturali, e mettendo in atto processi che si materializzano in sculture in bilico tra inerzia e vita. Nella prima sala troviamo “Viandanti” (2023), un’opera di concezione cerebrale in cui le sculture si auto-producono in un orizzonte temporale indefinito. Tale operazione avviene grazie a una vasca galvanica posta all’ingresso, dove sono state collocate due piccole sculture in rame, riproduzioni di un ex voto francese risalente al 50 a.C. di cui una assume il ruolo di anodo sacrificale, che progressivamente cede il proprio corpo all’altra, di polo opposto. Il processo di galvanizzazione che si viene a creare durante lo svolgimento della mostra porterà alla formazione di dieci sculture, cioè nove Viandanti scarnificati la cui massa viene lentamente assorbita dal decimo, immerso nella vasca. Una serie in progress in cui si può notare come la materia ceduta nel tempo conferisca alle figure una sorta di porosità, assottigliandone le forme e modificandone i colori. Un processo di mutamento delle sculture stesse controllabile solo in via parziale e pertanto imprevedibile.

Enkhtur – Francesconi – Siedlecki, veduta della mostra, Galleria de’ Foscherari, Bologna, 2023. Courtesy gli artisti e Galleria de’ Foscherari

L’opera “Deposizione” (2022), invece, deriva da un’azione passata dell’artista americano, che ha collocato una tela grezza sotto a una sorgente d’acqua a Saint-Nectaire, Francia, la quale ha una percentuale molto elevata di cristalli di calcite, che hanno trasformato la superficie della tela, cristallizzandosi su di essa nel corso di sei mesi, culminando nella costituzione di un’opera scultorea, possiamo dire, minimalista. L’idea dell’artista è di concepire un lavoro che si è pietrificato nel bel mezzo di un processo vitale, come fosse una macchina del tempo. Altrettanto affascinante è la scultura di reminiscenze classiche in cristallo “Soffio” (2023), che poggia su una base sottile di metallo pesante. Quest’opera di Siedlecki, secondo Enrico Camprini, è una scultura che parla della pratica artistica e di chi ne è coinvolto, realizzata soffiando il materiale all’interno di una testa di bronzo comprata dall’artista e trasformata in strumento per generare un positivo dal vuoto del suo interno: il “soffio” all’interno della scultura scandisce un tempo indefinito. Si può quindi dire che il modo di lavorare di Siedlecki indaga e cristallizza un tratto di tempo.

Enkhtur – Francesconi – Siedlecki, veduta della mostra, Galleria de’ Foscherari, Bologna, 2023. Courtesy gli artisti e Galleria de’ Foscherari

Tale rassegna artistica sulla temporalità e la scultura presso la de’ Foscherari nasce per il curatore anche dalla lettura dell’ultimo libro di Carlo Rovelli (“Buchi bianchi. Dentro l’orizzonte”, Adelphi, Milano, 2023), un intrigante approfondimento sulla trama di tempi in relazione o, meglio, sulla tessitura del mondo.

Manuela Teatini

Info:

AA.VV., Enkhtur – Francesconi – Siedlecki
a cura di Enrico Camprini
05/05/2023 – 15/09/2023
Galleria de’ Foscherari
via Castiglione 2/B, 40124 Bologna
defoscherari.com


RELATED POST

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.