Al Museo Orto botanico di Roma il 16 ottobre 2021 è stata inaugurata And the flowers too, una mostra che innesta un nuovo significato su un classico filone figurativo. Presentata dalla Fondazione VOLUME! e pensata da Adelaide Cioni si disloca nell’affascinante Serra Francese, luogo aperto al pubblico eccezionalmente per questa occasione, e nella Serra Corsini. Il titolo della mostra anticipa già il tema dei lavori: i fiori. Tema declinato attraverso opere video, disegni, dipinti e istallazioni di Chiara Camoni, Adelaide Cioni, Isabella Ducrot, Jeff Gibbons, Jonas Mekas, Kayako Oki, Shimabuku e Vincenzo Simone.
La mostra, che indaga il rapporto con i fiori e il mondo, va osservata nel significato che apparentemente cela: un messaggio, anche politico, che racconta visioni artistiche e personali, alcune delle quali nate in seno al lockdown. Il progetto espositivo, essenziale ma non convenzionale, è stato pensato in un luogo che immerge il visitatore in uno spazio avulso dalla città e lo costringe a essere fruitore attivo: varcando la porta della Serra Francese si deve attraversare Barricata di Chiara Camoni, installazione che tramite la fragilità della terracotta e la delicatezza dei fiori si fa metafora dei modi con cui possiamo rapportarci al mondo. Poi ci si trova faccia a faccia con le opere video Still from Walden di Jonas Mekas e Sea and Flowers di Shimabuku e, affiancati da rarissime piante, si continua il percorso che consente di osservare l’esposizione delle opere su tela e carta di Jeff Gibbons, Isabella Ducrot e Vincenzo Simone che, tramite sensibilità differenti, hanno saputo trasportare sulle superfici la loro meditazione. Ripercorrendo lo stesso tragitto all’inverso, poiché non esiste una porta di uscita della serra e percorrendo un breve tratto di Orto, si arriva alla Serra Corsini dove all’ingresso sono proiettate le serigrafie di Adelaide Cioni e in fondo si può osservare l’opera video Shades of safflower dyed celluroid di Kayako Oki che racconta il processo di raccolta e di lavorazione dello zafferano. Chi guarda, affianca, ascolta e attraversa queste opere, che non hanno bisogno di elaborate spiegazioni ma vanno intimamente introiettate, e si ritrova immerso nei frammenti di vita degli artisti.
And the flowers too è aperta ogni fine settimana fino al 14 novembre su appuntamento ma nel frattempo, di seguito, alcune domande all’artista Adelaide Cioni.
Claudia Pansera: Perché l’idea di questa mostra sui fiori? Che cosa volevi raccontare?
Adelaide Cioni: Volevo raccontare i fiori. La mostra è nata da una conversazione informale con Vincenzo Simone e in realtà all’inizio doveva comprendere anche i limoni. Vincenzo dipingeva fiori e limoni, io pure, ci siamo messi a parlare. Poi nelle settimane i limoni si sono persi, e sono rimasti i fiori. Dipingere i fiori è una cosa che facciamo tutti, spesso di nascosto, come qualcosa di troppo naif per essere pubblicizzato, ma i fiori ci sono. Sono nel nostro sguardo, è un rapporto per lo più taciuto, anche pudico in un certo senso. Dire “dipingo fiori” è un po’ come dire “scrivo poesie”, una cosa di cui si teme la banalità, la sdolcinatezza, e che invece ha valenze forti. Innanzitutto perché il desiderio di dipingere fiori è l’attestazione del desiderio pittorico: prendersi uno spazio e un tempo per stare soli con un soggetto, la tela, i colori. È già un fermare il mondo. È tanto.
Perché hai scelto questi artisti per il tuo progetto?
Si scelgono degli artisti perché amiamo il loro lavoro, perché c’è una conversazione in corso, perché ci interessa il loro punto di vista, perché ci incuriosiscono, perché sono un punto di riferimento.
Ci vorresti parlare della tua opera?
Si tratta di disegni fatti incidendo con una punta metallica la pellicola fotografica sviluppata al bianco. Nascono come parte di un lavoro più ampio, composto da quattro Kodak Carousel, ovvero 320 incisioni, su una casa dove ho vissuto a lungo e che ho molto amato. La casa era situata nel bosco e il bosco era pieno di ciclamini. È un lavoro sulla memoria, dove si vedono immagini ma non le si può fermare, né toccare. Poi c’è l’aspetto tecnico: lavorare su una diapositiva significa lavorare su una superficie molto piccola e quindi avere pochissimo controllo su come si sviluppa l’immagine. Quando poi la si proietta e ingigantisce la cosa interessante è vedere cosa è accaduto dentro quello spazio minimo. È un esperimento sul disegno. Mi piace anche l’idea di mostrare questi fiori enormi, con un che di feroce, mostruoso.
Claudia Pansera
Info e prenotazioni:
And the Flowers too
Fondazione VOLUME!
Tel. +39 066892431
https://fondazionevolume.com/index.php/it/
A cura di Adelaide Cioni e della Fondazione VOLUME!
http://adelaidecioni.com/
Dal 16 ottobre al 14 novembre 2021 su appuntamento
Museo Orto Botanico di Roma, Largo Cristina di Svezia 23a
Shimabuku, Sea and Flowers, 2013. Exhibition view. Courtesy Fondazione VOLUME! Foto Eleonora Cerri Pecorella
Adelaide Cioni, A propos de Bacchelli 5. Courtesy Fondazione VOLUME! Foto di Eleonora Cerri Pecorella
Chiara Camoni, Barricata. Courtesy Fondazione VOLUME! Foto di Eleonora Cerri Pecorella
Jeff Gibbons, When it’s t’here, exhibition view. Courtesy Fondazione VOLUME! Foto Eleonora Cerri Pecorella
Nata a Reggio Calabria nel 1998. A Roma consegue la laurea in Studi-Storico artistici con una tesi sperimentale sull’artista Nik Spatari. Ha scritto per alcuni magazine ed è attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in Storia dell’Arte. Apprezza l’arte in ogni declinazione e ama raccontarla.
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