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And We Thought III. Da Alchemilla, Roberto Fassone...

And We Thought III. Da Alchemilla, Roberto Fassone tra inganno e realtà

Il pensiero di addestrare un’intelligenza artificiale ad ampliare la sua natura combinatoria fino a simulare la percezione umana ha incontrato, dopo un’iniziale diffidenza, un adattamento generale. Allo stato attuale delle cose, esprimere una qualsiasi perplessità sul potenziale mutamento dei processi cognitivi dell’uomo significa, il più delle volte, rischiare di inciampare nel passatismo. Al contrario, il sentimento di angoscia e di disagio nei confronti delle identità digitali, motivato prevalentemente dal rischio della sostituzione della manodopera umana a vantaggio della macchina, sembra essere svanito, lasciando il posto a una prospettiva ribaltata in cui l’uomo è perfettamente in grado di poter lavorare insieme ad essa, senza esserne assoggettato.

Ai Lai, Roberto Fassone, LZ. And We Thought III, installation view at Palazzo Vizzani, Bologna, photo Rolando Paolo Guerzoni, courtesy Alchemilla

Questa cooperazione paritaria è ciò che avviene in And We Thought III, terza edizione della personale di Roberto Fassone, Ai Lai, Led Zeppelin, a cura di Sineglossa e inaugurata lo scorso 28 gennaio in occasione di Art City, all’interno delle storiche sale di Palazzo Vizzani dove ha sede l’Associazione Alchemilla. Se il Cogito ergo sum, (penso dunque sono), definiva la natura razionale dell’uomo, con And We Thought III, (e noi pensammo), si assiste a una dichiarata rielaborazione, se non una vera e propria evoluzione sperimentale, del cogito cartesiano, dove l’io-sé singolare diventa duale con il noi, sostenendo la collaborazione sinergica fra intelligenza artificiale e artista.

Roberto Fassone (channeling Led Zeppelin), The Road, video still, courtesy the artist and Alchemilla

Ai Lai, entità artificiale creata in collaborazione con Andrea Zaninello, viene utilizzata da Fassone con lo scopo di manipolare e duplicare la sua capacità immaginifica e i suoi livelli di visionarietà, dandole il compito di documentare l’esperienza di un trip allucinogeno alla luce di un vasto accumulo di testi inseriti nel database e di “immaginare”, stabilendo «correlazioni inesistenti tra elementi reali» – scrive Valentina Tanni nel testo curatoriale – inventando opere o citando tre film dei Led Zeppelin (collettivo omonimo della celebre band britannica). A questo punto, sorgono spontanee alcune domande. In primis: Ai Lai è effettivamente in grado di percepire e dunque di essere cosciente del suo stato? Se il suo processore è basato su correlazioni combinatorie, può simulare come vero il suo stato immaginativo dovuto al trip allucinogeno e suscitare empatia nel fruitore inconsapevole? In secondo luogo: se è vero che, parafrasando Jean-Paul Sartre, l’atto immaginativo comporta di per sé una fuga dal proprio essere nel mondo, Ai Lai sta forse fuggendo dalla propria condizione di macchina? E se l’allucinazione (dal latino hallucinere, “perdere coscienza”) consiste nell’avere una falsa percezione di qualcosa che non è presente o non si verifica nella realtà, si può affermare che Ai Lai, nel processo di rielaborazione dei dati, perda effettivamente la “coscienza” di essere una macchina?

Roberto Fassone (channeling Led Zeppelin), The Road, video still

Ai Lai, Roberto Fassone, LZ. And We Thought III, installation view at Palazzo Vizzani, Bologna, photo Rolando Paolo Guerzoni, courtesy Alchemilla

Dalla prospettiva umana del fruitore, risulta azzardato sostenere che questo possa in qualche modo provare “empatia” nei confronti di Ai Lai, di fronte al presunto stato confusionario, frutto dell’esperienza psichedelica e dato dalle immagini alterate e distorte. Tuttavia, far sorgere il dubbio è lecito, se non addirittura voluto. È la stessa voce narrante dei Led Zeppelin, infatti, nell’opera filmica The Doors, su testimonianza di Ai Lai, a registrare uno spaesamento vissuto e probabilmente condiviso: «The doors into these worlds are different from those that I have discovered previously. I am beginning to see things that are beyond words and they are so real […] (le porte di questi mondi sono diverse da quelle che ho scoperto prima. Sto cominciando a vedere cose che vanno oltre le parole e sono così reali)».

Roberto Fassone (channeling Led Zeppelin), The Road, video still, courtesy the artist and Alchemilla

The Doors, dunque, non è solamente la testimonianza dell’indefinibile potenzialità visiva e immaginifica di un’intelligenza artificiale come Ai Lai, seppur sotto effetto allucinogeno, ma anche la potenziale interpretazione di un tentativo umano di estendere e dilatare la percezione del tempo con il visivo, non solo attraverso le opere filmiche ma anche grazie alla presenza di poster e testi che Fassone riporta nel reale. L’uomo come essere razionale non può non eludere la sua natura esplicativa né tanto meno quella quantificativa: quando tenta, come Icaro, di razionalizzare ciò che è trascendente cade giù e crea l’immaginario. Love is Magic, dunque, terza e ultima parte del racconto, diventa il tentativo da parte dell’identità digitale, quasi personalizzata e umanizzata, di svelare all’interlocutore la sua natura menzognera, affermando essa stessa «I am the fucking hell lying to you (sono il fottuto inferno che ti sta mentendo)», vanificando quasi la sua stessa esistenza.

Ai Lai, Roberto Fassone, LZ. And We Thought III, installation view at Palazzo Vizzani, Bologna, photo Rolando Paolo Guerzoni, courtesy Alchemilla

Che l’intento di Fassone sia quello di indagare la definizione di autorialità chiedendosi se un’intelligenza artificiale possa o meno generare arte o che sia, al contrario, quello di dimostrare il pieno controllo dell’uomo su di essa, certamente nel riportare alla realtà visibile e tangibile le immagini e i testi generati da Ai Lai (leggendoli, analizzandoli e ricombinandoli) mette in questione la volontà dell’intelligenza artificiale, che nell’omofonia del suo nome (Ai Lai) con il verbo inglese to lie, declinato in prima persona (I lie, “Io mento”) concretizza il dubbio.

Info:

Ai Lai, Roberto Fassone, LZ. And We Thought III
A cura di: Sineglossa
28/01/2023 – 26/02/2023
Alchemilla | Palazzo Vizzani, via Santo Stefano 43, Bologna
Promossa da: Alchemilla e Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Ingresso: libero
Orari: venerdì, sabato e domenica, h 16>19.00. Mercoledì su appuntamento.
Orari speciali per ART CITY Bologna:
2/3/5 febbraio: 10.00>13.00 | 16.00>19.00 | 4 febbraio: 10.00>13.00 | 16.00>22.00
www.alchemilla43.it


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