Metamorfosi, intraprendenza e trasformazione. Potremmo riassumere così il filo rosso di questa mostra che vede Anicka Yi protagonista assoluta dell’Hangar Bicocca di Milano.
Artista concettuale in bilico tra chimica e biologia, Anicka Yi (Seoul, 1971), lavora soprattutto con le installazioni che diventano il simbolo di quell’arte sinestetica che appartiene al nostro secolo.
Coinvolgerci attraverso i sensi, in primis l’olfatto, ci permette di entrare in totale contatto con l’opera d’arte che non ha più bisogno di essere semplicemente ammirata ma vuole coinvolgere e rendere lo spettatore protagonista assoluto e assolto da tutto ciò che vede: l’oggetto esposto diviene mera rappresentazione di qualcosa di spiegabile.
“Metaspora” è il titolo della mostra che combina linguaggi e temi provenienti da filosofia e biologia, chimica e fantascienza attraverso un percorso di venti installazioni caratterizzate da un ibrido umano non umano che lascia all’immaginazione la possibilità di decifrarne il senso. Le creazioni multiformi che animano l’Hangar scardinano i confini di organico e sinestetico, indagando sul concetto di simbiosi e metamorfosi in un continuo divenire della materia che genera “forme” diverse che permettono di mutare l’osservazione nell’interpretazione degenerante dell’oggetto. Disorientamento e ammirazione avvolgono le opere che sembrano sottolineare quanto l’arte possa cambiare radicalmente il senso delle cose. Siamo di fronte a teche contenenti microrganismi che proliferano al loro interno, mutano e si decompongono cambiando la propria sostanza e la propria apparenza senza l’intervento né dell’artista né di altri. Colonie di batteri si moltiplicano e le fragranze che emettono trasformano l’opera d’arte statica e ammirabile in qualcosa di reale che ci appartiene e si scrolla di dosso il peso di essere qualcosa di solo osservabile.
Innovativa e intraprendente, Anicka Yi ci pone davanti a un nuovo modo di intendere l’arte attraverso la vecchia tecnica dell’assembramento che sfida l’aspetto immutabile della scultura e dell’installazione.
Biologizing the Machine (spillover zoonotica), 2021, installazione tra le più emblematiche in mostra, è racchiusa in grandi teche di vetro. Nata dalla collaborazione con il dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, quest’opera è una perfetta testimonianza del dialogo tra arte e scienza, ed è fondamentale per comprendere a pieno il percorso di Anicka Yi. L’opera muta e reagisce all’ambiente circostante, plasmando l’esperienza dei visitatori. Ci troviamo di fronte a un nuovo modo di intendere l’arte che non vuole semplicemente rappresentare ma esistere e sfidare il tempo trasformandosi e invitandoci a riflettere su questo aspetto. Attraversando cicli di crescita, stasi e decadimento, l’opera contrappone regole e caos e si trasforma reagendo all’ambiente circostante: gli organismi assumono diverse colorazioni e generano dipinti sospesi che mutano durante il periodo di mostra. L’invito è di non aver paura della mutazione o, almeno, provare a non irrigidirsi alla trasformazione.
Combinando tecnologia e biologia, arte e scienza, l’artista riflette su come le macchine e l’intelligenza artificiale possano essere re-immaginate, evolversi e diventare indipendenti all’essere umano entrando in comunicazione con il mondo circostante.
Flavia Annechini
Info:
Anicka Yi – Metaspore
24/02 – 24/02/2022
a cura di Fiammetta Griccioli e Vincente Todolí
Pirelli HangarBicocca
via Chiese 2, Milano
Anicka Yi, Fontenelle, 2015. Vinile, tubi di acciaio, casco da moto, diffusore di profumo, vetro, contenitore, acqua, pelle di kombucha scoby, corda di nylon, luce da lavoro, cm 198.12 × 309.88 × 127. Veduta dell’installazione, The Kitchen, New York, 2015. Courtesy l’artista, Gladstone Gallery, New York e Bruxelles, e 47 Canal, New York. Foto Jason Mandella
Anicka Yi, Shameplex, 2015. Plexiglass, spilli placcati in nichel, gel per ultrasuoni, strisce LED, 7 scatole, cm 60.96 × 121.92 × 60.96 ciascuna. Veduta dell’installazione, Kunsthalle Basel, Basilea, 2015. Courtesy l’artista, Gladstone Gallery, New York e Bruxelles, e 47 Canal, New York. Foto Phillip Hänger/Kunsthalle Basel
Anicka Yi, S.S.S, 2015. Ottone, vernice, tubi di gomma, sapone, spago. Veduta dell’installazione, Kunsthalle Basel, Basilea, 2015. Courtesy l’artista, Gladstone Gallery, New York e Bruxelles, e 47 Canal, New York. Foto Philipp Hänger/Kunsthalle Basel
Classe 87. Editrice freelance, appassionata di arte contemporanea e in particolare all’interazione tra le arti visive. Si laurea al DAMS di Bologna nel 2013 con una tesi su Futurismo e Moda. Ha collaborato per diversi anni con D’Ars Magazine (ora archivio) e attualmente collabora con ViralWave come responsabile arte e con Juliet Art Magazine.
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