Arte come il susseguirsi di un paradosso mentale. Forma e contenuto si oppongono all’opinione comune, alla quotidianità, con sorpresa e bizzarria. Arte come discussione della realtà tangibile e intelligibile, filone filosofico in cui l’estetica dei materiali assume nuovi significati. Cosa è reale e cosa è vero? Domande sull’essere e il divenire in rapporto con forme e colori, ambienti e architetture, sensi ed esperienza.
«Non desidero affrontare con la mia scultura problemi relativi alla forma, ma questioni attinenti la fede, la passione, l’esperienza, che va al di là delle preoccupazioni materiali». Così Anish Kapoor – scultore indiano di fama mondiale classe ‘54 – presenta il suo lavoro nella sua massima concretezza. «Un pittore che è uno scultore» come spesso si autodefinisce, non ha bisogno di ampie descrizioni, non solo per la sua celebrità, ma appunto perché la sua arte non necessita di estreme spiegazioni. Tutto ciò di cui lui parla con la scultura è insito nell’intelletto umano, nella relazione con l’altro che non per forza debba esser fisico, ma anche medianico. Kapoor invoca questioni filosofiche ed esistenziali, in una dimensione spirituale tra vita, origine, infinito, vuoto, tra cultura orientale e occidentale. È un’arte che si fonda sulla messa in campo di tensioni tra forze contrastanti: interno ed esterno, positivo e negativo, vuoto e pieno, luce e ombra, materiale e immateriale. Tale rapporto dinamico è agito sulle caratteristiche fisiche dei materiali impiegati, della scala, del volume, del colore, avendo come termine di confronto fondamentale il rapporto con lo spettatore.
All’interno dell’architettura rinascimentale di Palazzo Strozzi in Firenze, nelle sale del piano nobile e nel cortile, con un andamento non proprio cronologico, le opere di Anish Kapoor si susseguono nella mostra dal titolo Untrue Unreal. Opere storiche e recenti, d’avanguardia in toto, sotto la guida curatoriale del direttore generale Arturo Galansino, ripercorrono il pensiero rivoluzionario dello scultore in un’ambientazione dialogica e coinvolgente. La mostra è una sorta di iperuranio contemporaneo, più intellettiva che tangibile, una dimensione metafisica tra atemporalità e aspazialità, in cui l’inverosimile incontra l’irreale come il titolo suggerisce. È un gioco di messa in discussione, disorientamento sensoriale, elettivo e condizionale. Opere come Svayambhu ed Endless Column – rispettivamente un blocco di cera rossa e una colonna di pigmento rosso – plasmano la materia alterando concetti di contenitore e contenuto, riflettendo in sfere più eteree che concrete.
Se in tal senso lo spazio esteriore viene a modificarsi nei suoi moti orizzontali e verticali, portando lo sguardo verso l’oltre, è negli oggetti specchianti Vertigo, Mirror e Newborn che lo sguardo si interiorizza, si riflette nell’oggettualità e soggettività con una dicotomia illusoria e indefinita. Queste sculture concave, convesse e circolari si ispirano alle sperimentazioni formali di Brâncusi, in cui ciò che si specchia potrebbe smentire le principali leggi della fisica. Ed ecco che le tre dimensioni spaziali che identificano l’essere parmenidiano possono apparentemente annullarsi e capovolgersi. L’esempio più emblematico in questo caso è sicuramente l’utilizzo del Vantablack (che assorbe più del 99,9% della luce visibile) per opere come Non-Object Black – speculari a quelle inserite nel cubo site specific del cortile Void Pavillion VII – e Gathering Clouds, conducendo la trascendenza del pensiero in una oscurità meditativa.
Anish Kapoor continua la sua ricerca scultorea con grande attenzione al superamento dei limiti formali, per mettere in discussione ciò che è la realtà in favore di un immaginativo immateriale e contemplativo. Permane una matrice esoterica e spirituale che induce lo spettatore a rivedere le proprie quotidianità. È indicibile il suo pensiero perché conduce a sentimenti ed esperienze differenziati e al tempo stesso unitari. Palazzo Strozzi dà atto di indiscutibile eleganza alla sua ricerca, inserendo questa mostra nell’itinerario continuativo dei grandi protagonisti dell’arte contemporanea. Forse con l’arrivo del nuovo anno ci si potrebbe aspettare aria fresca dal fronte fiorentino, chiudendo questo ciclo di diversi anni degli artisti di Galansiana direzione, per indirizzarsi verso una ricerca artistica più “giovane”.
Info:
Anish Kapoor. UNTRUE UNREAL
07/10/2023 – 04/02/24
A cura di Arturo Galansino
Palazzo Strozzi
Piazza degli Strozzi, Firenze (FI)
www.palazzostrozzi.org
Art Curator e Art Advisor, laureato in Arti Visive e Mediazione Culturale, con Master in Pratiche Curatoriali, classe ’95, vive a Napoli. Collabora con Gallerie e Spazi Indipendenti, la sua ricerca è incentrata principalmente sulla Pittura Emergente, con uno sguardo attento e propenso anche su altre forme di linguaggio estetico.
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