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Arcangelo Sassolino da Repetto Gallery, a Lugano

Arcangelo Sassolino da Repetto Gallery, a Lugano

Repetto Gallery ha aperto la sua prima sede a Londra, nel 2007, e nel 2022 si trasferisce a Lugano. Il fine della galleria è quello di mantenere viva la memoria di artisti italiani riconosciuti a livello mondiale del calibro di Burri, Ghirri, Fontana, a cui va aggiunto un interesse manifesto per il lavoro di alcuni protagonisti dell’Arte Povera come Alighiero Boetti, Pierpaolo Calzolari, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto. Nell’elenco vanno inoltre inseriti alcuni tra i più importanti artisti internazionali, come Christo, Richard Long, Takesada Matsutani, Sadamasa Motonaga, Shirin Neshat e Jonathan Meese.

Arcangelo Sassolino, “Ipotetica”, 2024, vetro e acciaio, 162.5 x 110 x 36.5 cm. Fotografia di David Melis; “I.U.B.P.”, 2024, acciaio, aria, pneumatico, 65 x 66 x 69 cm. Fotografia di David Melis, courtesy Arcangelo Sassolino Studio, Repetto Gallery

Ora la galleria dedica una mostra ad Arcangelo Sassolino, autore già affermato, ma di certo non di chiara fama come i nomi sopra citati. Sassolino nasce nel 1967 a Vicenza, città dove risiede. La sua ricerca ha origine dalla compenetrazione tra arte e fisica, nel costante interesse per la meccanica e la tecnologia in quanto fonte di nuove possibilità di configurazione della scultura e di indagine sulle energie latenti della materia. Velocità, pressione, gravità, tensione, pulsione dall’interno verso l’esterno, energia compressa, forza in potenza, sono i fattori che costituiscono le basi di una ricerca rigorosa, sempre protesa a sondare il limite ultimo di resistenza e di non ritorno. Le sue opere esplorano il comportamento meccanico, i materiali e le proprietà fisiche delle forze, siano queste omogenee o disomogenee. Le opere richiedono un’attenta pianificazione e una ricerca approfondita poiché sono incentrate su una fisicità spinta e su forze applicate da o su un oggetto.

Arcangelo Sassolino, “Non separare il sì dal no”, 2024, granito, vetro, acciaio, 24 x 355 x 53 cm. Fotografia di David Melis, courtesy Arcangelo Sassolino Studio, Repetto Gallery

Sassolino stesso definisce i suoi lavori “performance inorganiche” giocando, anche a livello semantico, con la contraddizione in termini che questa descrizione implica. Sussurrando tra i denti, e senza mancare di rispetto a nessuno, mi viene da pensare che possibili pensieri di Sassolino siano volati attraverso un attento studio della poetica di Michelangelo e di Gino De Dominicis: il sasso lanciato in uno specchio d’acqua, in attesa di soluzioni impossibili, per esempio, può essere un punto di partenza, dal momento che la palese contraddizione tra definizione e azione diviene un dovere e una continuità, un qualcosa che richiede un debito e pretende una soluzione. Almeno formale. E la forma (il linguaggio, in definitiva) in Sassolino non è mai assente: è sempre un qualcosa di calibrato e di controllato a livello estremo.

Arcangelo Sassolino, “Violenza casuale”, 2016, acciaio, legno, sistema idraulico, dimensioni variabili. Fotografia di Pamela Randon, courtesy Repetto Gallery

Il curriculum di Arcangelo Sassolino è di tutto rispetto, con mostre ospitate in prestigiose sedi pubbliche. Ne indichiamo un elenco sommario: FRAC, Rheims, 2007; Palais de Tokyo, Parigi, 2008; MACRO, Roma, 2011; Frankfurter Kunstverein, Francoforte e Contemporary Art Museum, St. Louis, 2016; Kunstverein, Hannover, 2019; La Residencia, Mallorca, 2023 e IV Biennale d’Arte Industriale (IAB 04) di Labin, Croazia, 2023. Nell’ambito della Biennale di Venezia del 2022, Arcangelo Sassolino partecipò al progetto curato da Keith Sciberras e Jeffrey Uslip per il Padiglione Malta con l’istallazione Diplomazija astuta, concepita come rivisitazione in chiave contemporanea del capolavoro di Caravaggio, ovvero “La decollazione di San Giovanni Battista” (1608), conservato nell’Oratorio della Co-Cattedrale di San Giovanni a La Valletta. Un confronto che fa tremare le vene ai polsi.

Arcangelo Sassolino, “Sospensione della scelta”, 2024, granito, vetro e ferro, 120 x 85 x 55 cm; “Geografia del conflitto”, 2024, marmo e acciaio, 101 x 28 x 22 cm. Fotografia di David Melis, courtesy Arcangelo Sassolino Studio, Repetto Gallery

Otto sono i lavori inediti e realizzati appositamente per gli spazi della Galleria Repetto di Lugano, spazi con i quali l’artista si confronta per la prima volta, nell’intento di cogliere il carattere architettonico del luogo, e facendo sì che ogni vincolo dello spazio possa rappresentare un valore aggiunto al processo creativo. Che un vincolo sia posto dalla distanza tra le colonne o dal muro in cemento armato, tale vincolo viene risolto come parte integrante delle sculture presenti in mostra e dell’intero progetto espositivo. Ne risulta un percorso monumentale e affascinante che si snoda senza pause e con un affanno del respiro. Nelle opere convivono superfici e materie quali vetro, acciaio, pneumatico, granito, olio industriale, legno, carta e marmo. Tali elementi assumono centralità in una ricerca quasi ossessiva in cui tutte le singole componenti assumono una nuova forma. Attraverso l’utilizzo dell’aria e dei movimenti meccanici, manipolando le forze fisiche della pressione e dell’allentamento, l’artista ha messo in atto una vera e propria trasformazione della materia che si configura come apice della sua espressione artistica.

Arcangelo Sassolino, “Work in progress”. Fotografia di David Melis, courtesy Arcangelo Sassolino Studio, Repetto Gallery

Come suggerisce anche il titolo di questa mostra, Sassolino enfatizza la suggestione poetica che s’incarna nei suoi lavori, offrendo l’accostamento tra gli elementi che in modo generico caratterizzano la produzione industriale e i materiali propri della tradizione scultorea: una contraddizione inevitabile e necessaria, che ha esigenza di verificarsi, di scontrarsi e di trovare la sua sintesi finale, al fine di poterla generare. Le opere, quindi, invadono gli spazi della galleria, ma è l’esterno che per primo sorprende i visitatori: ad accoglierli un’installazione “viva” e multisensoriale e che è destinata a crescere per tutta la durata dell’esposizione, coinvolgendo non solo la vista, ma anche l’udito e l’olfatto. Luca Massimo Barbero, studioso e critico d’arte, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, e curatore associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea di Intesa Sanpaolo, firma questa splendida iniziativa, con la sua consueta abilità e capacità di relazione tra il pensiero e la forma, tra la scrittura e il segno. La mostra è accompagnata da un catalogo con testi di Andrea Cortellessa, Paolo Repetto e una conversazione tra curatore e artista.

Fabio Fabris

Info:

Arcangelo Sassolino. No flowers without contradiction
a cura di Luca Massimo Barbero
20/09/2024 – 18/01/2025
Repetto Gallery
Via C. Maraini 24
Lugano, Svizzera
repettogallery.ch


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