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Archivio Amoretti: immortalare l’evoluzione

Archivio Amoretti: immortalare l’evoluzione

Una grande e tridimensionale linea temporale che ritrae l’evoluzione storico-sociale della città di Parma, così si può riassumere la mostra “ARCHIVIO AMORETTI – Il volto della città nel secolo breve, Parma 1922-1997” allestita a Parma, presso Palazzo Pigorini, e curata da Cristina Casero e Andrea Tinterri. Il progetto espositivo nasce dalla donazione dell’archivio dello studio fotografico Amoretti al Comune di Parma. Le immagini esposte sono pertanto sia documentazioni di momenti storici dello spazio urbano sia testimonianze del cambiamento antropologico che ha coinvolto tanto la città, quanto la società italiana stessa. Viene allestita dai curatori una proposta di selezione fotografica dell’archivio – oltre centomila immagini – il quale è stato valutato e analizzato per riuscire a rendere conto del rapporto che intercorre tra Armando, Mario e Giovanni Amoretti e tra loro e la città in più di settant’anni di storia.

ARCHIVIO AMORETTI – Il volto della città nel secolo breve, Parma 1922-1997, veduta della mostra, Palazzo Pigorini, Parma, 2023. Ph. Alessia D’Introno, courtesy Archivio Amoretti

Un’attenta indagine dalla quale emergono molteplici significati e rimandi alla fotografia in quanto traccia di esistenza. La mostra risulta essere non solo una rassegna sulla trasformazione sociale cittadina, ma anche una riflessione sulla fotografia stessa, sul suo ruolo antropologico. La progressione espositiva restituisce il mutamento nella percezione del mezzo fotografico, ovvero le reazioni dei soggetti inquadrati e le differenze tra contesti quotidiani e spontanei e contesti di studio, nel tempo. All’interno dell’esposizione prende forma il processo evolutivo che ha conferito alla fotografia un ruolo centrale nel creare, documentare, elaborare, tutelare e conservare dati e rappresentazioni visive.

ARCHIVIO AMORETTI – Il volto della città nel secolo breve, Parma 1922-1997, veduta della mostra, Palazzo Pigorini, Parma, 2023. Ph. Alessia D’Introno, courtesy Archivio Amoretti

Il percorso è diviso in due macro-temi: i ritratti e la traccia cronologica. Come la prima così l’ultima sala sono dedicate ai ritratti, inseriti come testimonianze della città e degli abitanti: un mosaico di volti anonimi, personaggi famosi e artisti rilevanti che ricreano il clima e l’atmosfera del territorio nel corso del Novecento. In particolare, la prima stanza racchiude scatti intimi e vernacolari, mentre l’ultima include le foto dei profili celebri che hanno posato nello studio Amoretti (realizzati nel periodo di attività dello studio, ovvero tra il 1938 e il 1997). Tale operazione curatoriale evidenzia un’attività fotografica non soltanto commerciale, ma piuttosto volta a rileggere il rapporto con il medium in diversi contesti sociali e culturali. Le restanti stanze della mostra vi sono consacrate, partendo dalle fotografie del 1922 – tra le prime scattate da Armando Amoretti – fino a quelle del 1997. Il secolo breve è stato magistralmente immortalato sino dalle Barricate a Parma all’inizio del periodo della dittatura fascista. Immagini in cui non vediamo mai il combattimento, al contrario, un senso di attesa dei momenti antecedenti agli scontri è protagonista. Per parafrasare, Armando Amoretti imprime benissimo la quiete carica di tensione prima del tumulto.

ARCHIVIO AMORETTI – Il volto della città nel secolo breve, Parma 1922-1997, veduta della mostra, Palazzo Pigorini, Parma, 2023. Ph. Alessia D’Introno, courtesy Archivio Amoretti

Procedendo nelle stanze successive si possono trovare fotografie della città durante il periodo fascista: scatti commerciali/formali in cui sono immortalate le parate oppure le feste indette per celebrare l’ideologia del regime, in cui non mancano scatti liberi, istintivi e spontanei per documentare l’ambiente e la popolazione. Ancora, fotografie degli anni immediatamente seguenti alla liberazione; un autentico resoconto delle reazioni della folla alla caduta del regime.

ARCHIVIO AMORETTI – Il volto della città nel secolo breve, Parma 1922-1997, veduta della mostra, Palazzo Pigorini, Parma, 2023. Ph. Alessia D’Introno, courtesy Archivio Amoretti

Infine, la stanza conclusiva mantiene un percorso cronologico ma, al tempo stesso, risulta una narrazione delle dinamiche urbane dagli anni Cinquanta fino agli ultimi anni del secolo. Qui emerge la scelta di esporre fotogrammi quali quelli di eventi sportivi – locali o su larga scala – ritratti di importanti industriali legati alla città all’interno dell’ambiente di lavoro – al fine di sottolineare i valori che hanno risollevato la società durante gli anni del miracolo economico italiano – cerimonie o episodi politici. Interessante è osservare come queste immagini siano testimonianze del dinamismo commerciale dello studio Amoretti che, basato sul lavoro collettivo, nel tempo è diventato il principale studio fotografico di riferimento per gli avvenimenti collettivi di Parma.

Armando Amoretti, Barricata in borgo Tanzi, Parma, agosto 1922. Ph. Alessia D’Introno, courtesy Archivio Amoretti

ARCHIVIO AMORETTI – Il volto della città nel secolo breve, Parma 1922-1997” è dunque un progetto di studio e relazione con un archivio. Un ampio lavoro di ricerca su oltre centomila fotografie che genera numerosissime riflessioni, spingendo così l’osservatore verso tematiche particolarmente dibattute e discusse. Com’è cambiato l’impianto urbano di Parma nei decenni?  Che ruolo ha avuto e ha tutt’ora la fotografia nella testimonianza della realtà? Con che velocità il Novecento ha portato a importanti cambiamenti sociali? Queste sono solo alcuni quesiti suscitati dalla mostra, ma senza pretese di responsi certi e assodati. Contrariamente, la mostra riattiva interrogativi aperti riguardo la fotografia con le sue molteplici sfumature e sfaccettature.

Irene Follador

Info:

ARCHIVIO AMORETTI – Il volto della città nel secolo breve, Parma 1922-1997
a cura di Cristina Casero e Andrea Tinterri
09/09/2023 – 05/11/2023
Palazzo Pigorini
Strada della Repubblica 29/A, Parma
comune.parma.it


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