Alla Galleria Massimo Minini a Brescia è in corso fino 30 marzo 2019 We started with a flame, seconda personale dell’artista israeliano Ariel Schlesinger, «nata da pensieri e dettagli inaspettati che ci cambiano ogni giorno», illustra il gallerista nel comunicato stampa.
Per l’occasione Schlesinger – classe 1980, attivo tra Berlino e Città del Messico – ha realizzato un triplice intervento: una grandiosa installazione costituita da un enorme albero in bronzo, le cui diramazioni celano e custodiscono una fiammella ardente, incapace di bruciare la materia che l’ha generata, occupa uno dei locali della Galleria.
L’installazione da Minini preannuncia il progetto con cui l’artista, nel 2017, ha vinto un concorso internazionale per la realizzazione di una grande opera destinata all’ingresso del nuovo Museo Ebraico di Francoforte: un altro albero, dalle dimensioni ancor più monumentali (raggiungerà gli undici metri d’altezza), la cui forma è stata ricavata dallo stesso fusto in Italia. La scultura sarà costituita da due strutture in alluminio intrecciate; uno dei due tronchi, saldamente ancorato a terra, sorreggerà i rami dell’altro albero, che protenderà le sue radici verso il cielo.
Questo abbraccio contorto, che verrà installato entro la fine dell’anno corrente nella città tedesca, sarà rappresentativo del mutevole dialogo tra la storia ebraica e il presente culturale di Francoforte.
Analogamente le diramazioni che attraversano e ristrutturano lo spazio della Galleria Minini si proiettano nel passato della tradizione ebraica, da cui traggono linfa vitale, e nel futuro: la fiamma ardente non può distruggere le fronde bronzee che la preservano. L’assidua presenza di gas o fiamme nelle opere di Schlensinger è piuttosto finalizzata ad esplorare il rischio e a neutralizzare una situazione pericolosa, controllata attraverso l’intervento dell’artista.
In mostra sono poi presenti alcune sculture in vetro, generate dal riassemblamento di diversi frammenti di specchi rotti. La ricomposizione origina nuove configurazioni, offrendo una riflessione sulla fragilità dei materiali e sul loro destino come capacità di rigenerazione e trasformazione in opera d’arte. La drastica distruzione subita dagli specchi nella loro vita precedente consente loro di risorgere in misura differente: privati della loro funzione i frammenti sprigionano nuova energia, attraverso le nuove soluzioni formali ideate da Schlesinger.
La trasparenza costruttiva del vetro diviene scultura, attraverso la sapiente e rigorosa manipolazione operata dall’artista, generando molteplici e mutevoli riflessi. «Variazioni sulla distruzione e sull’abbandono visti con occhi positivi, trasformati in costruzione e realizzazione», secondo le parole di Minini.
La pratica post-concettuale di Schlesinger altera spesso oggetti di uso quotidiano attraverso gesti minimi o radicali: questi detriti dell’esistenza assurgono a nuova vita, tramutati in qualcosa che raramente li spoglia dalla loro forma, ma che sottrae loro la veste obsoleta, conferendogli al contempo fascinazione e mistero. A volte i risultati di questa strategia decostruttiva/ricostruttiva sembrano minacciosi o pericolosi nel contesto in cui vengono presentati. Solo dopo un’acuta riflessione appaiono invece più comprensivi e intellegibili, rivelando effetti sorprendenti e a tratti umoristici.
Il fuoco torna anche all’interno del video proposto in mostra, chiudendo un trittico dal forte impatto visivo e poetico. «Un triplice progetto che unisce la costante ricerca sulla trasformazione di un evento da negativo in positivo, lo sfruttamento di qualcosa di ordinario come possibilità creativa e un’inedita voglia di confronto con la grande scultura, che non perde di vista il prezioso valore della sorpresa», scrive Minini.
La mostra di Schlesinger inaugura la programmazione 2019 della Galleria, incentrata su lavori di giovani artisti, già rappresentati in passato da Minini, che hanno nel frattempo raggiunto una notorietà internazionale. Seguirà infatti la seconda personale di Haris Epaminonda, artista cipriota che prenderà parte alla prossima Biennale di Venezia.
Info:
Ariel Schlesinger. We started with a flame
9 febbraio – 30 marzo 2019
Galleria Massimo Minini
Via Apollonio, 68 Brescia
Ariel Schlesinger, Untitled, 2019, bronzo, olio per lampade, fiamma, 750x450x415 cm. Installation view da “Ariel Schlesinger | we started with a flame”, Galleria Massimo Minini, Brescia. Prima sala. Courtesy l’artista e Galleria Massimo Minini
Ariel Schlesinger, Untitled, 2019, video 16mm, 4’ loop, color, silent, ed. 1/3. Installation view of “Ariel Schlesinger | we started with a flame”, Galleria Massimo Minini, Brescia. Terza sala. Courtesy l’artista and Galleria Massimo Minini
Ariel Schlesinger, Nice to meet you, 2019, vetro e specchio, dimensioni vari. Installation view da “Ariel Schlesinger | we started with a flame”, Galleria Massimo Minini, Brescia, febbraio – marzo 2019. Seconda sala. Courtesy l’artista e Galleria Massimo Minini
Ariel Schlesinger, At Arm’s Length, 2017 – Alluminio sabbiato, olio per lampade, fuoco, 27×250 cm circa. Courtesy l’artista e Galleria Massimo Minini
For all images: Photo credit: Andrea Gilberti – Alberto Petrò
Critico indipendente. Ha collaborato con la Galleria Melesi svolgendo ricerche su Jiri Kolar e Giovanni Manfredini e con l’Associazione COE nell’ambito della rassegna “Colazione sull’erba n. 2”, dedicata a Hsiao Chin.
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