Dal 1996 ARKEN Museum of Modern Art, situato poco a Sud di Copenhagen, si è imposto a livello non solo della scena culturale danese, ma anche in ambito mondiale. All’epoca, il giovanissimo architetto Søren Robert Lund firmò il progetto di questo edificio, mettendo insieme le componenti dell’architettura decostruttivista con le forme pulite del funzionalismo di antica memoria.
Le opere di proprietà del museo non sono molto numerose: si tratta di circa quattrocento opere, soprattutto di artisti danesi e nordici. Tuttavia, non mancano testimonianze di caratura internazionale, come la sala dedicata a Damien Hirst e “Circle of Animals / Zodiac Heads” (2010) di Ai Weiwei.
Inoltre, va senz’altro segnalato come ragguardevole e di grande interesse il parco delle sculture, dove si possono ammirare opere monumentali e molto significative. Ricordiamo, tra le altre, l’uomo nudo in bronzo con lo sguardo perduto sull’orizzonte di Antony Gormley, l’ironica statua equestre di Elmgreen & Dragset, i due blocchi di marmo di Eva Steen Christensen, la gabbia (con specchio) di Jeppe Hein, la casa rossa (ma senza mura e galleggiante) di Karolin Schwab, la frase incisa a caratteri cubitali di colore rosso su una parete esterna del museo da Lawrence Weiner, la cupola costruita su cellula esagonale di Olafur Eliasson.
Ora, sebbene il museo sia chiuso a causa dell’epidemia in corso, fino all’8 agosto 2021, rimane in piedi la mostra “Gold and Magic”, in cui i tesori d’oro del Museo nazionale danese (SMK) dialogano con le opere di alcuni dei più grandi artisti contemporanei. In definitiva un viaggio nel tempo e nei linguaggi espressivi più disparati: un modo per raccontare la storia dell’umanità con un taglio del tutto particolare, sottolineando il fascino e il potere di questo metallo incorruttibile e che i mosaici bizantini innalzarono a trionfo luminoso e a fondale vibrante e intangibile, e dove il divino poteva manifestarsi. Artisti di varia formazione e di varia provenienza si confrontano su questa linea di confine dove i lati solari della bellezza sembrano convergere con quelli della magia. Questi gli autori chiamati a far parte del progetto: El Anatsui, James Lee Byars, Chris Burden, Eva Steen Christensen, Zhang Ding, Sylvie Fleury, Subodh Gupta, Louis Henderson, Damien Hirst, Alicja Kwade, Runo Lagomarsino, Mercedes Lara, Klara Lilja, Grayson Perry, Thomas J. Price, Ugo Rondinone, Lorna Simpson, Alexander Tovborg, Bill Viola e Ai Weiwei.
Inoltre, il programma, se sarà confermato, annuncia, dal 4 settembre 2021 al 9 gennaio 2022, la mostra “I fiori nell’arte”, un racconto vibrante sul fascino, la bellezza e la fragilità dei fiori; con autori che vanno da Alhed Larsen a Marc Quinn, da Nathalie Djurberg a Hans Berg.
Dai pochi esempi che qui si sono fatti si evince che anche una piccola realtà museale può aprire gli occhi sul mondo, mettendo il mondo in dialogo con il proprio genius loci.
Fabio Fabris
Info:
Arken Museum of Modern Art
Skovvej 100, 2635 Ishøj
Phone: +45 43 54 02 22
info@arken.dk
Grayson Perry, Prehistoric Gold Pubic Alan Dogu , 2007 © Grayson Perry. Per gentile concessione dell’artista e Victoria Miro
Vista esterna di ARKEN Museum for Modern Art (sulla sinistra si intravede “Powerless Structures”, l’ironica statua equestre di Elmgreen & Dragset che fu esposta per la prima volta nel 2012 a Londra, in Trafalgar Square). Foto Emma Thunbo, courtesy ARKEN Museum for Modern Art
Ugo Rondinone, il sole alle 12, 2019, Studio Rondinone. Foto courtesy Studio Rondinone, og kamel mennour, Parigi – Londra
Ai Weiwei, Circle of Animals – Zodiac Heads (dettaglio), 2010. ARKEN Museum of Modern Art, prestito a lungo termine dalla Collezione Frahm. Foto Torben Petersen
Olafur Eliasson, 8900054, 1996, foto Miriam Nielsen, courtesy ARKEN Museum of Modern Art
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