Armando Testa. Lord Finger

Ambiguità, metamorfosi, ossessione: il singolo che definisce il tutto. Perentorio, energico, conformista: artificiosa descrizione oltre la realtà. Indicante, giudicante, coercitivo: una danza infusa tra diversi simili. Il dito può esser diverse cose, genesi e distruzione, personificare l’uomo in scelte ed emozioni. Raffigurare un dito è la sintesi di un’ampia riflessione tra sacro e profano, tra culture e storia, tra uomo e natura. Creatività che dà vita a nuove visioni dell’essere.

Armando Testa, “Lord Finger”, exhibition view, Galleria Continua San Gimignano, 2024, courtesy the artist and GALLERIA CONTINUA, photographer Duccio Benvenuti

«Per avere il massimo di libertà nel disegno, devo avere un tema. Nelle mie ricerche creative, il tema del dito mi ha sempre affascinato. Il dito è protagonista assoluto nella vita dell’uomo […] le sue possibilità sembrano senza limiti». Così il celebre artista torinese Armando Testa (1917-1992) commentava il suo interesse verso un elemento tanto vitale quanto architettonico. Per lui era un pensiero fisso già in giovane età, quando lavorava in uno studio tipografico a caratteri mobili: la manualità e il gesto ripetitivo delle dita instillarono un kink che si è ripercosso in molte delle sue ricerche pittoriche e pubblicitarie. Armando Testa è stato un maestro della comunicazione per immagini.

Armando Testa, “Lord Finger”, installation view (“Dito con bombetta”, 1968; “Dito bronzeo”, 1969; “Dito con germoglio”, 1970; “Dito con macchine”, 1970), Galleria Continua San Gimignano, 2024, courtesy the artist and GALLERIA CONTINUA, photographer Duccio Benvenuti

L’uso sapiente del colore, delle forme, degli elementi che si sostituivano ad altri come metro di paragone ed enfatizzazione. Nel suo lavoro non c’era una distorsione dell’immagine, bensì una riformazione di tutte le parti messe in gioco. Simbionti come uomo-oggetto, animale-oggetto, oggetto-natura, uomo-natura. Un’ambiguità non spesso dichiarata, una trasformazione fluida di concetto e contenuto. Per quanto distintive, pittura, plasticismo e pubblicità hanno seguito un percorso sincrono e talvolta congiunto: oggetti di consumo, attivismo politico e sociale, tradizioni e cultura, messaggi differenti con mescolanze di media differenti. L’artista ha elaborato uno stile tutto suo di fare arte a 360°, senza rinnegare o distaccarsi completamente da correnti come il Surrealismo, l’Astrattismo, il Neoplasticismo. Galleria Continua a San Gimignano dedica una piccola retrospettiva ad Armando Testa dal titolo Lord Finger incentrata su questo tema con opere realizzate tra gli anni ‘60 e ‘90. L’esposizione è da considerarsi come un’aggiunta dislocata e complementare alla grande mostra monografica con cui Ca’ Pesaro, la Galleria Internazionale di Arte Moderna di Venezia, omaggia l’artista torinese e che è possibile visitare fino a metà settembre.

Armando Testa, “Dita (performance)”, 1975, fotografia B/N, 125 x 195 cm, courtesy the artist and GALLERIA CONTINUA, photographer Duccio Benvenuti

Dipinti a tecnica mista, opere su carta, fotografie, sculture: lavori di differente fattura che rappresentano solo il dito. Una serie di fotografie mostrano il pollice o l’indice in chiave dada o surrealista: con la bombetta, come una candela, tra le auto o in acqua, genesi di un germoglio. Si specchiano a esse pitture di diversa grandezza dagli sfondi monocromi e dettagli più o meno marcati: fogli di rame, carta di giornale, con un’apertura nel cuore della tela per immaginare scenari e situazioni. In altri scatti più recenti le dita danzano tra di loro, una performance energica senza volto, allusione di corpi convulsi o sensuali. Le sculture danno quel senso di insieme, indicano o nascondono, esaltano o biasimano, si legano per crescere e ramificare.

Armando Testa, “Senza titolo (il cerchio si stringe)”, 1987, acrilico su tela, 103 x 143 cm, courtesy the artist and GALLERIA CONTINUA, photographer Duccio Benvenuti

Per Armando Testa la tematica del dito dava forma a molteplici visioni del genere umano. Un’ossessione artistica che lo portava fuori da schemi lavorativi e decisivi tipici della pubblicità. In quest’ultimo ambito gli intenti erano chiari, costruiti con una narrazione messa a puntino, ma che, invero, attraverso le plurime forme dell’arte visiva poteva viaggiare di immaginazione in immaginazione, portare in mondi irreali e suggestionare un’osservazione ripetuta.

Info:

Armando Testa. Lord Finger
Galleria Continua
13/07 – 18/08/2024
Piazza della Cisterna 26, San Gimignano (SI)
www.galleriacontinua.com


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