Dal 25 ottobre, sarà possibile scoprire un aspetto inedito del grande maestro Pomodoro attraverso visite guidate Open Studio, negli spazi recentemente rinnovati dello Studio e dell’Archivio di Arnaldo Pomodoro. L’Archivio, nasce negli anni Cinquanta, quando l’artista comincia a raccogliere ritagli stampa e fotografie con lo scopo di documentare il proprio lavoro.
Nel corso degli anni si sono aggiunti cataloghi, riviste e pubblicazioni varie, manifesti, cartoline, pellicole cinematografiche e maquettes. Documenti, immagini e oggetti, costantemente aggiornati e tutelati che hanno contribuito a rendere l’Archivio ricco di nuove informazioni e materiali.
Artista, scultore, orafo e grande maestro, Arnaldo Pomodoro nasce a Morciano di Romagna il 23 giugno 1926. Studia inizialmente per diventare geometra, ma successivamente si dedica alla scultura, della quale si innamora perdutamente. Il suo linguaggio si evolve contemporaneamente alla creazione di ciascuna opera, trasformandosi e adattandosi ai materiali. Dall’oro, all’argento, passando per il ferro, il legno, il cemento e il bronzo, il più celebre tra i materiali usati nelle sue opere d’arte.
Le sue iconiche sfere di bronzo creano un’importante contrasto tra la superficie, liscia, e la complessità del meccanismo interno che, disintegrandosi e aprendosi, cattura l’interesse dello spettatore e lo coinvolge nell’esplorazione della sua ricerca artistica. Su quest’ultima prevale una rigorosa influenza geometrica che si manifesta nella sua forma più essenziale. I diversi elementi geometrici si ripetono in sezioni, rettilinee o circolari, divenendo simili alla scansione delle note, in una composizione musicale.
Tra le sue molteplici esperienze di vita, ha insegnato presso i dipartimenti d’arte di diverse università statunitensi, tra le quali risultano quella di Stanford, quella della California, quella di Berkeley e il Mills College. Ha inoltre intrapreso un percorso teatrale, che ne ha forgiato e influenzato lo stile e la ricerca artistica. Le visite Open studio alle quali sarà possibile partecipare, evidenziano come focus centrale il rapporto dell’artista con il mondo del teatro e al suo percorso all’interno di esso.
Sarà possibile ammirare ed esplorare i progetti e alcune opere inedite, tra maquettes, figurini, un costume originale, tavole progettuali, fotografie di scena che racconteranno ai visitatori un altro ambito di attività, spesso poco conosciuta, di questo poliedrico artista.
Il suo rapporto con il mondo del teatro nasce sin dall’infanzia, quando fu siparista al lirico di Rimini. “L’esperienza teatrale mi ha aperto nuovi orizzonti – scrive Arnaldo Pomodoro – e mi ha stimolato a sperimentare anche nel campo della scultura, perché il teatro mi dà un senso di libertà creativa: mi sembra, in un certo senso, di poter materializzare la visionarietà. In alcuni progetti per la scena, soprattutto nel caso di testi classici, ho realizzato grandi macchine spettacolari da cui poi ho tratto vere e proprie sculture. In altri casi ho preso lo spunto da progetti di sculture non realizzate”.
Tra le sue grandi opere scenografiche e teatrali possiamo ricordare la sua esperienza insieme a Luca Ronconi per Das Kätchen von Heilbronn di Kleist, messo in scena a Zurigo nel 1972, che viene pensato interamente sull’acqua del lago di Zurigo e pone gli spettatori su zattere mobili che si muovono inseguendo quelle degli attori che recitano, poi non realizzato a causa di un incidente nel corso delle prove e trasferito al chiuso.
Gli Open studio si terranno all’interno dello stesso studio Arnaldo Pomodoro, dove ogni mese si svolgono anche numerose attività che analizzano le sue tecniche scultoree. Questa iniziativa segna un nuovo passo nel progetto globale di conservazione, valorizzazione e promozione dell’Archivio e dei suoi contenuti, promosso dalla Fondazione con l’obiettivo di favorire una sempre più ampia conoscenza dell’artista e una piena accessibilità al pubblico del proprio patrimonio materiale e immateriale. Alla valorizzazione dell’Archivio si affianca poi quella della Collezione, attraverso una serie di iniziative diffuse sul territorio, a cominciare dal comodato d’uso triennale del monumentale Obelisco per Cleopatra, collocato per i prossimi tre anni nel piazzale antistante al Castello Campori di Soliera (MO). Inoltre fino al 10 gennaio, presso il Castello Campori, sarà possibile visitare la personale di Pomodoro {sur}face.
Sarà possibile ammirare all’interno della mostra opere e progetti che permetteranno al pubblico di scoprire di più sul percorso teatrale dell’artista. Si potrà vedere la messinscena per La passione di Cleopatra di Ahmad Shawqi sui ruderi di Gibellina (1989) e i costumi di scena originali, i disegni preparatori e i bozzetti scenografici, oltre alle fotografie e ai video dello spettacolo. E inoltre si potrà accedere a Ingresso nel labirinto, studio (2011-2020), bozzetto preparatorio in bronzo dell’omonima opera ambientale, realizzato ed esposto per la prima volta al Castello Campori di Soliera. Nell’ultima sala i visitatori potranno fare esperienza di Labyr-Into, una delle prime applicazioni immersive in Italia nell’ambito dell’arte contemporanea e la prima in assoluto dedicata a un’opera di Arnaldo Pomodoro, basata sulla tecnologia Gear’VR’ e ’Oculus’RifT realizzata da Oliver Pavicevic e Steve Piccolo. Sarà presente anche una sala progettata a misura di bambino, con strumenti didattici audio e video, visite guidate e laboratori per i più piccini.
Valeria Fortuna
Info:
Open Studio i giorni:
25 ottobre, ore 11.00
8 novembre, ore 17.00
22 novembre, ore 17.00
13 dicembre, ore 17.00
Visite guidate Open Studio – Il teatro scolpito
Studio Arnaldo Pomodoro
via Vigevano 3 – Milano (cit. 061)
Arnaldo Pomodoro, Cavallo per Didone, 1986, legno, piombo e fiberglass – 36 × 76 × 31 cm Catalogue Raisonné n. 803 da: La tragedia di Didone regina di Cartagine di Christopher Marlowe. Adattamento e regia di Cherif Gibellina, Ruderi, 6 settembre 1986 Fotografia Studio Boschetti, courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro
Arnaldo Pomodoro, Costume di Enea, tessuto, ottone e fiberglass dorato, da: La tragedia di Didone regina di Cartagine di Christopher Marlowe. Adattamento e regia di Cherif. Gibellina, Ruderi, 6 settembre 1986. Fotografia di Pietro Carrieri, courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro
Arnaldo Pomodoro, Rive dei mari, 1987, fiberglass – 252 × 95 × 29 cm, da: Alceste di Christoph Willibald Gluck. Regia di Virginio Puecher. Genova, Teatro Margherita, 26 febbraio 1987. Fotografia Fondazione Arnaldo Pomodoro
Valeria Fortuna, studentessa in Storia dell’arte e dei beni culturali, si occupa di valorizzare l’arte e avvicinare i giovani ad essa attraverso consigli su mostre da vedere e curiosità sugli artisti. Ama l’arte contemporanea in tutti i suoi aspetti per le emozioni che riesce a trasmettere e per il linguaggio del quale si serve, in continua evoluzione.
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