È iniziata a Bologna la settimana più attesa dell’anno per tutti gli appassionati di arte contemporanea: come sempre Arte Fiera catalizza una miriade di eventi diffusi in tutta la città, oltre a tre fiere collaterali (Set Up, Paratissima e Fruit Exhibition). La settima edizione di Art City, il palinsesto ufficiale di Arte Fiera off, in questa edizione coinvolge ben 108 luoghi con 118 progetti, senza contare le centinaia di altre iniziative che fanno di Bologna la meta imprescindibile del primo week end di febbraio.
Vediamo ora alcuni possibili itinerari che metteranno alla prova anche i più instancabili presenzialisti, certi che in ogni strada sarà divertente perdersi in una costellazione di eventi e situazioni e che ognuno riuscirà a trovare il proprio percorso d’arte individuale. Come programma di partenza vi proponiamo quindi quelle che secondo noi sono le tappe più “imperdibili” di questo tour de force.
Uno dei centri pulsanti dell’arte a Bologna è anzitutto la Manifattura delle Arti, un quartiere recentemente riqualificato che ha il suo centro nevralgico nel MAMbo, dove è d’obbligo una visita alla prima personale in Italia di Mika Rottenberg, artista di origine argentina che incentra la sua ricerca sulla critica della produzione di massa della società contemporanea. Nella Sala delle Ciminiere propone una grande installazione composta da oggetti scultorei e video che esplorano in modo sarcastico e bizzarro la seduzione, la magia e la disperazione della nostra realtà iper-capitalista e globalizzata. (Sabato alle 11 segnaliamo il talk con l’artista e Germano Celant). In qualche modo connessa a questa mostra è la personale di Débora Delmar nella vicina GALLLERIAPIÙ, che analizza l’influenza della cultura europea dei caffè nello sviluppo delle città, nelle relazioni sociali, nelle interazioni e nello stile di vita contemporaneo. Il progetto tenta di instaurare collegamenti tra la funzione dei bar e lo spazio della galleria per riflettere su come le scelte estetiche dei luoghi in cui viviamo condizionino il nostro comportamento al loro interno. In 5 minuti a piedi arriviamo a P420, che presenta una mostra collettiva di 5 giovani artisti (Adrian Buschmann, George Rouy, Peter Shear, Sofia Silva, Tamina Amadyar) che propongono altrettanti differenti approcci alla pittura con l’intento di liberare una violenza costruttiva ed emotiva che va oltre il risultato e oltre l’oggetto in direzione dell’azione e del processo. La sfida è quella di creare una mostra difficile, felice di causare un leggero mal di testa. Da CAR DRDE troviamo invece la personale di David Casini, che rielabora in una serie di raffinate sculture inedite il tema del paesaggio toscano colto al di fuori dei luoghi comuni a cui è solitamente associato. Localedue prosegue il suo radicale approccio curatoriale che per l’attuale stagione prevede la presentazione di singole opere-mostra offerte alla libera interpretazione dello spettatore con un nuovo lavoro di Giovanni Kronenberg. A Porto dell’Arte avremo modo di visitare una personale di Giulio Alvigini, giovane artista italiano (semplice) che in pochi mesi ha spopolato su Instagram con il progetto Make Italian Art Great Again, un’intelligente satira a colpi di meme sul sistema dell’arte italiano (e non). (Visita su prenotazione cliccando qui.) Per resettare la mente dopo tutte queste mostre, consigliamo di tornare al MAMbo per il dj set di Messnr, Huerco S. e Mayo Soulomon a cura di Locomotiv Club, che ospiterà anche l’after party ufficiale di Art City.
In zona stazione vale la pena di visitare la galleria Enrico Astuni che in occasione della fiera inaugura la mostra collettiva PoliArte (L’Arte delle Arti), a cura di Giacinto Di Pietrantonio, con opere di Gabriele Basilico, Alberto Garutti, Ugo La Pietra, Corrado Levi e Alessandro Mendini, cinque autori che hanno tutti studiato Architettura al Politecnico della metro-poli Milano, con l’intento di non votarsi puramente, o per nulla, all’architettura. Risalendo via Indipendenza per andare verso il centro troviamo le tre vetrine di Tripla, che propone un grande murale site-specific di Rob Chavasse realizzato con una pistola a getto d’inchiostro normalmente utilizzata per identificare e schedare le merci nella grande distribuzione. Lungo il percorso proponiamo una tappa all’Oratorio di San Filippo Neri, dove Leandro Erlich allestirà una suggestiva collezione di nuvole in vetrina che insceneranno una delicata danza di forme evanescenti.
In piazza Maggiore nel cortile di Palazzo d’Accursio troveremo una grande scultura di Eduard Habicher, protagonista in contemporanea di una personale alla galleria Studio G7, formata da putrelle in acciaio di colore rosso vivo, una forma accogliente in cui lo spettatore potrà entrare e guardare l’edificio storico da una prospettiva diversa. Al piano superiore nella Sala Farnese le grandi tele disposte a cripta di Massimo Kaufmann avvolgeranno il visitatore in una pulviscolare ambientazione pittorica che indaga la ritmica del caos, del dionisiaco e dell’informe. Spostandoci a Palazzo de’ Toschi visiteremo Terraforming Fantasies, personale del fotografo e videomaker belga Geert Goiris in un ambizioso allestimento di design formato da moduli espositivi esagonali. La ricerca dell’artista è incentrata sul paesaggio, che nei suoi scatti appare sospeso ed enigmatico, come se appartenesse ad un altro pianeta. Da lì si passa poi alla galleria de’ Foscherari, che ospita una bellissima mostra di Vajiko Chachkhiani, in cui vediamo disseminata sul pavimento una strana popolazione di zucche dentate e ungulate, fantasmi ibridi scaturiti dall’assemblaggio di frutti e animali senza più polpa, carne e interiora. La mostra riflette sui concetti di fragilità, assenza, alterità in un allestimento ambientale da percorrere con rispetto e cautela.
Al Museo di Palazzo Poggi troviamo un’installazione scultorea di Christian Fogarolli che, in dialogo con le collezioni permanenti incentrate sulle tradizioni mediche del passato, si concentra sulla cosiddetta “pietra della follia”, un’intrusa che anticamente si credeva comparisse nel cervello delle persone con disturbi psichiatrici provocandone la devianza comportamentale. Se la follia era considerata un corpo estraneo da estirpare, i tentativi chirurgici popolari di rimuoverla arrivavano a mettere in serio pericolo l’incolumità del paziente. Nella vicina Porta San Donato potremo vedere l’installazione luminosa di Patrick Tuttofuoco, una gigantesca mano pop e inoffensiva.
Per chi avesse ancora l’energia di spostarsi fuori porta (ma un trenino gratuito in partenza dalla Fiera ogni 20 minuti accompagnerà i visitatori in giro per le principali location di Art City) consigliamo anzitutto la mostra di Thomas Struth al MAST. Con approccio chirurgico il fotografo tedesco mostra luoghi solitamente inaccessibili, come laboratori di ricerca spaziale, impianti nucleari, sale operatorie o piattaforme di perforazione. In queste avanguardistiche postazioni viene esibita una tecnologia talmente complessa da risultare oscuramente minacciosa come il potere che le strutture nascoste di controllo e influenza esercitano sulla nostra esistenza. E poi a Villa delle Rose la preziosa retrospettiva di Goran Trbuljak, artista concettuale che dalla fine degli anni ’60 indaga con ironia e intelligenza i limiti del fare arte e lo statuto esistenziale dell’artista attraverso mezzi alternativi di produzione e rappresentazione che prevedono la costante rinegoziazione delle regole implicite del sistema. Per concludere Marsala District (circuito SetUp Plus), collettivo di creativi, innovator, sognatrici, art managers, invade con l’arte una casa privata in via Augusto Murri (info e prenotazioni marsaladistrict@gmail.com) in collaborazione con DAMSlab per il progetto Barrhaus, il cui nome omaggia il cognome della proprietaria e strizza l’occhio al movimento d’avanguardia tedesco. La ricerca multidisciplinare di quattro giovani artisti (Francesca Catellani, Diego Repetto, Alice Cannara Malan, Bénédicte Vanderreydt) sfiderà il pubblico a guardare oltre il bello per porsi domande etiche, sociali, sul ruolo della donna come archetipo e come corpo futuro.
More info:
Mika Rottenberg, NoNoseKnows (video still), 2015 Video e installazione scultorea 21’ 58” Edizione: variante dell’artista Dimensioni variabili Courtesy l’artista e Hauser & Wirth
Sofia Silva, The Engagement Ring, 2017, olio e acrilico su tela, cm.25×35 (Courtesy the artist & P420, Bologna)
MONO3 presenta l’opera “senza titolo” di Giovanni Kronenberg
Gabriele Basilico, Beirut, 1991, Pure pigment print, 110 x 140 cm, edizione 3/15 Courtesy Archivio Gabriele Basilico
Geert Goiris, Owl, 2018
Leandro Erlich, Clouds, 2016, Mori Art Museum, Tokyo, 2017 Photo credit Hasegawa Kenta
is a contemporary art magazine since 1980
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