ArtePadova 2024

Dal 15 al 18 novembre 2024 (con vernissage giovedì 14 novembre, a partire dalle ore 18.00), nei padiglioni di Padova Fiere, con ingresso principale da via N.Tommaseo, si svolgerà la 34ª edizione di ArtePadova, una tra le più longeve manifestazioni nel mondo dell’arte in Italia.

Laurina Paperina “Sleep of Reason” 2021, acrylic on canvas, 80 x 100 cm. Ph courtesy Studio d’Arte Raffaelli, Trento

Le gallerie partecipanti esporranno opere dei grandi maestri dell’arte italiana e internazionale, come Carla Accardi, Getulio Alviani, Donald Baechler, Alighiero Boetti, Christo, Piero Dorazio, Piero Gilardi, Emilio Isgrò, Pino Pinelli, Gérard Schneider e Giulio Turcato, per citarne solo alcuni, così come non mancheranno le gallerie di consolidata attività come Santo Ficara arte contemporanea, marchio storico con sede nella città di Firenze e galleria decana di questa fiera. Altre gallerie da menzionare sono lo Studio Raffaelli di Trento, Moho Gallery di San Daniele del Friuli, Labs Gallery di Bologna, Lara e Rino Costa di Valenza, Galleria Vigato di Alessandria, Open Art di Prato, Bonioni Arte di Reggio Emilia, Giovanni Altamura Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Galerie Styriart di Murau, Cris Contini Contemporary di Londra, Oltrearte di Conegliano.

Tobia Ravà “Profezia della foresta” 2011, resine e tempere acriliche su tela, cm 110 x 110. Ph courtesy PaRDeS e Associazione Juliet

Le fiere sono ormai territorio da frequentare e da esplorare non solo per sfaccendati e cuoriosi desiderosi di passare un pomeriggio domenicale in maniera alternativa, ma soprattutto perché è diventato un luogo di incontro tra collezionisti e mercato, tra artisti e galleristi, tra artisti e opere d’arte, e così via. Tuttavia, ArtePadova non è solo un importante palcoscenico per le più disparate opere d’arte o di incontro tra la domanda e l’offerta, ma anche spazio assegnato ai più o meno giovani che desiderano autopromuoversi e che qui vengono accolti nella sezione Contemporary Art Talent Show, riservata a gallerie, associazioni, artisti indipendenti e collettivi che presentino opere dal costo inferiore ai 5mila euro.

Carla Accardi “Flash (Lefranc&Bourgeois)” 1990, vinilico su tela di lino non preparata, cm 80 x 100. Ph courtesy Galleria Giovanni Altamura Arte Moderna e Contemporanea, Roma

Inoltre, il Veneto, in virtù della sua fortunata posizione geografica nel cuore del produttivo Nord-Est italiano, terra di piccole imprese e di imprenditori fantasiosi, è passata da luogo dove la povertà e l’emigrazione erano flagelli endemici, a una diffusa ricchezza economica, tale da permettere investimenti di tipo voluttuario, come in qualche modo va considerata anche l’opera d’arte. Così Padova, grazie a questa fiera, è divenuta un importante nodo di scambio non solo con le regioni Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e centro Italia, ma anche con Austria, Slovenia e Croazia, nonché punto di sosta di un variegato pubblico mitteleuropeo, incardinandosi a nodo cruciale di una delle più importanti iniziative fieristiche del settore artistico, notevole sia per l’affluenza di visitatori e sia per la riuscita economica dei singoli operatori. Le 500mila imprese (moltissime di piccole e medie dimensioni se non addirittura a gestione familiare) registrate nel Veneto sono un segnale del trend economico di questa regione e delle possibilità di esuberi di denaro che possono essere dirottanti anche verso la sponsorizzazione di attività artistiche o votati al collezionismo e all’investimento nel campo dell’arte contemporanea.

Getulio Alviani “Senza titolo” 1978-79, alluminio fresato su laminato blu, cm 42 x 36. Ph courtesy Galerie Styriart, Murau

Ad ArtePadova 2024, JULIET partecipa con uno stand dove centinaia di riviste e prodotti editoriali saranno affiancati alle opere di Elisabetta Bacci, Nino Barone, Aldo Damioli, Carlo Fontana, Mark Kostabi, Laurina Paperina, Ferdy Poloni, Giovanni Pulze, Tobia Ravà, Antonio Sofianopulo, e questo solo per fare alcuni dei nomi proposti. In particolare ricordiamo che di Giovanni Pulze saranno esposte alcune opere dal ciclo dell’angelo. Tele coloratissime e di sicura efficacia espressiva, dove il fondale irretisce, mentre l’angelo fa pensare alla solitudine di ogni singolo individuo che sulla terra si muove e combatte sempre da solo la sua battaglia contro la durezza del vivere. Infine, ci soffermiamo sul lavoro di Tobia Ravà di cui saranno esposte alcune opere riferite alla pittura strutturata tramite l’alfabeto ebraico: una sorta di ghematrià o di numerologia tradotta in paesaggio. Un modo che permette all’autore di condensare e rendere quasi monumentale l’alfabeto segnico della pittura, ampliando le dimensioni e la forza delle forme geometrizzanti colorate e delle linee che ne marcano il percorso e lo tratteggiano come se fossero delle cornici di separazione.

David Begbie “Rozegold” 2022 Acciaio inox verniciato, sospeso, finitura color oro rosa 100 x 100 x 42 cm. Ph courtesy Cris Contini Contemporary, London

Tutto questo insieme di opere esposte ad ArtePadova possono sì essere viste solo dal lato epidermico, ma per comprenderle a pieno dovremmo prendere in considerazione anche l’aspetto contenutistico e di denuncia morale nei confronti di una civiltà (quella occidentale) che a torto o a ragione ha ritenuto di dover esportare i suoi valori nei quattro angoli del mondo, facendo anche molti danni collaterali. Insomma, in definitiva, molti sono gli spunti che possono motivare una visita a questa fiera d’arte e soprattutto allo stand Juliet. E per dirla tutta, una sosta a Padova potrebbe in effetti collegarsi anche con una visita al Caffè Pedrocchi, alla Cappella degli Scrovegni e alla Chiesa degli Eremitani. Giusto per rimanere in tema e immergersi nell’antico, dopo aver assaporato il moderno e il contemporaneo.

Fabio Fabris

Info:

www.artepadova.com


RELATED POST

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.