Artissima quest’anno ha celebrato il suo trentunesimo anniversario. Sebbene la manifestazione sia cresciuta in popolarità e valore commerciale delle opere esposte, continua a essere un’occasione per trovare opere toccanti, creative, strane e occasionalmente sarcastiche, oltre che per tenersi aggiornati sulle ultime novità nel mondo dell’arte. Qui folle di amanti dell’arte ogni anno si riuniscono con espositori, curatori, artisti e collezionisti per confrontarsi dal vivo con opere d’arte di tutti i settori e tutti i livelli di mercato. Molti report evidenziano gli aspetti “degni di nota” della fiera, come il livello delle vendite di opere d’arte da parte degli espositori, i numeri di partecipazione, le iniziative di sponsorizzazione e l’elaborato concept dei programmi, tutti risultati impressionanti. Tuttavia, c’era di più da osservare tra le linee colorate che a terra aiutavano a orientarsi tra gli stand delle gallerie.
Per molti, le transazioni riflettono una flessione del mercato dell’arte. Colpiscono, inoltre, i cambiamenti sorprendenti nel mercato dell’arte globale e il modo in cui si traducono in una serie di opere tra le più entusiasmanti in fase di creazione. Considerazioni economiche, aspetti culturali o semplici questioni logistiche hanno spinto le gallerie globali a testare sempre più di frequente la presentazione dei loro artisti in Europa. Questo alimenta un cauto ottimismo, alimentato da una sinergia tra artisti emergenti, gallerie e collezionisti internazionali. Tra i circa 200 espositori di Artissima c’era una nuova ondata di gallerie giovani, molte delle quali curavano i loro programmi con una prospettiva internazionale. La fiera è stata un’esplorazione delle variegate identità del mondo globalizzato, con proposte occidentali ma anche provenienti da Nord America, America Latina, Asia e Africa, per soddisfare diverse regioni e gusti. Di seguito, una breve rassegna degli stand e delle proposte a nostro avviso più interessanti.
Celeste Baracchi ha aperto la sua galleria, Alma Pearl, nel 2023 con l’obiettivo di riposizionarsi come canale per la costruzione di comunità a livello globale. Ad Artissima, la galleria ha esposto l’installazione “Eyes” di Cullinan Richards, trasformando lo stand della fiera in uno spazio liminale che confonde i confini tra l’osservato e l’osservatore. Su un’altra parete, il dipinto “Pencil Factory” della moscovita Margarita Gluzberg ha aggiunto un tocco sentimentale. Utilizzando l’intero set di matite colorate prodotte da Krasin, una fabbrica sovietica ormai dismessa, l’artista mediante un lessico visivo astratto «formalizza una realtà che ora non c’è più!» ci ha spiegato Baracchi. La serie di Jhonatan Pulido si ispira invece alle conseguenze della guerra civile colombiana. Il suo lavoro è stato elencato tra le migliori proposte della Frieze Week 2023.
Valerie Kabov, che dirige la First Floor Art Gallery Harare, ha partecipato alla fiera con opere di Anne Zanele Mutema, un’artista dello Zimbabwe che sperimenta con idee di spazio e falsi ricordi. I dipinti di Pebofatso Mokoena, che si evolvono attorno a micro e macro scale di politica, architettura e ambiente, ricoprivano un’altra parete dello stand. «Il Sudafrica ha una scena artistica molto dinamica, così come lo Zimbabwe. Essere un artista emergente è sempre difficile, ma ci sono molte cose interessanti che accadono in questo momento» ha dichiarato la gallerista. Vista la positiva accoglienza delle opere di questo artista africano, possiamo aspettarci la galleria alle future fiere che si terranno in Europa.
Nella sezione principale, lo stand della Galleria Steinek (Austria) ha presentato dipinti di Soli Kiani. Questo artista nato in Iran trasmette un commento sociale schietto attraverso composizioni straordinarie che esplorano concetti di libertà. Accanto c’erano le austere e pioneristiche opere murali del costruttivista Clemens Wolf. Entrambi gli artisti esaminano l’essenza della libertà, utilizzando sia il simbolismo sia l’astrazione. Il tema dello stand esprimeva l’intento di scoprire diverse prospettive culturali attraverso un parallelo concettuale. A proposito della selezione Steinek ha affermato: «C’è un forte legame di questi artisti con la nostra galleria, essendo questa la terza volta che esponiamo insieme le loro opere. Nonostante le differenze, il loro lavoro si concentra sullo stesso contesto».
Galleria La Cometa esponeva un progetto incentrato sull’ideologia e sulle norme generalizzate, osservando una comunità perseguitata attraverso le lenti di Miguel Angel Rojas. «Miguel Angel ha iniziato a documentare la scena queer in Colombia per oltre tre decenni», ci ha detto Jaramillo. «Ha esaminato molto, dalla documentazione di incontri gay segreti nei cinema di Bogotà negli anni ‘70 all’esame dei legami il mercato criminale della droga, l’alta società e l’eradicazione di alcune tradizioni indigene. Miguel Angel Rojas ha avuto un ruolo chiave per l’arte contemporanea in tutta la Colombia e l’America Latina e continua a esercitare la sua influenza sugli artisti più giovani poiché alcuni degli argomenti da lui toccati sono ancora oggi questioni sociali piuttosto rilevanti».
La sezione curata di quest’anno ancora una volta ha incluso la Galleria Rolando Anselmi, con una sezione collettiva affiancata da una mostra personale di opere di Vincenzo Schillaci. Schillaci è noto per le sue composizioni astratte e per l’uso di tecniche antiche. Le sue opere mettono in discussione gli attuali codici di rappresentazione del corpo e dell’identità, mentre la sua tecnica rivisita i materiali, come la polvere di marmo e la polvere di quarzo, che erano usati dai vecchi maestri. È stato un piacere vedere come Schillaci è stato celebrato per i suoi straordinari dipinti. Adiacente alla mostra personale, lo stand presentava artisti di lunga carriera, tra cui Ulrich Erben, insieme a opere meno note. «Adéla Janksà è stata la prima persona a unirsi al nostro recente programma di residenza» ha raccontato Caterina Della Longa.«È un’artista ceca le cui opere sono state esposte negli Stati Uniti, ma sta realizzando il suo debutto qui in Italia».
I lavori presentati nello stand della Galleria Lohaus Sominsky (Germania) si concentravano sui temi del tempo e della sua percezione. La galleria ha convocato una vasta gamma di artisti, sia nuovi sia affermati. Le opere di Ilit Azoulay esaminano il “tempo” con un obiettivo macro, utilizzando una simbologia contemporanea in cui converge il suo background culturale di artista israeliana di origine marocchina. La parete opposta a quella a lei dedicata era occupata da una nostalgica esposizione di “Tableaux”, i negativi in vetro di Staack Juergen trasformati in malinconiche fotografie positive esposte alla luce solare per un anno intero. Non c’è niente di meglio della natura quando si tratta di ritrarre il tempo e il suo passaggio. Le opere di Jetelová Magdalena, tra cui segnaliamo “Pacific Ring of Fire”, che mostra la catena montuosa sottomarina e il corso del bacino idrografico continentale, interpretano in modo crudo il mondo naturale.
L’Italia ha una ricca storia artistica, così come artisti contemporanei di fama mondiale. Oggi, la sua scena artistica è caratterizzata dalla collaborazione internazionale, con un’enorme densità di gallerie, così come associazioni artistiche di lunga data. Amanita Gallery (Stati Uniti) è stata fondata nel 2021 con l’obiettivo di promuovere uno scambio interculturale per artisti emergenti negli Stati Uniti e all’estero. «Siamo presenti principalmente a New York ora, quindi è bello creare un nuovo seguito per i nostri artisti qui in Italia», ha affermato Thea Mousa. «Abbiamo avuto uno spazio espositivo a Firenze per un anno e mezzo e, si spera, l’anno prossimo apriremo una galleria a Roma e un secondo spazio a New York. La comunità italiana è molto unita, con collezionisti e istituzioni solitamente concentrati sulla crescita collaborativa». Amanita ha presentato le opere di tre artisti nella sezione principale della fiera, tra cui “Dark Souls on Velvet” di Francesco Cima.
Per questa edizione della fiera, Acappella (Napoli) ha cambiato il suo approccio per accogliere una presentazione più ampia e completa. «Di solito utilizziamo Artissima come un’opportunità per far debuttare giovani artisti. Ma non questa volta. Abbiamo deciso di creare una presentazione più democratica per mostrare non solo un artista solista, ma i migliori risultati della ricerca che abbiamo svolto negli ultimi dieci anni», ha affermato Corrado Folinea. L’impegno maggiore della galleria negli ultimi anni è stato quello di creare dialoghi tra giovani artisti e il mondo dell’arte internazionale.
A+B Gallery (Brescia) affiancando il cielo romantico di Nazzarena Poli Maramotti alle frastagliate opere scultoree di Gleißende Welt all’ingresso dello stand, è stata tanto dinamica quanto varia. «C’è stata una grande accoglienza per le opere esposte, con persone interessate e che hanno posto le giuste domande», ha affermato con soddisfazione il direttore Dario Bonetta.
Tessuti tinti o sbiancati si uniscono per creare dipinti gestuali nelle opere d’arte oniriche di Manuel Tainha, protagonista dello stand della galleria Foco (Portogallo). Il suo lavoro, che utilizza tecniche e materiali inaspettati, evoca il cosmo e un senso di mistero. «I riferimenti del suo background guardano all’architettura e al modo in cui, in un certo senso, esplora le composizioni», ha affermato Gonthier. L’artista gestisce i materiali e le loro limitazioni seguendo impulsi grezzi e organici. Questi elementi sono costanti nelle opere di questo artista portoghese che, pur essendo gradevoli dal punto di vista della composizione, costruiscono un ponte visivo che comunica le idee dall’artista al pubblico.
Per concludere, Artissima grazie alla sua positiva curiosità per le scene artistiche di tutto il mondo, ha raggiunto un interessante equilibrio tra la tipologia e la provenienza delle gallerie proponendo un ampio spettro di artisti, dai nomi nuovi a quelli più affermati, e favorendo i dialoghi creativi.
Elena Mazaheri
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