Cosmo, eternità, culto, precipizio, caduta incorporea, alchimia, impulso, immenso subconscio, sacro. Smarrirsi e raccapezzarsi fra i labirinti bui dell’incoscienza nel pelago dorato di simbolismi e allegorie per poi, ancora, ruzzolare, volteggiando nell’abisso dell’immensurabile volta celeste, sfiorando col dito gli astri e coi piedi la gola del mondo. Verticale sentire dell’oltre. Ultra.
Svegliarsi, fare colazione, vestirsi, lavarsi i denti, uscire di casa, lavorare, pausa pranzo, tornare a casa, cenare, dormire. Ogni tanto parlare del tempo, di politica, un bicchier di vino, lamentarsi, andare in posta. Orizzontale scorrere del tempo. Terreno. Due linee, un equilibrio. Nord e Sud, Est e Ovest. Cardo e decumano. La scacchiera dell’esistenza.
La bi-personale Terreno-Ultra-Terreno, presentata dalla galleria Studio la Linea Verticale in occasione di Art City 2023, pone la sua ricerca sull’interconnessione di un ponte fra materiale e immateriale, l’evidente e l’occulto, il tangibile e l’allegoria. Un intreccio dimensionale che Navid Azimi Sajadi e Vettor Pisani concedono alla nostra percezione.
Un suono incessante, proveniente dalla video-installazione ANIMANIMALE di Mimma Pisani si irradia nello spazio niveo di Studio la Linea Verticale e accompagna l’ospite nel suo intimo pellegrinaggio verticale, un momento sacro. La prima sala espone alcuni capolavori della serie The Bridge series di Navid Azimi Sajadi, nata all’interno del MACRO di Roma, 2018. Sajadi si ispira al ponte Allahverdi Khan di Isfahan, composto da ben trentatré arcate. Ma qui, le arcate sono figure femminili estroflesse che paiono partorienti: preziosi simboli danno luce a profonde icone annodate fra ossa e stelle, animali e fiori colati in oro. Alcuni ponti-corpi si incurvano di più, decostruendosi; altri si reggono le caviglie e poggiano il capo col busto recante scritte arcaiche, che solo l’inconscio può interpretare. Un ponte del mondo, occidentale e orientale, tra il Mediterraneo e il lontano Oriente.
Allegorie che vi fan porre l’attenzione sul memento mori, un incessante fluire e dilagare del tempo sia nelle opere di Sajadi e sia nell’Isola dei Morti di Pisani, un richiamo alla filosofia di Seneca e al valore del tempo, che forse fin troppo regaliamo. E lì, sola e salda, la Pietra filosofale di Vettor Pisani, che ferma il tempo e dà respiro nel turbinio verticale. Piramide Cestia, col suo blu lapislazzulo, sembra dare un’indicazione, ovvero l’ascesi. Una piramide che guarda verso il basso, di nuovo un ribaltamento della salita verso il Sole quanto una discesa nella purificazione e distacco fino ad arrivare, citando la tradizione buddhista, alla consapevolezza dell’essere che non è altro che la certezza che tutto è mistero. Il vuoto.
Pare quasi una denuncia alla dissipazione di antichi valori e virtù, che non vengono percepiti nel frenetico vortice della quotidianità. Pisani ci pone davanti alla coesistenza dell’eros, così come Sajadi, col fallace sociale, pressoché animale, “Nell’oceano delle volgarità i pensieri nobili appaiono come delle isole” citando Nicolás Gomez Davila. Togliere la patina oleosa dell’inesistenza fino alla separazione del terreno e dell’ultra. Navid Azimi Sajadi nuovamente ci propone The Bridge series in chiave erculea-Grotesca. Un’ombra, un ponte, un corpo che si apre al simbolismo su sfondo dorato, un richiamo all’eleganza del mondo persiano e al suo etico splendore. Tale, poi, è il rimando alla cultura orientale con l’installazione site-specific all’interno dello spazio espositivo Studio la Linea Verticale per mano di Sajadi: un astro ricomposto da alfabeto orientale di ignota origine.
La bi-personale Terreno-Ultra-Terreno riesce a creare un ponte fra reale e trascendentale, grazie alla ricerca e tecnica di Navid Azimi Sajadi e dell’antieroe Vettor Pisani, grazie anche alla collaborazione della collezione di Mario Iannelli e il testo critico a cura di Antongiulio Vergine. L’appuntamento prosegue a Cremona Art Fair, dal 24 al 26 Marzo 2023 dove Studio la Linea Verticale propone Navid Azimi Sajadi assieme a opere dell’eroe, come viene definito, Joseph Beuys. Studio la Linea Verticale prosegue la sua ricerca dell’altro e oltre con la prossima esposizione Orizzonte-Sommo-Orizzonte, bi-personale di Giovanna Caimmi e Francesca Dondolio dal 21 aprile 2023 fino al 10 giugno, perseguendo ancora l’andamento verticale di cui possiamo godere nel mentre del nostro orizzontale.
Info:
Navid Azimi Sajadi e Vettor Pisani, Terreno-Ultra-Terreno
a cura di Antongiulio Vergine
02/02/2023-22/03/2023
Prossima mostra: Giovanna Caimmi e Francesca Dondolio, Orizzonte-Sommo-Orizzonte
21/04/2023-10/06-2023
Studio la Linea Verticale
Via dell’Oro 4B, Bologna
www.studiolalineaverticale.it
Classe 1999. Si innamora dell’arte vedendo la madre dipingere. Studia Storia dell’Arte all’Università Ca’ Foscari (Venezia) e nel frattempo divulga online video di pillole d’arte. Si occupa di arte contemporanea in veste di critica, curatrice e artista.
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