Conosco Elena Mazzi dall’università e il suo approccio immaginifico e innovativo alla ricerca artistica mi ha sempre affascinato, come i suoi racconti del resto, capaci di condurti all’interno di progetti che ti sembra quasi di aver vissuto con lei e in prima persona, anche a miglia di distanza.
Mi ha raccontato di Atlante energetico, un progetto olistico, sfaccettato e “nato dalla voglia di esplorare” che avrà la sua conclusione dopo otto mesi di ricerca, incontri, workshop, performance e viaggi all’estero il 24 giugno, con l’inaugurazione della mostra finale alla Fondazione Spinola Banna a Poirino. In mostra, oltre ai lavori di Elena Mazzi, saranno esposti quelli degli artisti selezionati a partecipare al workshop ovvero Paola Pasquaretta, Nadia Pugliese, Fabio Roncato, Silvia Rossi e Chiara Sgaramella.
Il progetto, prima tappa di una ricerca triennale, è stato avviato dalla collaborazione di due eccellenze artistiche del territorio piemontese: la Fondazione Spinola Banna e la GAM di Torino, grazie al sostegno della Compagnia San Paolo. Elena Mazzi è stata invitata a indagare il tema dell’energia, a curarne il progetto e a condurre il workshop; ha deciso di farlo in un modo che fosse “il più ampio possibile”.
Il punto di partenza è stato confrontarsi in prima persona con il territorio piemontese, esplorato in treno e in bicicletta perché quest’ultima, come racconta, “oltre ad essere un mezzo ecologico, permette di studiare il territorio circostante a diverse velocità”. Durante questi viaggi l’artista ha elevato a proprio campo di interesse quelle porzioni del paesaggio naturale poco inesplorate o secondarie ma che più lo caratterizzano: le risaie. Le risaie sono luoghi affascinanti, mi racconta, “che cambiano pelle durante le varie fasi dell’anno. In primavera sono specchi d’acqua che riflettono il mondo, in autunno invece si colorano di piante dorate. Chilometri e chilometri di terra piatta, dove uccelli e trattori camminano fianco a fianco con uno scopo comune: nutrirsi di un cibo secolare, che da sempre ha dato forma alle culture, alle economie e all’alimentazione di diversi paesi del mondo: il riso”.
Grazie alla capacità di Elena Mazzi di condurre progetti che uniscono diversi approcci alla ricerca, con Atlante energetico si è attivato un dialogo complesso e sfaccettato tra il mondo dell’arte e quello della scienza che, allo stesso tempo, ha creato una connessione tra i due spazi – Spinola Banna e GAM – coinvolti dal progetto. Al fine di condurre gli artisti in una ricerca che fosse il più trasversale possibile, Elena Mazzi ha coinvolto attivamente nel progetto una serie di ospiti esterni. In un primo incontro gli artisti si sono confrontati con realtà che trattano temi legati all’ambiente o alla scienza come Art Lab Gnesta, un centro sperimentale di ricerca artistica con base in Svezia che, da qualche anno, porta avanti il progetto Swamp Storytelling, narrando di arte, scienza e geografia dei territori paludosi tra Svezia e India; IRIS, Istituto di Ricerche Interdisciplinari sulla Sostenibilità con sede a Torino, composto da ricercatori e studiosi accomunati dall’interesse verso le tematiche legate alla sostenibilità e infine, l’Ecomuseo del Freidano, parte della rete degli Ecomusei piemontesi nati per valorizzare patrimoni naturalistici e storico-artistici legati ad un territorio specifico. Da un punto di vista più socio-culturale invece, i partecipanti si sono confrontati con Leone Contini artista antropologo che ha coinvolto gli artisti in una ricerca sulla nuova imprenditoria italo-cinese nata tra Monferrato, Varese e Vercelli e infine, il Nature Addicts! Fund, istituzione francese fondata da Bertrand Jacoberger che, ogni anno, organizza le Travelling Academy, momenti di incontro dove esperti di tutte le discipline e artisti di tutte le forme di espressione discutono e si confrontano su temi ad ampio spettro.
In mostra alla Fondazione Spinola Banna, quindi, sarà possibile fruire i lavori nati all’interno di un progetto profondamente trasversale e che sapranno raccontare le potenzialità racchiuse all’interno di un minuscolo chicco di riso. Accompagna l’intero progetto un volume che raccoglie le esperienze e le immagini del lavoro condotto in questi mesi con i testi di Alice Benessia, Carolyn Cristov-Bakargiev, Leone Contini, Vincenzo Guarnieri, Caroline Malmström, Elena Mazzi, Stéphane Verlet-Bottero ed Elena Volpato. Non tanto un catalogo ma, come racconta Elena Mazzi, “un atlante, un diario di bordo, un libro d’artista”.
Elena Mazzi, Pirolisi solare, still da video Super8 trasferito in HD
Paola Pasquaretta, Larizzate, fotografia
Fabio Roncato, Momento, particolare di scultura in cera cruda
Chiara Sgaramella, Oryza Collection, particolare da installazione
Michela Lupieri (*1983) è curatrice, ricercatrice e autrice. Si è laureata allo IUAV di Venezia in Arti Visive, con una specializzazione in arte contemporanea e pratiche curatoriali. Fa parte del team curatoriale di Palinsesti ed è research fellow all’Archivio delle Avanguardie (Collezione Marzona) presso l’SKD di Dresda. Vive tra l’Italia e la Germania.
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