Back to Nature, un progetto pensato nell’ambito di Romarama con la curatela dello storico e critico Costantino d’Orazio, presenta una serie di artisti italiani coinvolti in una riflessione sulla relazione tra uomo e natura, in risposta al dibattito sui cambiamenti climatici del contemporaneo. Si inserisce nel complesso museale e nel parco di Villa Borghese, da sempre luogo prediletto degli abitanti della cosiddetta città eterna, instaurando un dialogo tra passato, presente e paesaggio circostante, attraverso una serie di progetti in situ. Quale elogio alla natura, Back to Nature vuole riflettere sull’emergere di una nuova sensibilità artistica nei confronti dell’ambiente, ben valorizzando il patrimonio architettonico, storico e museale della villa, attraverso una serie di momenti isolati, pensandosi come una promenade tra le opere degli artisti e gli alberi del parco di Villa Borghese.
Al Museo Carlo Bilotti, Aranceria di Villa Borghese, Back to Nature presenta la personale Radici dello scultore Benedetto Pietromarchi, a cura di Paolo Falcone, una mostra che articolandosi in tre sale, vuole interrogare la relazione tra natura e artificio, biologia e costruzione, in un rinnovato rapporto materico e sensoriale del fare artistico nei confronti della natura. Da un’impronta puramente classica della costruzione scultorea, le opere di Pietromarchi presentano un’ecologia visiva del mondo vegetale, animale e naturale. Sono opere, come dichiara l’artista, pensate in Pescia Fiorentina, dove lui risiede, e in dialogo con storia dell’Aranceria di Villa Borghese. Lo sottolinea la grande scultura 42°26’21’’N 11°28’ 13.9’’E’, realizzata con la radice di una quercia maremmana, sormontata da una serie di pappagalli in ceramica, animali che un tempo abitavano il parco di Villa Borghese, presentata nel complesso di un disegno concettuale di microsfere, metafora di un processo di impollinazione all’interno del museo. Lo confermano le sculture pensate quale omaggio al tempio di Diana e alla fontana di Esculapio presenti in Villa, in cui Pietromarchi riprende nuovamente il tema della radice per pensare una scultura vegetale e vivente, sperimentando l’uso di diversi materiali quali il piombo e il metallo. Conclude il percorso una serie di tredici disegni preparatori in cui si ripetono motivi animali e vegetali pensati in situ, affiancati a una monumentale campana di terracotta, rivisitazione del celebre vaso Borghese, in cui oltre i motivi del drago e dell’aquila, emblemi della famiglia Borghese, Pietromarchi affianca lo stemma della cicogna, simbolo di prosperità per il presente.
Alla Casa del Cinema e al Museo Pietro Canonica, il poliedrico Nico Vascellari presenta il video Vitriol, 2020, un film-performance attraverso cui riflettere sul rapporto tra uomo, animale e natura oltre una logica antropocentrica. Il film di Vascellari suggerisce una nuova prospettiva, immersiva e panteistica del rapporto tra uomo e natura, focalizzandosi sul ruolo dell’artista quale mediatore tra i due mondi, come notiamo dalle immagini che vedono il volo dell’artista, sospeso a un elicottero, su vasti paesaggi di foreste conifere, facendosi portatore di un’esperienza catartica tra uomo e ambiente.
Sempre al Museo Canonica, il maestro Mimmo Paladino, presenta Senza titolo (bandiere), 2020, un’opera composta da una serie di dieci bandiere diversamente dipinte, in cui l’artista riprende gli stemmi, i dettagli e i decori delle sculture che storicamente adornavano i viali di Villa Borghese, poi divenute parte della collezione archeologica del Cardinal Scipione Borghese e ora parte della collezione permanente del museo Pietro Canonica. Ne risulta una serie di stendardi in cui si fondono i ritratti di divinità, imperatori e ninfe in analogia con la morfologia degli alberi del Parco di Villa Borghese, esposti sulla merlatura della facciata del museo e diversamente, fatti sbandierare dal gruppo Sbandieratori della città di Cori, in occasione dell’inaugurazione della mostra e della Giornata del Contemporaneo il 12 ottobre.
Alla Loggia dei Vini, con la curatela di Alessandra Mammì, Grazia Toderi presenta Red Map (2020) un’installazione composta da cinque elissi in movimento che disegnano, nel loro complesso, una mappa celeste o terrestre, in un ambiente immersivo in cui ripensare le leggi universali su scala umana, in una prospettiva cosmica e al contempo umanistica, perseguendo il principio filosofico che l’uomo è riflesso dell’universo e del cosmo.
Al Parco dei Daini, si susseguono una serie di interventi ambientali in dialogo con il paesaggio circostante. Negli spazi della Meridiana, Bufala (2019) di Davide Rivalta, guarda al rapporto uomo-animale, in un confronto tra pratiche e tecniche tradizionali e sperimentali. Edoardo Tresoldi, presenta Etherea (2018), una scultura trasparente ispirata alle architetture barocche e in dialogo con gli alberi circostanti. Se Accademia Aracne presenta Yarn bombing (2020) osservando al processo di trasformazione degli alberi, Wing Project propone allo spettatore un’esperienza ludica e interattiva attraverso una serie di pannelli dipinti come ali, simulazione di un volo angelico sul paesaggio. In dialogo con i Giardini Segreti della Galleria Borghese Andreco presenta Drops (2020), una serie di sette sculture pensate dallo studio di forme geometriche, come gocce a distillare riflessioni sul futuro di un nuovo rapporto uomo-ambiente. Conclude il percorso, l’opera di Mario Merz, Senza titolo, (Igloo di Oporto) (1998), un igloo sulla cui cima svetta un cervo con lo sguardo vigile e in cui si ripete una serie numerica progressiva tratta dalle formule del matematico del XIII secolo, Leonardo Fibonacci, sistema pensato per spiegare le regole della crescita e dell’evoluzione degli elementi naturali. Una riflessione sulla materia del fare artistico, il rapporto con il contesto, e un umanesimo che tenga conto delle leggi geometriche e matematiche, sono i tratti distintivi delle opere degli artisti presenti a Back to Nature, in cui un equilibrio tra uomo e ambiente sembra nuovamente e poeticamente possibile, nonché sostenibile.
Info:
Benedetto Pietromarchi, vista parziale della mostra Back to Nature al Museo Bilotti @Simon d’Exéa
Andreco, Studio Drops State of Matter, ph. Giorgio Coen Cagli
Mario Merz, Senza titolo (Igloo di Oporto), 1998 @Simon d’Exéa
Davide Rivalta, Bufala, 2020 @Simon d’Exéa
Edoardo Tresoldi, Etherea, 2018, ph. Roberto Conte
È interessata agli aspetti Visivi, Verbali e Testuali che intercorrono nelle Arti Moderne Contemporanee. Da studi storico-artistici presso l’Università Cà Foscari, Venezia, si è specializzata nella didattica e pratica curatoriale, presso lo IED, Roma, e Christie’s Londra. L’ambito della sua attività di ricerca si concentra sul tema della Luce dagli anni ’50 alle manifestazioni emergenti, considerando ontologicamente aspetti artistici, fenomenologici e d’innovazione visuale.
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