La mostra Natura in movimento porta a Palazzo Litta 15 sculture realizzate da Bia Doria con legni provenienti da foreste brasiliane a gestione sostenibile. L’artista, ispirandosi al movimento che osserva nella natura e nelle curve dei rami degli alberi, dona una seconda vita al legno che sarebbe destinato allo scarto plasmando nuove forme contemporanee in dialogo con le curve barocche dell’edificio che le accoglie. Residente a São Paulo, Bia Doria si è più volte avventurata nella Foresta Amazzonica per cercare tronchi recuperati da incendi, zone di deforestazione, fondi di fiumi e dighe per sensibilizzare l’attenzione internazionale sul tema della protezione dell’ambiente e dei disastri ecologici a cui porta il suo eccessivo sfruttamento. Le sue opere, in cui la materia prima si identifica con il soggetto del lavoro, propongono un modello positivo di simbiosi ed equilibrio tra uomo e natura. In occasione della sua personale milanese, l’abbiamo intervistata per approfondire i retroscena del suo lavoro.
La scultura in legno è spesso vista come un’attività prettamente maschile. Come ti sei avvicinata a questa disciplina e perché l’hai scelta come tuo principale veicolo espressivo?
Sono nata nel sud del Brasile dove le foreste di araucaria un tempo erano abbondanti, poi per molto tempo hanno sofferto per la deforestazione. L’arte quindi è per me un’intuizione che nasce dal disgusto che sentivo nel vedere la deforestazione durante la mia infanzia. Ho visto il disboscamento di Santa Catarina [provincia al sud di Brasile] all’epoca abbattere gli alberi era necessario per delimitare le terre-. Ho visto grandi e antichi alberi di araucaria essere abbattuti e bruciati, cosa che mi disturbava molto. Col passare del tempo, ho cominciato a unire il fastidio per l’abbattimento degli alberi e il termine “sostenibilità” e ho cominciato a mettere in pratica le mie idee tramite le sculture. Raccoglievo residui di legno abbandonato e cominciavo a elaborare le mie opere.
Durante i tuoi viaggi in cerca di legno ti sei inoltrata in zone selvagge poco frequentate dall’uomo. Quali sensazioni ti suscita l’immersione nella natura incontaminata?
Uscire alla ricerca della materia prima per il mio lavoro ha dato l’opportunità di conoscere luoghi affascinanti in Brasile, dove ho ho potuto conoscere non solo la fauna e la flora ma, principalmente, le persone che abitano nei luoghi più distanti dai grandi centri urbani. In questi posti intoccabili percepiamo quanto sia importante preservare e proteggere la natura. E creare pace e armonia tra gli uomini e la foresta.
Le tue sculture sono fatte di una materia viva, in perenne assestamento e cambiamento. Di quali cure hanno bisogno per resistere nel tempo?
Il legno più vecchio è meglio è, nella mia concezione. L’unica cura di cui le mie sculture hanno bisogno è evitare di lasciarle all’aperto, sotto il sole o la pioggia.
Le forme che crei coniugano una marcata suggestione biomorfa con un’elegante astrazione lineare. Come dialogano le tue visioni interiori con le forme dei frammenti lignei allo stato grezzo?
Il legno grezzo, naturale, è già di per sé affascinante. Le curve delle mie opere sono rappresentazioni dei movimenti esistenti in natura e nascono dall’osservazione del movimento degli uomini tra i rami degli alberi.
C’è qualcosa in particolare che ti lega all’Italia?
Le mie lontane radici sono italiane e penso che da qui vengano forza, perseveranza e la mia predisposizione per il cambiamento e la creazione.
Info:
Bia Doria. Natura in movimento
Palazzo Litta Polo Culturale di Milano sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.
Corso Magenta 24, Milano.
17 gennaio – 3 febbraio 2019.
Lunedì – Venerdì: 09h – 19h
Attore e performer, ama le arti visive in tutte le loro manifestazioni.
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