READING

Bjarne Melgaard al Faurschou Museum, New York

Bjarne Melgaard al Faurschou Museum, New York

Bjarne Melgaard non è solo un artista affermato che intrattiene rapporti di lavoro con gallerie del peso di Gagosian e Ropac, ma è anche un individuo dalla personalità contrastata, dove la luce e l’ombra si compenetrano in maniera indissolubile.

Bjarne Melgaard “Barney Does It All” 2024, vista della mostra da Faurschou, New York. Photo by Olympia Shannon © courtesy Faurschou

I temi sui quali focalizza il suo interesse sono spesso oggetto di polemiche e di incomprensioni. Nel nome di un pensiero libero e di sconfinamenti operati al di fuori dei recinti del vivere borghese, l’autore coltiva comportamenti da outsider e tocca i temi della sessualità (nelle derive più perverse), della droga, della depressione, scavalcando di norma i confini di una moralità consolidata, spesso in maniera provocatoria e che il più delle volte non viene né compresa né accettata. Tra le varie accuse che nel tempo sono state appiccicate ai soggetti delle sue opere quattro emergono in maniera ridondante: di essere maschiliste, di presentare tracce di razzismo, di istigare alla pedofilia e di incitare alla violenza. Ma l’autore non si sente né colpevole né responsabile per come il pubblico percepisce (dovremmo dire interpreta?) le sue opere.

Bjarne Melgaard “Barney Does It All” 2024, vista della mostra da Faurschou, New York. Photo by Olympia Shannon © courtesy Faurschou

I mezzi espressivi di questa sua grande libertà sono in genere in buona sostanza dipinti e disegni attinenti alla sfera dell’espressionismo, opere fotografiche e video, sculture e installazioni e ambienti. La volontà è quella di creare un contrasto evidente, quasi uno scricchiolare di denti, dove il caldo e il freddo si contaminano, dove il cupo e il solare possono convivere senza remora alcuna. Il mondo che emerge è complesso, talvolta caotico, un mondo dove è difficile trovare un filo che ci possa condurre lungo una strada lineare. Non mancano le frasi e gli slogan, e frammenti e le parole che si sovrappongono: un intreccio che diviene un groviglio, un universo dai confini porosi e di difficile praticabilità. Il magma è non solo un risultato, ma anche un processo, una materia in ebollizione. Possiamo parlare di un’arte del sentimento più che di un’arte che guarda alla realtà delle cose, a un percorso introspettivo più che a una descrizione del mondo circostante. Il mondo circostante, con tutti i suoi riferimenti di cultura alta e bassa, è sempre presente, ma viene filtrato da una pulsione interiore che fa da motore e genesi dell’intera sua opera.

Bjarne Melgaard “Barney Does It All” 2024, vista della mostra da Faurschou, New York. Photo by Olympia Shannon © courtesy Faurschou

Ora Faurschou dedica a Melgaard una personale che comprende film, dipinti, sculture e assemblaggi. Il filo conduttore è quello dei lati più oscuri dell’umanità, ma in trasparenza è del tutto evidente che l’autore ci sta presentando una specie di narrazione in prima persona: ci apre il libro della sua vita. Il punto centrale della mostra è il video che Fred Heggland e Morten Haslerud gli hanno dedicato e dove un monologo interiore si fonde con spezzoni d’archivio e immagini della cultura popolare, quasi a indicare la continua lotta che Melgaard, come artista e tossicodipendente, ha portato avanti per sottomettere i demoni e far emergere la sua creatività. Ma la pagina rivelatrice è una vetrina piena di oggetti provenienti dallo studio dell’artista e che ci offre uno sguardo diretto sul suo processo creativo e sugli spunti personali che alimentano il suo lavoro.

Bjarne Melgaard “Barney Does It All” 2024, vista della mostra da Faurschou, New York. Photo by Olympia Shannon © courtesy Faurschou

Ecco le parole dell’autore: «Il film parla del tentativo di credere in te stesso come artista. Di cercare di convincerti di avere qualcosa da dire. E per me è sempre stato importante che quello che ho da dire fosse molto semplice. Se dipingo il dipinto di una mucca, è il dipinto di una mucca. Sotto non c’è nulla». Santa verità che conduce all’immediatezza della pittura, ma che ci fa pensare a come la mucca potrebbe anche volare nel cielo o in una stanza e allora non sarebbe più solo una mucca, ma ci potrebbe parlare d’altro. Resta il fatto che questo appuntamento da Faurschou è per Melgaard un altro importante tassello della sua esuberante e incontenibile creatività.

Info:

Bjarne Melgaard, Barney Does It All
8/2/2024 – 14/7/2024
Faurschou New York
148 Green St, Brooklyn
www.faurschou.com
newyork@faurschou.com


RELATED POST

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.