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Buone Maniere, l’invito di Simona Pavoni da EMM / ...

Buone Maniere, l’invito di Simona Pavoni da EMM / Ex Maglierie Mirella

«Il candore sospende il tempo.
Dietro la soglia abbandonata scorre il flusso degli spiriti,
solo la luce filtra in pieghe morbide.
Il vociare fluttua nell’aria».
(Annika Pettini, AB ÉSSE. Brano estratto dalla poesia ispirata dal concept della mostra)

Come si fa a raccontare il desiderio di afferrare l’ignoto, quella curiosità morbosa che da secoli ci spinge a tentare l’impossibile, a oltrepassare i confini, anche quando chiaramente non siamo stati invitati? Come si può descrivere la delicatezza della luce che invece impertinente si insinua anche in minuscoli fori, e si appoggia morbida su ogni superficie? Ci è riuscita Simona Pavoni, con una grazia incantevole, che contraddistingue la sua ricerca.

Simona Pavoni, “Tenda”, dettaglio, installation view at Ex Maglierie Mirella, Milano, in “Buone maniere”, courtesy of the artist

Buone maniere – come quelle che sarebbe opportuno osservare, prima di attraversare una soglia senza permesso – è il titolo della nuova personale, allestita in un perimetro antico: l’Ex Maglierie Mirella, lungo il naviglio della Martesana, a Milano. Come spesso accade nello stile di Pavoni, lo spazio e l’opera coincidono, nel senso che l’artista vi lavora come se avesse tra le mani un corpo da plasmare, rigorosamente e con assoluto rispetto. Il desiderio è quello di accompagnare le persone all’interno di un percorso, e posticipare il più possibile l’arrivo al nucleo tematico, occultando ma rivelando, come in una coreografia. Dunque, in prima istanza, i volumi delle vetrine su strada ci ricevono simmetricamente con Pori, il primo canale di comunicazione che ci indica una via di accesso, e come i pori della pelle, accolgono o respingono, a seconda dei casi, ancor prima delle membrane interne. In tal caso il lavoro è altamente simbolico, tutto incentrato sulla trasparenza e sulla mimetica scomparsa a effetto, tra visibile e invisibile.

Simona Pavoni, “Il branco”, dettaglio, installation view at Ex Maglierie Mirella, Milano, in “Buone maniere”, courtesy of the artist

Superato questo primo accesso, si ha l’impressione di trovare un nuovo sbarramento: Il branco, infatti, è un’opera realizzata con pelo di cane accuratamente pettinato e giustapposto quasi a costituire un arazzo, che ci si para davanti agli occhi come fosse stato collocato a protezione di un luogo sacro. A questo punto viene spontaneo chiedersi se l’atteggiamento dei cani nei nostri confronti sia più di fedele riconoscimento, come nel caso di Argo dopo il lungo peregrinare del suo amato Ulisse, o di minaccioso ostacolo alla stregua del Cerbero lungo la discesa nell’Ade. Ma poi ci ricordiamo che stiamo per entrare in un luogo che una volta è stato avvolto di ricami, filati, gomitoli e allora i manti in chiaroscuro dei cani tornano a esaltare la morbidezza di un incontro.

Simona Pavoni, “Buone maniere” at Ex Maglierie Mirella, Milano, azione performativa, courtesy of the artist

Attraversata la piccola porta di legno, ancora una volta accoglienza e diffidenza si rincorrono, in un gioco fatto di soglie socchiuse su altri ingressi, non immediatamente visibili. In un’atmosfera famigliare, che allo stesso tempo disorienta, notiamo subito le grandi tende di carta leggerissima e fluttuante, che però tengono a riparo dai nostri occhi indiscreti, chissà quali spazi altri. Le quinte scandiscono la scena, e posticipano la comprensione dei reali limiti, in un susseguirsi di attrazione e frustrazione. Intanto, dal piano di sopra, il frusciare delle dita nervose lungo il corrimano, scandisce il tempo, aggiungendo un sottile stato di angoscia da osservati speciali. Aria e luce si mescolano nell’azione performativa e sembra quasi che da un momento all’altro la nostra curiosità possa essere irreparabilmente repressa.

Simona Pavoni, “Intimo”, installation view at Ex Maglierie Mirella, Milano, in “Buone maniere”, courtesy of the artist

La lingerie e gli accessori appesi in camerino o esposti in bella vista sembrano dimenticati in una sospensione senza tempo. In ogni caso, se proprio si volesse indossarli, sarebbe necessario riservare loro una delicatezza estrema, perché il vetro temperato potrebbe andare in frantumi da un momento all’altro. Simona Pavoni ci invita ancora una volta con impalpabile candore a riflettere sull’importanza del rispetto della sensibilità, dei confini e dei luoghi di ciascuno: è necessario scegliere con cura i momenti e le parole, senza imporsi né sbaragliare le soglie. La sua indagine si concentra sul corpo, sull’intimità della relazione, e sulla memoria, e in questo caso, è richiesto uno sforzo di ascolto maggiore, a chi entra dalla piccola porta di legno.

Giulia Russo

Info:

Simona Pavoni. Buone maniere
EMM / Ex Maglierie Mirella
Via Ponte Nuovo, 2, 20128, Milano
14/06/2024 – 24/07/2024
EMM/ Ex Maglierie Mirella


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