«Prima che di te resti solo la voce» recita un avvertimento in cui risuona profondamente la caducità dell’essere e l’inevitabile scomparsa. Tale poetica sentenza è racchiusa nell’opera site-specific “Sibilla” (2024), risultato della collaborazione non solo tra Camilla Gurgone e C. Sidonie Pellegrino – le due artiste che hanno recentemente inaugurato la bi-personale “Softly Disappear” – ma anche tra misteriose profezie e moderna artificialità. La mostra di Camilla Gurgone (Lucca, 1997) e C. Sidonie Pellegrino (Castellammare di Stabia, 2002), a cura di Martina Campese e Sara Verde ed esposta presso Arte Spazio Tempo a Venezia, percorre il disfacimento e la sparizione della materia. Il concetto di dissolvimento è la musa irresistibile che invita le due artiste ad approfondire le complessa natura dell’assenza, della transitorietà dell’esistenza e, di conseguenza, il concetto avverso di presenza. Diversi sono i mezzi adottati che pongono in dialogo le due artiste nello spazio.
I lavori di Camilla Gurgone sono manifestazione della scomparsa in quanto esplorazione della memoria e dell’intimità. L’artista approfondisce le potenzialità del linguaggio e dell’intelligenza artificiale confrontandosi con il tempo e il suo effetto trasformativo nei confronti di ricordi collettivi e personali. In particolare, con “Process to shape the imaginary n°2 – n°6” (2023) l’artista realizza la rappresentazione virtuale di un sogno: su una parete, fasce di carta termica riportano immagini create tramite intelligenza artificiale – destinate a scomparire nel tempo, lasciando annebbiate tracce di ciò che è stato – che interrogano la natura fugace dell’intelligenza artificiale stessa e l’impermanenza degli artefatti digitali. La scomparsa nell’era digitale è un concetto in continua trasformazione, Gurgone si confronta così con la natura passeggera della virtualità. L’artista espone inoltre la serie completa “Tachilalia” (2018-2024), ventotto facsimili di scontrini realizzati in carta termica che ha collezionato e dei quali reinventa il contenuto spostando parole e lettere per generare nuovi accostamenti e contenuti. Le poesie che ne derivano portano all’attenzione diverse tematiche e meditazioni introspettive, ma – considerando la serie nella sua interezza – queste hanno il potere di alterare la comune visione sulle ricevute: spesso cestinato o abbandonato in quanto fastidioso scarto, lo scontrino è invece prova del nostro passaggio e delle attività umane del quotidiano. Le opere di Camilla Gurgone ruotano dunque intorno a un’elegante rilettura di azioni ordinarie e, in questo senso, manifestano la volontà di instillare una maggiore consapevolezza nell’osservatore.
Nelle opere di Pellegrino la scomparsa si intreccia anche con pratiche d’archivio socioculturali più ampie, riportando alla luce storie dimenticate o emarginate. I libri d’artista, “Drude” (2023), mostrano un’inedita narrazione sull’iconografia delle brigantesse, fedeli combattenti la cui storia è ancora disordinata e disgregata; le immagini delle donne sono sfocate e difficilmente identificabili rimarcando l’effimero ricordo della loro esistenza e rendendole quasi più simili a esseri spettrali provenienti da un tempo lontano. L’artista, attraverso il linguaggio, trascrive inoltre alcuni suoi componimenti poetici su nove foglie all’interno dell’opera “Litanie” (2021); con il tempo e l’inevitabile decomposizione delle foglie, la scrittura ritornerà segno grafico – irriconoscibile e delicato – simboleggiando e riflettendo la corruttibilità della cultura linguistica. Con i propri lavori l’artista offre uno spazio per la contemplazione dove è possibile ragionare su quanto la cultura sia essenza viva e mutevole, che cambia insieme all’umano e che non scompare, ma si trasforma.
Il cuore di “Softly Disappear” è quindi un invito a confrontarsi con l’inevitabile dissoluzione, senza il decadente spettro della fine, invitando al contrario il pubblico a contemplare l’assenza. In questa delicata esplorazione, lo spettatore può scrutare la dissolvenza e ascoltare la fragile eco della presenza in un mondo definito dal cambiamento perpetuo; è una testimonianza del dolce fascino dell’ignoto e della delicata ed effimera natura dell’esistenza.
Irene Follador
Info:
Camilla Gurgone e C. Sidonie Pellegrino, Softly Disappear
a cura di Martina Campese e Sara Verde
28/03/2024 – 27/04/2024
Arte Spazio Tempo
Campo del Ghetto 2877, 30121 Venezia
artespaziotempo.it
is a contemporary art magazine since 1980
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