Il progetto di installazioni site-specific alla chiesa sconsacrata di San Carlo a Cremona, realizzato in collaborazione con APALAZZOGALLERY, continua con il dialogo tra pittura e spazio espositivo di Robert Janitz. “Cosa significa ‘white cube’? Che effetto ha questa tipologia di spazio sul suo contenuto? É uno spazio neutro? Uno spazio costruito per fini commerciali? O è uno spazio sacro?”
Robert Janitz si pone queste domande e da esse nascono i frutti della sua ricerca e della sua recente volontà di sperimentare con diverse tipologie di spazi espositivi. L’artista tedesco, oggi di base a Città del Messico, inizia questo percorso di ricerca nel 2021 presso Casa Gilardi, gioiello modernista di Luis Barragan, dove le sue opere si integrano con un ambiente caratterizzato da pareti dai colori sgargianti e insoliti accostamenti di texture e materiali.
Successivamente, l’artista ha continuato le sue sperimentazioni espositive prima presso Villa Ipranosyan a Istanbul, una dimora decorata del XIX secolo, poi, a inizio estate 2022, all’interno del pre-colombiano Museo Anahuacalli di Diego Rivera, arrivando oggi a Cremona e alla chiesa seicentesca sconsacrata di San Carlo. Qui, la mostra intitolata “Carmina Burrata” si colloca come quarta installazione site-specific curata dall’artista newyorkese Servane Mary e presenta un ciclo di dodici dipinti disposti su un’architettura progettata dall’artista. Finora il progetto San Carlo ha ospitato i lavori di Servane Mary con la mostra intitolata “Glitches”; seguita dalla scultura realizzata da Mark Handforth e intitolata “White- Light-Whirlwind”, da Friedman, che in “The Tiger’s Tail” ha proposto un’immersiva opera di video arte e performance, per terinare con la pittura di Robert Janitz in “Carmina Burrata”.
Janitz, noto per i suoi grandi dipinti astratti realizzati con olio, cera e farina su uno sfondo monocromatico, realizza sei dipinti in bianco e nero e sei dipinti a colori divisi ai lati opposti dell’installazione. La struttura è imponente e taglia in diagonale e per tutta la sua lunghezza la navata centrale della chiesa. La forma è quella di un ponte ferroviario o di un acquedotto romano dalle arcate alte e sottili. Percorrendo la sala, il visitatore è portato ad attraversare gli archi vuoti, alternando la visione dei dipinti in bianco e nero, più in linea con le cromie della chiesa e visibili fin dall’ingresso, ai dipinti nascosti dall’architettura e dai colori quasi psichedelici. Ritmo e sorpresa sono scanditi dal susseguirsi delle cappelle laterali della chiesa di SanCarlo, la cui architettura è perfettamente rispecchiata nell’installazione di Janitz. L’utilizzo del bianco e nero, tanto raro nella pratica dell’artista, dialoga con gli ampi spazi sconsacrati.
Mark Handforth prima di Janitz ha deciso di intervenire sul grande vuoto della chiesa di San Carlo realizzando “White- Light-Whirlwind”, ovvero un’installazione alta sedici metri, composta da luci al neon sovrapposte tra loro a creare un vortice che culminava al centro della cupola barocca della chiesa. Con “Carmina Burrata” anche Janitz è intervenuto sul vuoto, sfruttandolo per realizzare un’installazione che enfatizza e sottolinea i profili delle arcate della chiesa esaltandone l’architettura e creando campate minori e minimali racchiuse in un contenitore barocco. Lo stile astratto di Janitz si pone a confronto con la complessità delle decorazioni ormai decadenti e scrostate che lo circondano, creando diversi livelli di contrapposizione tra i dipinti e tra di essi e lo spazio circostante dando ulteriore prova della ricchezza di risultati possibili nel contrapporre le sue opere a uno spazio espositivo tanto unico nel suo genere come la chiesa di San Carlo.
Rita Meschiari
Info:
Robert Janitz, Carmina Burrata
24/09/2022 – 10/01/2023
SAN CARLO
Via Bissolati 33, 26100 Cremona
info@sancarlocremona.com
Rita Meschiari (Modena, 1994) si laurea in lingue nel 2019 per poi intraprendere un percorso formativo nel campo della curatela d’arte, con approfondimenti in storia dell’arte contemporanea e scrittura critica. Terminato il corso per curatori ICON 2020, offerto da Fondazione Modena Arti Visive, oggi si occupa dell’organizzazione di progetti inerenti all’arte contemporanea, con particolare attenzione rispetto all’utilizzo di pratiche video-fotografiche. Tra gli altri, ha collaborato con ReA! Art Fair e Centrale Festival.
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