Carsten Höller (1961, Bruxelles), laureato in Agronomia a Kiel nel 1993, applica l’approccio scientifico acquisito durante gli studi universitari alla produzione artistica, volta a scandagliare la natura delle relazioni umane con strumenti espressivi che generano spaesamento e attraverso contesti che problematizzano le usuali forme di percezione mediante esperienze di partecipazione attentamente controllate. Artista tra i più interessanti della scena internazionale a partire dagli anni Novanta, colloca i suoi lavori al confine tra psiche e biologia, spaziando da una ricerca accurata sulle emozioni all’indagine di predisposizioni naturali quali l’istinto alla procreazione e la paura. Sentimenti come l’amore, l’affettività e la gioia, se considerate come strategie essenziali per una buona riproduzione del patrimonio genetico umano, ridimensionano gli esseri umani a semplici creature animali fra altri animali.
Sviluppando installazioni e sculture interattive, Höller crea strutture in grado di indurre il pubblico, in maniera spesso anche giocosa, a stati di eccitazione, alterazione, dubbio e confusione, utilizzandolo come soggetto di esperimenti percettivi e psicologici. Nella sua poetica, che coinvolge allo stesso titolo piante, animali e persone, l’arte è uno strumento per effettuare esperimenti che mescolano il livello simbolico con il reale, rivelando la sua attitudine a scavare e sovvertire le categorie culturali ed etiche che la nostra società dà per certe. La conturbante fascinazione dei suoi lavori, vere e proprie trappole metaforiche e ambientali, risiede nella ricorrente manipolazione di forze ancestrali, come l’idea di sicurezza, la curiosità infantile, il piacere e la gioia come stati fisici, il gioco, il rapporto dinamico fra dubbio e certezza.
Mushroom Mathematics, la nuova mostra di Carsten Höller attualmente in corso alla galleria Massimodecarlo a Palazzo Belgioioso, presenta in anteprima una serie di sculture e dipinti che trasformano la sede espositiva in una macchina del dubbio, resa ancora più spiazzante dall’accostamento di lavori che sembrano a prima vista contrapporre due codici estetici di segno diametralmente opposto.
Da un lato troviamo infatti una grande vetrina che ospita 48 repliche di funghi in vari colori, dimensioni e forme, ciascuna composta da una metà di Amanita muscaria e una metà scelta tra varie altre specie di funghi, la cui presenza si amplifica nella sala principale con il lussureggiante sottobosco artificiale composto dalle sculture della serie Giant Triple Mushrooms, composte da una metà di Amanita muscaria e due quarti di altri funghi. Dall’altro, l’installazione è circondata da una serie di quadri rotondi, quadrati e romboidali delle stesse dimensioni, realizzati in diversi colori: i Division Paintings. La loro astratta perfezione si basa su un semplice principio di partizione matematica: una linea dipinta al centro della tela che divide la superficie in due parti uguali, una sezione delle quali viene successivamente divisa in due nuove metà e, seguendo questo schema geometrico, la tela viene più volte suddivisa fino a evocare un infinito potenziale ma al tempo stesso tangibile.
In entrambi i casi l’artista, operando una sistematica partizione degli elementi con cui si trova ad operare – i funghi e le tele – finge simmetrie e specularità dove invece esistono un vuoto di logica e un’arbitrarietà chirurgica che affondano nell’imperscrutabile inconscio di una razionalità che, nonostante si sforzi di implementare le strutture logiche che la sorreggono, arriva a scontrarsi con i propri limiti. Arriva inevitabile il dubbio, che Höller cerca di suscitare nelle sue più diverse declinazioni estetiche: il dubbio nella sua poetica rappresenta la contraddizione di qualsiasi verità, il cui scopo è implementarne il significato e far deflagrare la bellezza. Bellezza che non si può fare a meno di ammirare nelle misteriose Amanite riprodotte dalle sculture, per l’artista icone dell’incertezza, dell’ambiguità e simbolo (come i quadri) della tensione infinita verso la ricerca: non solo aprono la nostra mente a effetti imprevedibili, ma lo fanno vivendo e riproducendosi con modalità ancora incomprensibili.
Filippo Monelli
Info:
Carsten Höller. Mushroom Mathematics
15 novembre 2018 – 12 gennaio 2019
Galleria Massimodecarlo
Milano / Belgioioso: Piazza Belgioioso 2
For all the images: Carsten Höller. Mushroom Mathematics, installation view at Massimodecarlo Milano / Belgioioso
L’arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare.
(Salvador Dalì)
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