Una città deserta. Niente caos. Nessun rumore particolarmente fastidioso legato al traffico. Tutto sembra essersi fermato a Catania per il COVID-19. Ma quanto può far rumore il silenzio di una città quando questo silenzio è obbligato? Fa male quasi da creare irritazione agli occhi e fischi assordanti alle orecchie. Fa tanto male soprattutto quando quella città la vivi ogni giorno, la respiri, l’annusi e resti estasiata dalla sua bellezza. Catania, situata ai piedi del Monte Etna che con le sue eruzioni spesso le regala un fascino particolare, è una città d’arte, esempio indiscusso del barocco siciliano e per questo patrimonio Unesco insieme alle altre città del Val di Noto, in questo momento è obbligata a far silenzio; è obbligata a non far parlare i propri monumenti, la propria storia e le proprie tradizioni. Si sta riposando, come il resto d’Italia e del mondo. E quando ci riposiamo, si sa, ci rialziamo carichi e più in forma che mai!
Il silenzio e il quasi pallore assunti dalla città di Catania in questo periodo di clausura obbligatoria è stato immortalato recentemente da un giovane fotografo catanese, Antonio Arcoria, il quale ha dato vita al progetto CoronaVirus visual diary in Catania.
Arcoria è solito elaborare veri e propri reportage fotografici che raccontano ‘cosa sta succendendo’; nel dicembre 2018, ad esempio, ha partecipato a una missione umanitaria in Senegal e Gambia per conto dell’associazione “DonBosco2000” di Catania, per la quale ha lavorato tre anni, e il reportage fotografico scaturito da tale viaggio si è concentrato sulle scuole in Senegal, sul lavoro nei campi e sulla vita quotidiana. Il fotografo racconta senza filtri tutto ciò che lo circonda e il suo occhio insieme a quello della macchina fotografica è artefice dell’immortale la vita di coloro che poi diventano protagonisti dei suoi scatti.
Così Antonio ci racconta CoronaVirus visual diary in Catania ‘’L’idea del progetto nasce nel marzo del 2020, con l’inizio di quella che diventerà nelle settimane a seguire la più grossa crisi sanitaria globale che abbia colpito l’umanità dal dopoguerra. Questo particolare momento storico vivrà ancora a lungo nelle menti e nei ricordi della gente. Stiamo vivendo uno still image della società contemporanea. Tutto è congelato, come se il tempo e il mondo si fossero fermati. La nostra esistenza si alleggerisce dai pesi della modernità e si torna alla riscoperta dell’essenziale. Per chi come me è abituato a vedere una Catania che non dorme mai, sempre in movimento e pullulante di vita la vista di queste immagini non può che lasciare un segno indelebile nel cuore di chi le osserva.
Ho deciso di documentare e immortalare la vita, che nonostante tutto non cessa di esistere nella mia città, con tutte le contraddizioni che da sempre la caratterizzano, con la speranza che tutto ciò possa servire a suscitare in tutti noi degli interrogativi. In un particolare periodo storico come questo, dove i contatti umani devono essere totalmente azzerati, dove bisogna stare lontani almeno un metro gli uni dagli altri e dove persino abbracci e strette di mani sono vietati, l’auspicio è che questa condizione surreale dell’esistenza umana, ci faccia realmente capire quanto è importante l’altro per ognuno di noi. La perdita totale del contatto fisico e la momentanea paura che potenzialmente qualunque essere umano possa contagiarci, deve farci riscoprire la voglia e il desiderio di stare insieme. Per troppo tempo siamo stati abituati a comportarci come ‘società di individui’. Al termine di questo paradossale e post apocalittico periodo storico abbiamo l’obbligo di riscoprirci come comunità.’’
La particolarità dei lavori di Arcoria sta proprio nel ‘congelare’ il momento che ha scelto di immortalare. Non c’è nulla di studiato nei suoi scatti. Non può esserci nulla di studiato. Il fotografo si trova semplicemente a vivere una realtà, la sua, che nonostante il riposo obbligato continua a vivere. Il bianco e nero degli scatti sembra riportarci indietro negli anni, magari a qualche altro momento della storia in cui la crisi e il disagio sono state provocate da altre cause. In questi scatti in bianco e nero, con la freddezza data dai non colori, si racconta di un Virus che spaventa ma allo stesso tempo dà speranza e forza di rialzarsi più forti che mai.
E a tal proposito decido di incontrare chi più di ogni altro vive di speranze giornaliere e che investe nella città di Catania in prima persona: Giusy Belfiore, Presidentessa dell’Associazione Guide Turistiche Catania. Chi più di lei può raccontarci come Catania sta affrontando questo silenzio assordante?
M.S.: Parlaci dell’Associazione Guide Turistiche Catania, quando nasce e quali sono i suoi obiettivi.
G.B.: L’Associazione nasce nel 1991 per occuparsi del territorio e della professione: uno degli obiettivi primari è difendere la professione da un punto di vista sindacale, attraverso una serie di attività volte alla promozione della cultura e alla difesa del territorio. L’Associazione è senza fini di lucro, include solamente Guide titolate presso la Regione Sicilia all’esercizio della professione e rispetta i vincoli della deontologia professionale, del comportamento rispettoso fra soci e soprattutto dell’attività all’esterno che deve essere garantita da determinati comportamenti. Se le attività di qualche socio non risultano in linea con lo statuto, possono essere motivo della sua espulsione; in questo cerchiamo di essere molto attenti.
M.S.: In che modo l’Associazione sta affrontando la pandemia?
G.B.: L’Associazione da sempre instaura relazioni con altre Associazioni e istituzioni, quindi con tutti i soggetti locali (politici e culturali) interessati alla promozione e alla produzione di turismo. C’è un’intensa interazione con l’Università di Catania attraverso tutoraggi, convenzioni, attività di promozione, insomma, tutto quello che ruota attorno alla diffusione della conoscenza affinché questa diventi un modo per promuovere non solo il turismo ma la cultura stessa del territorio, proprio perché alla base della professione di guida turistica vi è la mediazione culturale.
In questo momento non possiamo fare molto, nel senso che il nostro lavoro si è completamente azzerato: il turismo e la cultura in Sicilia assorbono una buona parte di occupazione e le altre forme di lavoro sono molto limitate. Per le guide, come per tutte le partite iva individuali, ‘zero produzione = zero incassi’. E allora come combattiamo la pandemia? Guardando avanti e pensando a quello che sarà dopo. Stiamo pianificando, con le istituzioni, i relatori e gli stessi tour operator delle attività che possano promuovere il turismo in Sicilia per cercare di ridurre al massimo la durata di questo periodo problematico. Bisogna iniziare a creare buone energie e soprattutto aiutare la gente a guardare avanti e a non pensare troppo alla chiusura con delle attività di diffusione della cultura e partecipando a tutte le iniziative che possano mettere la nostra conoscenza e il nostro bagaglio culturale a disposizione degli altri. In questo caso gli strumenti migliori sono i social media, che permettono la rapida condivisione di fotografie, attività, riflessioni e pensieri.
Antonio Arcoria, Quando hai paura che il virus ti dia alla testa, 2020
Antonio Arcoria, Armored Sicily, 2020
Antonio Arcoria, The warriors, 2020
Antonio Arcoria, Tutti devoti tutti, 2020
Giusy Belfiore, presidente Associazione Guide Turistiche Catania
M.S.: In cosa consiste l’iniziativa social #vieniconnoi? Come credi che il lavoro dell’Associazione aiuterà la città di Catania e della sua provincia a rialzarsi?
G.B.: #vieniconnoi è una rubrica social, da seguire attraverso i nostri canali Facebook e Instagram, che conduce virtualmente a piccoli tour del comprensorio etneo e incoraggia a tenere duro. L’obiettivo è far sentire i turisti vicini al territorio nella speranza che questo periodo passi in fretta. Raccontiamo attraverso immagini, aneddoti e curiosità, i luoghi e i simboli rappresentativi della nostra città e della sua provincia e invitiamo i nostri followers a condividere foto/cartoline passate di viaggi o passeggiate che narrano la storia, l’arte e la cultura.
Questa forza di continuare a tenere duro e a non mollare, attraverso le nostre continue azioni, ci ha permesso di renderci disponibili a un tavolo tecnico che ci consente di partecipare a tutte quelle attività e iniziative, come visite guidate che al cliente possono essere offerte a un prezzo ridotto o in altri casi addirittura delle visite guidate gratuite, dando quindi maggiore accessibilità alla bellezza di Catania. Continueremo il più possibile a fare tirocini e a essere aperti alle attività dell’Università.
Laureata in Comunicazione e valorizzazione del patrimonio storico artistico e specializzata in Progettazione artistica per l’impresa, lavora a stretto contatto con l’arte contemporanea, facendo di questa la chiave di lettura per ogni approccio lavorativo verso la quale si muove. Art is life il motto attorno cui la sua esperienza lavorativa/artistica ruota.
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