Nell’era della grande pandemia l’artista Roberto Rocco volge lo sguardo verso Civitavecchia, la rappresenta nelle sue declinazioni monumentali, portuali, costiere, i suoi scatti fotografici descrivono mirabilmente l’annoso dialogo tra essere umano e natura, tra creazione umana e creazione divina, in molti casi un conflitto insanabile, cui la natura sembra oggi intervenire duramente con il virus devastante.
Civitavecchia è la splendida cittadina portuale situata in posizione strategica sulla costa tirrenica, in epoca romana denominata Centumcellae, come afferma Plinio il Giovane nei primi anni del secondo secolo d.C. quando menziona il luogo in cui sorge la magnifica villa dell’Imperatore Traiano, «Villa pulcherrima cingitur viridissimis agris, imminet litori, cuius in sinu fit cum maxime portus» (Una villa bellissima cinta da campi verdissimi, che domina la spiaggia, nel cui seno si sta ora costruendo un porto).
Un nome senza derivazione certa, che definisce Centum, innumerevoli, le Cellae, vale a dire ambienti circoscritti, spazi delimitati, che all’epoca del nipote di Plinio il Vecchio possono essere le stanze della villa imperiale, piuttosto che le insenature naturali che disegnano la costa, piuttosto che le variegate costruzioni sulla darsena per il deposito delle merci.
Un luogo oggetto di dominazioni sin dalle sue origini etrusche, devastato dai Saraceni nell’828 al punto da costringere gli abitanti a migrare a Leopoli (Cencelle) nel viterbese e a farvi ritorno circa sessant’anni dopo, e per loro è il rientro alla Civitas Vetula (Città Vecchia), da cui ha origine l’attuale denominazione di Civitavecchia.
CIVITAVECCHIA WATERFRONT, dal sottotitolo FRAMMENTI DI UNA CITTA’-PORTO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE, è un’operazione culturale “sostenibile” pensata e organizzata dal Centro Commerciale LA SCAGLIA, comprendente varie iniziative di valorizzazione territoriale, dalla mostra fotografica di Rocco a un concorso per studenti fotografi con l’obiettivo di promuovere un luogo urbano, commerciale e naturale baricentrico di interessi non solo turistici, ma anche politici, militari ed economici nella sua lunga storia pluricentenaria.
I locali del centro commerciale diventano spazi espositivi permanenti delle opere di Rocco, permettendo ai fruitori un tuffo nella “grande bellezza” delle immagini dell’artista romano, che ritraggono landscapes originali e controversi della zona portuale, del litorale, dei monumenti cittadini, alcuni a firma di grandi artisti del passato del calibro di Bramante e Michelangelo, instaurando un dialogo virtuoso avventore-territorio con indubbi effetti di edificazione sociale, una sorta di “restituzione” da parte dell’ultimo anello di una produzione agro-alimentare e industriale non sempre rispettosa dell’eco-sistema.
L’operazione, inoltre, consente ai clienti spesso distratti e trafelati del centro commerciale, oggi sempre più luogo di entertainment e contatto sociale, di incontrare la magnifica arte fotografica di Rocco, le cui opere, utilizzando le parole di Roland Barthes, non sono solo un ammaliante studium di scenari ben presenti nell’immaginario collettivo, ma immagini da cui emergono punctum dai riflessi cognitivi inaspettati, riflessioni est-etiche dal risvolto eminentemente esistenziale, in linea con l’evoluzione artistica del fotografo romano, che nell’epoca contemporanea si agita creativamente nell’ancestrale questione del “sacro” e del “profano, del “bene” e del “male”, del “natura” e “contra naturam”.
Così le nuvole a volte sembrano trafitte dagli alberi delle imbarcazioni portuali, altre dalle imponenti gru, i maestosi depositi cilindrici riposano accorpati sotto un cielo azzurro che li contraddice con nubi che sembra vogliano defraudarli della loro stessa esistenza, gelose di spazi di cielo a loro destinati sin dall’origine della storia dell’universo, tutti segni di un’azione umana che sovverte spietatamente le regole naturali, in una sorta di affermazione ad ogni costo dell’EGO terreno a dispetto di ogni istanza del Creato, che grida vendetta, non più passivamente.
Grazie alle fotografie di Rocco l’osservatore riconosce il territorio ed impara ad amarlo anche nelle sue apparenti incongruenze, trasforma il momento dell’acquisto di beni materiali in una grande occasione di elevazione spirituale e di apprensione estetica, torna al proprio otium o negotium con qualche consapevolezza in più e col sorriso interiore che solo la Bellezza può regalare.
Marco Eugenio Di Giandomenico
(Critico dell’Arte Sostenibile. Docente all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano)
Info:
Mostra Fotografica Personale di Roberto Rocco
a cura di Marco Eugenio Di Giandomenico
Civitavecchia Waterfront. Frammenti di una città-porto, tra tradizione e innovazione
Centro Commerciale LA SCAGLIA (Civitavecchia)
5-19 novembre 2020
Roberto Rocco, Waterfront #1, 2020
Roberto Rocco, Waterfront #2, 2020
Roberto Rocco, Waterfront #3, 2020
Roberto Rocco, Waterfront #4, 2020
Roberto Rocco, Waterfront #5, 2020
Marco Eugenio Di Giandomenico è scrittore, critico dell’arte sostenibile, economista della cultura, titolare di prestigiosi incarichi accademici presso università e accademie di belle arti italiane ed estere tra cui l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e l’ARD&NT Institute (Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano), creatore e curatore di mostre artistiche ed eventi culturali in Italia e all’estero. Per le sue attività è stato insignito di svariati premi e riconoscimenti, soprattutto con riferimento alla teoria della “sostenibilità dell’arte”, di cui è riconosciuto tra i principali assertori a livello internazionale.
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