Con “If You Could See Me Now”, Arno Schuitemaker ricrea un ordito fisico di alternanze e innovazioni, di lenti cambiamenti che in maniera graduale abbracciano la complessità, incorporando l’energia che sottende alla dimensione intrinseca del movimento. Una casualità apparente che agisce, semmai, provocando, contraendosi e alternandosi alla precisione dei corpi dei performer, lasciando emergere la fatica di un lavoro fisico che, da appena percepibile, si fa espressamente dichiarato e incalzante. In “If You Could See Me Now”, la club dance si trasforma in coreografico incontro tra corpi danzanti, dialogando con i concetti di tempo e durata, aprendosi a una combinazione di significati impercettibilmente portati a galla. Tra danza e performance, la significazione diventa un processo che si annida tra le pieghe di un tempo fluido e potente, orientando la percezione all’interno di uno spazio essenziale e minimalista. Un’esperienza condivisa basata sulla reinvenzione del movimento che lascia riaffiorare, liberandole, le emozioni che agiscono nella profondità dell’essere.
La performance dell’artista e coreografo olandese è stata presentata al pubblico del Teatro Kismet di Bari lo scorso 30 novembre, chiudendo la nona edizione del BIG | Bari International Gender Festival. La manifestazione transfemminista di cinema e arti performative che dal 2015 indaga i temi dell’identità, del corpo e delle relazioni, con la direzione artistica di Tita Tummillo e Miki Gorizia, ha attivato un fitto programma di riflessioni e pratiche eterogenee, che hanno contaminato la città barese per tutto il mese di novembre.
La scelta di chiudere questa edizione del festival con lo spettacolo “If You Could See Me Now” è legata al suo potere di risonanza e alla dimensione ritualistica intrinseca alle situazioni aggregative e alla club music che ritrae. Più precisamente, come affermato da Miki Gorizia, è proprio grazie a questo dato concreto che «lo spettacolo riesce a innescare attraverso la reiterazione un effetto ipnotico, in cui lo spettatore non può fare a meno di essere coinvolto dal moto perpetuo dei danzatori, che ora si intensifica, ora rallenta per poi ritrovare forza. In questa scelta c’è la volontà che gli effetti del BIG restino risonanti nel pubblico, come un’eco, anche dopo la circostanza del festival». La coreografia dell’artista si apre, infatti, a una progressione gestuale dinamica giocata su inabissamenti e riaffioramenti, agendo senza interruzioni a partire da una precisa articolazione. La presenza del pubblico diventa, in tal modo, parte integrante della complessità del movimento, intrecciandosi alla performance, a livello emozionale e sottile. “If You Could See Me Now” non è solo una performance ma un’esperienza iperfisica e immersiva legata a un’inventiva originale ed emancipata, giocata sulle intersezioni tra dimensione intima e universale. Una danza affidata al moto dei corpi che racconta il tentativo di connettersi all’intimità del tempo.
La performance trasforma ipnoticamente la traccia gestuale primitiva, raggiungendo una connessione piena con l’essere attraverso la scoperta di un proprio limite che, aprendosi all’esterno e dialogando con gli spazi contigui della corporeità, diventa irrisorio e inconsistente. E cosa resta di questo girovagare corporeo all’interno dell’atto performativo/narrativo? Nient’altro che illusorie distanze tra corpi in una vuota – pertanto dilatabile – dimensione spaziale che nel contatto con il pubblico trova la sua ragione d’essere. Proprio l’urgenza della condivisione ha guidato l’edizione del BIG appena conclusa, raccogliendo desideri e sogni all’interno dell’espressione “Big Dream”. Come ha raccontato Tita Tummillo: «È stato un mese di sogni condivisi e agiti attraverso visioni comuni. Abbiamo sperimentato il tempo dell’essere corpo collettivo, proponendo pratiche artistiche radicali che hanno aperto orizzonti di riflessioni inedite, necessarie. Il BIG 2023 ha visto aumentare il riconoscimento da parte di un pubblico sempre più eterogeneo che ci ha seguito in oltre quindici venues sparse nella città di Bari. La scelta di contaminare la scena contemporanea locale a quella nazionale e internazionale è un elemento determinante che continua a caratterizzare il nostro festival, rendendolo un esempio unico nel Sud Italia. Mancherà a tutta la città». E a noi, non resta che attendere il prossimo anno. To Dream a Big Dream. Again.
Giuliana Schiavone
Info:
Arno Schuitemaker, If You Could See Me Now
in BIG | Bari International Gender Festival 2023
a cura di Tita Tummillo e Miki Gorizia
promosso e organizzato da Cooperativa sociale AL.I.C.E., (Area Arti Espressive)
03/11/2023 – 30/11/2023
Bari
www.bigff.it
Storico dell’arte, critico e curatrice indipendente. Lavora attivamente in progetti dedicati alle arti visive occupandosi in particolare di scrittura critica e comunicazione. Attualmente vive in Messico dove lavora come docente universitario di Gestione delle Arti Visive. Parallelamente al suo percorso di studi in Storia dell’arte, archeologia e curatela di eventi culturali, si é diplomata in canto jazz presso il Conservatorio di Bari N. Piccinni. Al centro dei suoi interessi si incontrano le manifestazioni artistiche connesse alla relazione tra musica, voce e suoi aspetti rituali e iconografici.
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