Yuri Pattison (Dublino, 1986) esplora da tempo le multiformi e variabili connessioni esistenti tra culture visuali distinte. Nella mostra Crisis Cast, presso lo spazio LABOR di Città del Messico, l’artista irlandese presenta un progetto espositivo ampio e particolarmente interessante incentrato sulle dinamiche della circolazione delle informazioni nel tempo presente. E lo fa attraverso medium distinti, dati e metadati, frammenti di archivio che Pattison combina alle nuove tecnologie restituendo un quadro dell’attuale scenario contemporaneo dove la tematica della comunicazione si salda a quella della sicurezza nell’era di internet.
Per la prima volta in Messico, l’artista si interroga sulle ramificazioni politiche, sociali inerenti la crescita esponenziale della tecnologia, e lo fa ricorrendo proprio allo spazio fisico e reale che risulta luogo concreto e di investigazione. In public solitude (Crisis Cast) si articolano così scenari complessi con narrazioni quasi fittizie date dalla presenza intermittente delle nuove modalità di comunicazione e di trasmissione – ma anche manipolazione – dell’informazione.
Si tratta di uno spettro ampio di interpretazione e di riflessione che arriva anche a inglobare le tematiche della sicurezza personale e nazionale nelle aree pubbliche. Le procedure di sicurezza sempre più presenti, la presenza di telecamere e sistemi tecnologici, ha ridisegnato senza dubbio la fisionomia degli spazi pubblici rompendo i paradigmi ambientali antecedenti.
Si è venuto così a creare uno spazio epidermico di immagini ed elementi differenti che disegnano un clima illusorio di sicurezza e armonia contaminato però dalle ripetute incursioni di dinamiche politiche e pubblicitarie.
In tale ambiente, dove si ridefiniscono anche i messaggi della comunicazione e le dinamiche di trasmissione degli stessi, a cambiare è anche la restituzione della visione, la cui prospettiva è fortemente e inevitabilmente condizionata dall’assenza di un “punto di vista” antropomorfo su tali scenari.
Attraverso i suoi scenari, Yuri Pattison materializza e attiva un modello di rischio e lo si converte in processo tangibile ed estetico. Sono scenari di crisi moderni, dunque, dagli aeroporti ai luoghi di detenzione, scenari contemporanei in cui si attiva e amplifica quella solitudine pubblica che è atto estetico e spazio di riflessione osmotica.
In questo modo si instaura un dialogo con la moltitudine di individui che sono parte di questa rete tutta contemporanea di relazioni ed interconnessioni dove la presenza antropica è accompagnata da quella fittizia degli elementi tecnologici. Ne risulta uno spazio complesso, costruito socialmente, con regole e comportamenti definiti.
Per raggiungere tali risultati percettivi e formali, l’artista ha collaborato con la casa di produzione cinematografica CrisisCast, configurando uno spazio ipotetico perfettamente funzionante, una sorta di sistema che riflette tali tematiche in un modo brillante e funzionale.
La mostra sarà visitabile fino al 20 Agosto negli spazi della Galleria LABOR di Città del Messico.
Info:
For all the images: Yuri Pattison, Crisis Cast, photo Credits Daniela Uribe.
Storico dell’arte, critico e curatrice indipendente. Lavora attivamente in progetti dedicati alle arti visive occupandosi in particolare di scrittura critica e comunicazione. Attualmente vive in Messico dove lavora come docente universitario di Gestione delle Arti Visive. Parallelamente al suo percorso di studi in Storia dell’arte, archeologia e curatela di eventi culturali, si é diplomata in canto jazz presso il Conservatorio di Bari N. Piccinni. Al centro dei suoi interessi si incontrano le manifestazioni artistiche connesse alla relazione tra musica, voce e suoi aspetti rituali e iconografici.
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