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Danilo Stojanović. L’ironia dell’ignoto

Danilo Stojanović. L’ironia dell’ignoto

Verdi sulfurei, rossi amaranto e improvvise accensioni coralline. Luccicanze notturne, pallori perlati e guizzanti fluorescenze radioattive. Una pittura ostentatamente di superficie, dove tutti gli avvenimenti si stagliano adamantini in primissimo piano. Strati d’ombra sottili rivelano impronte di compresenze ormai svanite, luci diafane modellano le forme, bagliori soprannaturali di luce endogena trapelano da un misterioso altrove.

Danilo Stojanović, “L’ironia dell’ignoto”, installation view, courtesy CAR gallery, Bologna

Un altrove che le nostre abitudini percettive di regola ci inducono a immaginare dietro la pelle cromatica, ma che l’ostinata bidimensionalità di questa pittura colloca dispettosamente nel regno dell’impalpabile e dell’ultrasottile, sfidandoci a intravederlo con la mente tra uno strato e l’altro di un colore compatto e privo di accessi visivi al proprio substrato viscerale. Contemplare i dipinti di Danilo Stojanović (Pola, 1989) dà la sensazione di essere sul baratro di un incantesimo che si acquatta nella pittura aspettando un nostro anche minimo accenno di resa sul piano logico per inghiottirci nel suo vortice magico, fatale come il canto delle Sirene che stravolse il destino di Ulisse e dei suoi compagni di navigazione. Queste le inconfondibili atmosfere in cui ci invita ad addentrarci la pittura dell’artista croato, attualmente di base a Milano, che a distanza di due anni torna alla galleria CAR di Bologna con una nuova mostra personale.

Danilo Stojanović, “The Scentless Bunch”, 2024, oil and sawdust on linen, 80 x 100 cm, courtesy CAR gallery, Bologna

“L’ironia dell’ignoto” propone una selezione di lavori recenti che mostrano persistenze ed evoluzioni della sua ricerca, sempre contrassegnata dall’interesse per una figurazione disarticolata e visionaria a cui fa da contrappunto un uso estremamente preciso e duttile del medium pittorico, condotto attraverso una palette cromatica che non ammette alcuna deroga alla propria stringente coerenza interna. Come suggerito dal titolo, la surrealtà è il soggetto principale dei suoi quadri, che potremmo definire come trasposizioni pittografiche di sensazioni oniriche operate attraverso una sorta di automatismo immaginifico che sembra prescindere da specifici ricordi soggettivi per attingere a un distillato di suggestioni misteriosofiche tutte interne alla pittura. Reminiscenze di movimenti storicizzati come la Metafisica italiana, il Surrealismo o il Realismo Magico emergono non come citazioni, ma come concretizzazioni visive di un linguaggio sincretico che dimostra la naturalezza con cui l’artista ha introiettato le suggestioni a lui affini al punto da farne un distillato omogeneo sospeso in uno spazio senza tempo. L’aspetto più perturbante delle sue visioni risiede a mio avviso proprio qui, nel sortilegio di una pittura capace di conferire una qualità imperitura ad abbozzi di immagini intrinsecamente indefiniti, frammentari, istintivi e fugaci.

Danilo Stojanović, “Dusk Flowers”, 2024, oil on linen, 80 x 90 cm, courtesy CAR gallery, Bologna

In questo processo astrazione e figurazione appaiono quasi interscambiabili: se da un lato certe campiture piatte, normalmente posizionate sullo sfondo, sembrano essere gravide di indefinibili appigli figurativi, dall’altro anche i dettagli più riconoscibili di oggetti, piante o corpi risultano altrettanto indecifrabili nel loro essere alternativamente isolati dall’intero da cui derivano, cromaticamente virati in tonalità incoerenti con il loro supposto referente reale oppure sintetizzati come pure silhouettes. Ciò che affascina l’artista, dunque, non è tanto il mistero di una fiaba indicibile da ricostruire collegando liberamente i suoi attanti convocati sulla tela, ma l’enigma, ben più profondo, di una pittura che sembra crearsi da sé quando lui attiva la sua sensibilità rabdomantica per farne emergere le possibili manifestazioni dall’infinito indistinto in cui alberga in potenza. E l’evocazione di tale pittura ha per lui la consistenza di un rito da predisporre con metodo: la scelta accurata della tela di lino, la meticolosa preparazione del supporto con la tecnica antica della pelle di coniglio sciolta nell’acqua, il disegno dei particolari più minuziosi su carta da trasporre in un secondo momento nella composizione finale, la concentrazione per riversare direttamente gli aspetti più espressivi improvvisando sul piano pittorico.

Danilo Stojanović, “Balancing Act”, 2024, oil on linen, 22 x 16 cm, courtesy CAR gallery, Bologna

Per Stojanović il quadro è un oggetto-talismano, la cui tangibile fisicità costituisce il presupposto di realtà ed efficacia delle visioni che racchiude, pronte a espandersi nello spazio dello spettatore non appena il suo sguardo si aggancia a esse. Allo stesso modo, il gioco mentale di spessori che si instaura tra le parziali sovrapposizioni di lacerti figurativi e stesure cromatiche messe in campo, pur non essendo percettibile a livello materico, paradossalmente enfatizza l’aggetto virtuale dell’immagine nel suo complesso, come se fosse un pervasivo velo di maya che aderisce agli occhi di chi guarda per condizionare irreversibilmente la sua lettura del visibile. Anche i dettagli di corpi presenti nelle composizioni, come i volti spettrali e le ricorrenti mani stregonesche, contribuiscono ad abbattere il diaframma tra la rappresentazione e l’osservatore, instillando in quest’ultimo il dubbio che ciò che vede forse non è altro che il riflesso di quella parte di sé che la malìa della pittura ha già intrappolato nell’immagine. Verso la stessa intenzione di coinvolgimento, che corrisponde all’idea di considerare il dipinto un’entità viva e attiva con cui entrare in una relazione non mediata, converge la scelta di sperimentare in questa serie il medio e il piccolo formato, novità significativa in un artista che nella precedente mostra aveva miniaturizzato i suoi incantamenti in una serie potenzialmente interminabile di campionature dell’ignoto.

Info:

Danilo Stojanović. L’ironia dell’ignoto
21.09.2024 – 16.11.2024
CAR Gallery
Via Azzo Gardino, 14/A – Bologna BO
www.cardrde.com


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