“Mi dici che ti emoziona il tramonto e io ti chiedo se ce l’hai per caso in tasca un chewing gum.” (Baustelle da Il nulla )
David Casini torna per la sua seconda personale negli spazi della galleria bolognese CAR Drde – la prima nel 2015 “Geometrie per un canone rovesciato” – questa volta dal titolo “Nirvana”. A dispetto di ciò che può sembrare “Nirvana” non si riferisce al mondo filosofico, mistico o religioso ma al nome di un locale nel Valdarno.
Non è casuale che Casini sia anche una straordinario conoscitore musicale, e i riferimenti al mondo sonoro li troviamo a partire dalla natura delle sue sculture, autentiche composizioni ben calibrate tra forma e colore – un ritmo che se in “Geometrie per un canone rovesciato” avevamo trovato nella scomposizione minimale del “Compianto sul Cristo morto” di Niccolò dell’Arca, custodito all’interno della Chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna – in “Nirvana” l’artista ritma e quindi seziona e seleziona il suo paesaggio toscano, ma non quello popolarmente condiviso e banalmente conosciuto, quello invece abbandonato, ai margini di una visione – che sia una statale al tramonto, un vecchio impianto di imbottigliamento dell’acqua, un gasdotto – o un dettaglio come una manifesto logoro sulla porta di un locale.
Se in “Geometrie per un canone rovesciato” gli elementi scultorei e le strutture di ottone (l’ottone è una costante nella ricerca dell’artista che non a caso è uno dei materiali più utilizzati per la produzione di strumenti musicali) sono lasciati liberi di vibrarsi nello spazio – in “Nirvana” i mondi scultorei vengono racchiusi in teche di vetro sostenute nell’allestimento della galleria da tubi portanti di diverso colore – di forte connotazione industriale – Casini scultore tra grunge e industrial.
In “Nirvana” le piccole wunderkrammer ci mostrano la leggerezza e l’evanescenza propria del modus operandi dell’artista. Artista da sempre dicotomico, Casini riesce a regalarci scorci di paesaggio outsider fotografati con l’Iphone con grande grazia e composizione formale; e se erroneamente associamo la velocità dello scrolling a quest’ultimo in “Nirvana” l’immagine viene liberata (ecco qui il senso più tradizionalmente buddhista del titolo) e riconsegnata ad un’eternità su superfici di alluminio forato e schermi di cristallo temperato utilizzati proprio per proteggere lo schermo degli smartphones.
La dicotomia si palesa in continui scambi di ritmo: tra pesantezza (dei materiali) leggerezza (struttura e composizione) – tra la tradizione (il genere del paesaggio) e la tecnica (fotografia digitale), dall’immaterialità (digitale) alla materialità scultorea della stampa fotografica su diversi supporti, dalla velocità esecutiva dello scatto con l’Iphone alla fissazione permanente dell’immagine. I paesaggi fluttuano su filiformi strutture, in alternanza a gusci e forme organiche che si sviluppano in altezza innalzandosi su piccole pavimentazioni riprodotte – riconducibili a quelle di alcuni tra i più grandi musei di arte contemporanea.
In “Nirvana” Casini ci regala l’immaginazione e la visione privata dell’artista, di questo paesaggio che si fa memoria e corpo tra tempo, spazio e soggettività, piccoli interstizi intarsiati nello spazio vuoto della scultura (Casini ama lavorare per riduzione) – esposti nel luogo immaginifico di un museo pulviscolare, diffuso, orbitale. “Nirvana” complessivamente ci appare come una galassia, – le singole opere sono piccoli pianeti prismatici – ricchi di dettagli che si espandono dalla natura alla cultura – filtrati dal ritmo dell’uomo. Amabilmente irraggiungibili – i tanti mondi possibili di Casini.
“Vede la fine. In metropolitana. Nella puttana che le si siede affianco. Nel tizio stanco. Nella sua borsa di Dior. Legge la fine. Nei sacchi dei cinesii. Nei giorni spesi al centro commerciale. Nel sesso orale. Nel suo non eccitarla più. Vede la fine in me che vendo dischi in questo modo orrendo. Vede i titoli di coda nella Casa e nella libertà. (Baustelle da Il liberismo ha i giorni contati)”
Info:
David Casini. Nirvana
31 gennaio – 30 marzo 2019
CAR drde
via Azzo Gardino 14/a Bologna
David Casini, Nirvana. Exhibition view at CAR DRDE, Bologna
David Casini, Acqua Leona, 2019 (detail) courtesy CAR DRDE Bologna
(1990) Laureata al DAMS di Bologna in Arti Visive con una tesi sul rapporto e i paradossi che intercorrono tra fotografia e moda, da Cecil Beaton a Cindy Sherman, si specializza all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel biennio in didattica dell’arte, comunicazione e mediazione culturale del patrimonio artistico con una tesi sul percorso storico-critico di Francesca Alinovi, una critica postmoderna. Dal 2012 inizia a collaborare con spazi espositivi svolgendo varie attività: dall’allestimento delle mostre, alla redazione di testi critici o comunicati stampa, a laboratori didattici per bambini, e social media manager. Collabora dal 2011 con varie testate: Vogue online, The Artship, Frattura Scomposta, Wall Street International Magazine, Forme Uniche Magazine.
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