Dall’11 giugno al 26 settembre l’Etru, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, si fonde con l’arte contemporanea ospitando la mostra Dead Nations. Eternal version dell’artista russo Evgeny Antufiev, curata da Marina Dacci e Svetlana Marich. “Evgeny Antufiev – dice il direttore del museo Valentino Nizzo – ha cercato di cogliere l’essenza dell’arte degli etruschi sul piano formale attraverso la scelta dei materiali, ma anche sul piano contenutistico e ideologico nel confronto con la morte e soprattutto con la rigenerazione che ne consegue”.
Sin da quando è arrivato in Italia, circa dieci anni fa, l’artista è rimasto molto colpito dalla capacità della cultura italiana di assorbire e stratificare, dando vita a nuove modalità di tenere insieme il percorso del tempo. Questa caratteristica è fortemente correlata al suo approccio lavorativo, che è connotato da due linee strettamente connesse: la prima è la negazione del tempo lineare, che mette nella condizione di non vedere le culture passate come culture morte ma, al contrario, di prenderle come parte del ciclo della storia dell’uomo. Il secondo punto fondamentale è la ricerca di una simbologia che accompagna la storia delle civiltà passate e che si esprime attraverso una serie di archetipi rintracciabili in diverse culture. A partire quindi dalla propria interpretazione di questa civiltà passata, egli ha costruito, attraverso le sue opere, delle narrazioni personali, che invitano il visitatore a tuffarsi dentro la mente dell’artista e, allo stesso tempo, a creare degli intrecci soggettivi.
La prima opera che si incontra entrando nel museo è l’obelisco in travertino posizionato al centro del cortile, un omaggio dell’artista alla struttura della villa in quanto luogo capace di riattivare una relazione col passato, connotato da una serie di geroglifici “moderni”. Altre due opere sono presenti nello spazio esterno, una fontana e un vaso posto nel ninfeo, collegate entrambe, sia per la forma che per la funzione, al significato intrinseco dell’acqua, quello di generare nuova vita. La fontana è caratterizzata da una maschera in bronzo, che è uno degli archetipi dell’artista, mentre il vaso è un richiamo a quelli utilizzati dalla civiltà etrusca per trasportare l’acqua ma anche per contenere le spoglie dei defunti, proprio perché all’acqua era collegata un’idea di rigenerazione e di vita.
In un’ala del piano superiore, invece, le opere sono disposte secondo una ricerca di mimesi e di rapporto evocativo con i manufatti e i reperti che richiamano i costumi e la vita quotidiana, rinvenuti prevalentemente nelle tombe. Il lungo corridoio culmina in una sala interamente allestita dall’artista che, unendo il linguaggio moderno con quello antico, ha dato vita alla propria idea di museo. I lavori, dalle forme fluide, appaiono grezzi poiché riflettono la presenza fisica dell’artista e il suo particolare modo di lavorare la materia, lo si può ad esempio notare dalle impronte che si intravedono impresse sulle diverse superfici.
A partire dalla scelta dei manufatti con cui interagire, fino ai materiali che rievocano i concetti di trasformazione ed eternità, essendo il metallo un materiale imperituro, il progetto di Evgeny Antufiev si pone quindi come obiettivo il confronto e la connessione con un’antica civiltà che, pur facendo parte di un passato lontano, continua a parlare al nostro presente.
“L’arte è un puzzle fatto di simboli – dice l’artista – ed è sempre possibile trovare nuove connessioni”.
Sofia Zin
Info:
Evgeny Antufiev. Dead Nations. Eternal version
ETRU – Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma
a cura di Marina Dacci e Svetlana Marich
11 giugno – 26 settembre 2021
Evgeny Antufiev, Obelisk, 2020, travertino inciso, cm 300 x 60 x 60, courtesy the artist & z2o Sara Zanin, photocredits Ela Bialkowska, OKNO studio
Evgeny Antufiev, Fountain, 2021, marmo, ferro, bronzo, cm 170 x 60 x 35, courtesy the artist & z2o Sara Zanin, photocredits Ela Bialkowska, OKNO studio
Evgeny Antufiev, Untitled, 2017, ceramica, cm 71 x 54, courtesy the artist & z2o Sara Zanin, photocredits Ela Bialkowska, OKNO studio
Sofia Zin (Roma 1998) ha studiato presso l’università degli studi di Roma Tor Vergata, dove nel 2021 ha conseguito la laurea specialistica in Art History in Rome from Late Antiquity to the present. Appassionata di cinema e letteratura, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi sulla pittura del Cinquecento romano e sull’architettura della Roma antica. Attualmente scrive per Juliet art magazine e partecipa a diversi Crit di collettivi artistici urbani.
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