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Dialoghi metafisici alla Repetto Gallery di Lugano

Dialoghi metafisici alla Repetto Gallery di Lugano

Lunghe ombre proiettate su lastricati deserti, nobili arcate dalla perfetta simmetria geometrica, vie e cortili immersi in una solitudine innaturale, sottilmente spettrale: sono i tratti, ormai universalmente riconoscibili, che caratterizzano le celebri “Piazze d’Italia” di Giorgio de Chirico, oggi visibili presso gli spazi espositivi di Repetto Gallery, a Lugano, fino al 16 dicembre 2023. Per la prima volta in Ticino, il padre della pittura Metafisica sviluppa un intenso dialogo espositivo con alcune tra le personalità artistiche più influenti e riconosciute del Novecento, dalle serigrafie di Andy Warhol alle tele smaltate di Mario Schifano, fino al richiamo alla classicità di Giulio Paolini e alle atmosfere sospese catturate da Luigi Ghirri, per poi giungere ai limpidi paesaggi di Salvo. A quarantacinque anni dall’anniversario della morte del Pictor Optimus, la galleria celebra la maestria ininterrotta della sua ricerca e l’unicità di visione di un mondo così mutevole e multiforme.

Giorgio de Chirico, nello specchio del Novecento. Warhol, Schifano, Paolini, Ghirri, Salvo, veduta della mostra, Repetto Gallery, Lugano, 2023. Ph. Daniele de Lonti, courtesy Repetto Gallery

Attraverso diciotto dipinti e dieci disegni, emergono in questa retrospettiva alcune delle opere storiche più significative del suo excursus pittorico e poetico, come il grande olio “La commedia e la tragedia” del 1926, le enigmatiche “Cabine misteriose” del 1935, dipinti di numerosi cavalli, e le già citate “Piazze d’Italia”, degli anni Quaranta e Cinquanta. In un viaggio immaginario alla scoperta delle opere di de Chirico, i paesaggi e le sue atmosfere metafisiche rappresentano la fase matura dell’artista, forse la più nota e apprezzata da parte del pubblico. L’assidua ricerca dell’enigma si accompagna alla fascinazione per la grammatica pittorica del Simbolismo – ripresa da artisti come Arnold Böcklin, Max Klinger e James Ensor – che rappresenta uno degli elementi a cui de Chirico attingerà con maggior dedizione. Così come i suoi successori si faranno proficuamente ispirare dal suo stesso materiale, anche de Chirico si inserisce in un clima di contraccambi e cessioni, teso nel conflitto tra antichità e modernità, tra i panorami arsi di una città ellenica e le sfere cosmopolite di Monaco, Parigi e Roma.

Giorgio de Chirico, nello specchio del Novecento. Warhol, Schifano, Paolini, Ghirri, Salvo, veduta della mostra, Repetto Gallery, Lugano, 2023. Ph. Daniele de Lonti, courtesy Repetto Gallery

Si ripercorre così, dal periodo metafisico a quello barocco, un percorso creativo tutt’altro che monolitico, che confuta l’idea di una carriera artistica sviluppatasi cronologicamente, evidenziando invece l’attitudine dechirichiana a perfezionare i temi e i motivi della sua opera. Egli è «…il superstite e il nascituro», così come recitano le parole riportate sulla parete che accoglie i visitatori appena varcata la soglia della galleria. Un’espressione profetica, solenne e numinosa, estrapolata dalla prosa lirica di “Villeggiatura”, datata “Villa Seminario, maggio 1917”, che de Chirico dedicò «a Carlo Carrà il pittore dai sette piani» e pubblicò nel periodico romano Cronache letterarie nell’agosto del 1917.

Giorgio de Chirico, nello specchio del Novecento. Warhol, Schifano, Paolini, Ghirri, Salvo, veduta della mostra, Repetto Gallery, Lugano, 2023. Ph. Daniele de Lonti, courtesy Repetto Gallery

Simultaneamente erede e fonte di creazioni, de Chirico si rivela già consapevole del ruolo che avrebbe ricoperto: la sua importanza non si sarebbe esaurita solo nella veste di testimone, isolato a quell’epoca, bensì si inserisce in un avvenire da rinnovare. Si getta così una nuova luce sulla fondamentale eredità accolta dai suoi successori, come rintraccia acutamente il testo critico di Andrea Cortellessa, che accompagna la mostra: «La straordinaria fortuna che ha incontrato la sua pittura fra gli artisti venuti dopo di lui, di questo avvenire metafisico, è parte integrante. Ed è sintomatico della polimorfa pluralità del Monomaco che i tanti artisti che hanno guardato a lui lo abbiano fatto seguendo direzioni imprevedibili e quanto mai diverse fra loro». Warhol, Schifano, Paolini, Ghirri, Salvo sono proprio i celebri seguaci che, suggestionati dalla magnetica visionarietà del suo immaginario, hanno rielaborato gli archetipi dechirichiani in opere tese tra sospensioni, simbologie oniriche e immagini allegoriche. Un’ammirazione per la grande pittura del passato che si esprime in molteplici andamenti e sfumature, per tentare di risalire a ritroso a quel momento originario custodito dall’opera, amplificandone gli echi negli anni a venire.

Giorgio de Chirico, nello specchio del Novecento. Warhol, Schifano, Paolini, Ghirri, Salvo, veduta della mostra, Repetto Gallery, Lugano, 2023. Ph. Daniele de Lonti, courtesy Repetto Gallery

Il prossimo 16 dicembre, in occasione del finissage della mostra, gli spazi della galleria ospiteranno la speciale proiezione di “Ritratti – L’impossibile conversazione del Signor de Chirico”, un reportage d’archivio del 1970 che vede Giorgio de Chirico intervistato dal giornalista Giorgio Soavi, per gentile concessione di RSI Radiotelevisione svizzera.

Elena Marcon

Info:

AA.VV., Giorgio de Chirico, nello specchio del Novecento. Warhol, Schifano, Paolini, Ghirri, Salvo
25/09/2023 – 16/12/2023
Repetto Gallery
via Clemente Maraini 24, 6900 Lugano
repettogallery.ch


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