Beatrice Alici è una pittrice e attivista italiana con diverse mostre internazionali e nazionali alle spalle. Solo per citarne un paio: A gift to the dark a Vienna, collettiva aperta lo scorso 14 gennaio e chiusa lo scorso 11 febbraio, e a Londra la collettiva Cross Breeze curata da Domenico De Chirico presso la Oneroom gallery. In Italia di recente ha chiuso la sua personale: Moonbath Magic – Beatrice Alici alla Galleria Michela Rizzo.2, inaugurata a Mestre il primo giugno scorso e conclusasi il 7 luglio scorso. Il talento e l’immaginazione di questa artista mi ha fatto ben pensare di porle qualche domanda.
Francesco Liggieri: Se tu dovessi presentarti a chi non ti conosce con un’opera d’arte, quale sceglieresti e perché?
Beatrice Alici: Sceglierei i miei lavori più recenti (2021-2023) perché penso che ogni lavoro che si realizza sia un proprio autoritratto. Mentre, nel senso più ampio della domanda, come riferimenti che ho mentre dipingo, citerei sicuramente Inka Essenhigh, in particolare Tree Spirit, Green Goddess I e II, e Late August. Ed anche le fotografie dei primi del ‘900 di Anne Brigman.
Come sta la pittura?
Bene, benissimo, la vedo bella e rigogliosa.
Come nasce in genere una tua opera?
A volte semplicemente da immagini che ho in testa: potrei quasi parlare di visioni. A volte invece parto da scatti fatti a paesaggi e poi ci fantastico sopra. Mi diverte dipingere senza un’idea troppo chiara e precisa e vedere cosa succede nel suo svolgersi e divenire materia.
In veste di artista e attivista quale pensi sia il tuo dovere nei confronti della società?
Contribuire alla filosofia femminista che è un tema che mi tocca da vicino, perché ogni femminismo nasce da un trauma, citando Michela Murgia. Per quanto riguarda il mondo dell’arte sono stufa di sentire parlare di artiste “donne”, di vedere mostre di sole donne, e così via. Questo continuo dover specificare il sesso di appartenenza perpetua e costituisce una sezione a parte al posto di integrarci semplicemente alla sezione “Artista”. Vabbè per non parlare della politica odierna… la situazione è grave.
David Hockney spesso nelle sue interviste ricorda che la pittura non morirà mai, tu che cosa ne pensi?
Condivido appieno tutto quello che David Hockney dice nelle sue interviste, dall’ovvietà che la pittura è eterna fino alle sue considerazioni riguardo alla pittura più in generale, come prassi espressiva. Tutti già all’asilo dipingiamo e nelle accademie la Pittura la si insegna, c’è chi la sceglie e la porta avanti e magari poi c’è chi capisce che preferisce un altro medium. Anche nel caso di un’estinzione di massa (cosa non molto lontana) una delle prime cose che faranno i nuovi uomini primitivi (se mai ce ne saranno) sarà annotare qualche immagine sulla parete di una grotta. La pittura è qualcosa di innato, istintivo, imprescindibile, primordiale.
Francesco Liggieri
Info:
Beatrice Alici, Moonbath Magic
01.06.23 – 07.07.23
GMR.2 Mestre
Galleriamichelarizzo.net
Artista e curatore indipendente. Fondatore di No Title Gallery nel 2011. Osservo, studio, faccio domande, mi informo e vivo nell’arte contemporanea, vero e proprio stimolo per le mie ricerche.
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