Nella galleria Spazio Arte SU di Roma per la prima volta nella Capitale vengono esposte le opere del progetto dollarArt realizzate in collaborazione con la galleria Monocromo Contemporary Art Gallery.
In mostra artisti del calibro di Maupal (Mauro Pallotta), Kash Art by Kastellan, Chris Boyle, Darehood, Benny the Kid, Andrei Radita, Capo.Bianco (Chiara CapoBianco), Lewis Bannister, Craig CMOR Morrison, Mauro Sgarbi, Hayden Kays, Chiara Fucà, Elisa Baldissera, Marco Tamburro, Raffaella Bertolini, Serena Scapagnini. Gli autori esposti fanno dialogare i propri stilemi seguendo un unico fil rouge: la banconota da un dollaro.
Più che una collettiva di lavori sembrerebbe una sfida per chi li crea, dove le opere tutte diverse fra loro sono realizzate con diverse tecniche e materiali come uniposca, stensil, collage, acrilico, olio, china, o semplice biro. Nella piccola soluzione espositiva a mo’ di piccolo altare, ogni lavoro presenta il proprio autore sotto forma di biglietto da visita e così l’acquirente/ fruitore viene accompagnato di opera in opera verso la selezione del lavoro più “giusto” per lui, secondo una logica di customer service alternativa.
In mostra anche Maupal, celebre graffitista e street artist internazionale romano che presenta la sua banconota bagnata dai vicoli del centro storico della Capitale dove fanno capolino i personaggi chiave della Città: una suora in monopattino, poi un acquedotto e per finire una serie di panni stesi.
Una o più interpretazioni di ‘Roma tascabile’ che differiscono dalla produzione della giovane Capo.Bianco che, memore del suo soggiorno berlinese, decide di regalare al fruitore e (magari) futuro acquirente una parte importante della sua esperienza tedesca tramite la raffigurazione geometrica della Villa Neukkoln, un locale multiforme che a seconda del momento della giornata pare che cambi disposizione e clientela.
Ovviamente i soldi, il denaro e l’economia non rappresentano una novità nel mondo dell’arte, né tantomeno il dollaro che, soprattutto negli anni ’50 o negli ‘swinging sixties’ vede nel trionfo del sistema consumistico un concepimento dell’arte rivolta alla massa piuttosto che al singolo individuo. Regno Unito, Stati Uniti ma anche l’Italia e il resto d’Europa sono centri oramai saturi di questa corrente artistica fatta di foto, rielaborazioni di immagini, fumetti e ancora stampe serigrafiche.
La pop art ha calpestato gli ideali e le voci del progresso commerciale usando prodotti come i loghi aziendali, le star dello spettacolo, banconote, prodotti di largo uso e consumo come le scatolette Campbell’s, isolandoli e mostrandoli come semplici prodotti commerciali. Se però, come sosteneva Andy Warhol, «La pop art è solo un modo di amare le cose», in dollarArt è proprio l’oggetto a esularsi. Protagonista è finalmente l’arte, la poetica i sentimenti, perlomeno questi traspaiono dalla banconota fino a farcela confondere con un pezzo di carta qualunque. Interessante inoltre notare che in mostra sono esposti solo pezzi unici, scelta di certo che va in controtendenza rispetto a uno dei punti cardine propugnati dalla pop art : la riproduzione in serie. Ciò conferisce alle opere di dollarArt un enorme valore aggiunto.
Tra gli artisti selezionati anche lo statunitense Kastellan già noto al mondo della Money Art [1]da diverso tempo; il dollaro o meglio la sua ‘cash/kash art’ elabora i videogames come Pacman e la fumettistica.
Di tutt’altro genere invece il giovane gruppo Darehood che trasporta su banconota una serie di animali fantastici sotto forma di ‘bestiario contemporaneo’.
Le banconote da un dollaro racchiuse in teche di plexiglass sembrano delle cartoline di luoghi, paesaggi e di spazi mentali di chi le ha prodotte. Una piccola novità introdotta da una “money art italiana” che propone al suo pubblico la cartamoneta solo come intermezzo fra il sé e la propria arte. Come fosse un supporto qualunque.
Del resto però è impossibile non notare la strategia di posizionamento di questi lavori che vengono esposti in galleria proprio durante il periodo natalizio: che ci sia del consumismo dietro questa scelta? Scontato. Qui che è certo è che per un Natale diverso dal solito, trovare sotto l’albero una opera d’arte in formato tascabile sarà di certo più apprezzata del solito maglione rosso o di un set di bagnoschiuma.
Ilaria Ferretti
Link utili:
https://www.salaumberto.com/spazio-arte/su-gallery/
[1] Per approfondimento su Money Art https://www.raiplay.it/programmi/moneyart
Maupal, dollarArt, 2020
Maupal, dollarArt, 2020
Marco Tamburro, dollarArt, 2020
Penso all’arte e alla vita come fossero “opere aperte”: pronte a mille interpretazioni. Sono una curatrice (classe 1998 ) ma anche una studentessa del corso di laurea magistrale in Arti Visive, con un focus sulla Semiotica del visibile e del contemporaneo. Ho recensito mostre nazionali e internazionali per Artslife, Juliet Art Magazine, Artuu, TravelOnArt, Youmanist e mi sono occupata di curatela di mostre, eventi, stesura di contenuti creativi e mediazione culturale per Monocromo Contemporary Art Gallery di Roma, Progetto Vie di Fuga (Regione Marche), Accademia di Belle Arti di Bologna, Fondazione MAST (BO), Abbazia di Roti (MC), Rocca Roveresca di Senigallia, Cantieri della Civiltà Marinara (FM).
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