Krnajski ha iniziato il suo impegno all’interno delle istituzioni pubbliche nel 1998, quando è stato eletto presidente dell’Associazione Serba di Artisti (ULUS) dove ha lavorato all’estensione, alla sistematizzazione e legalizzazione dei diritti dei liberi artisti e al miglioramento del loro status.
Nel periodo dal 2000 al 2010 Krnajski ha realizzato due mostre in cui ha presentato le opere create nelle colonie d’arte presso le fabbriche di vetro e di carta (nella galleria del Centro Culturale di Belgrado) e le opere che (indirettamente ma anche direttamente) sono correlate al suo impegno nelle istituzioni culturali (la mostra Le Casette per le Lucciole, la galleria Block).
Sebbene l’interesse per il movimento dell’oggetto nello spazio sia nato all’inizio della sua opera, è solo negli ultimi anni che i mobiles e la loro interazione specifica con lo spazio e con l’osservatore si sono trovati al centro della ricerca di questo artista.
I mobiles di Dragoslav Krnajski sono sculture eleganti, semplici, sofisticate, realizzate in metallo con asse centrale di rotazione, dalle forme geometriche raffinate e dal colorito ridotto che corrisponde al colore naturale del materiale – acciaio inossidabile e rame. Come la maggior parte dei suoi lavori Krnajski concepisce i mobiles con la ripetizione degli stessi elementi – le barre e i fili di acciaio costituiscono il telaio e/o lo scheletro della composizione che porta i moduli di rame.
La forma di base dei suoi mobiles è geometrica, 2D – come arco/segmento del cerchio (La vela) o un quadrato posto lungo un asse diagonale (Il faro). Oltre al flusso d’aria che induce il triplice movimento (spostamento della forma primaria, 2D, della composizione, spostamento dei suoi segmenti e spostamento dei moduli nello spazio), un importante ruolo nell’aspetto mutevole dei mobiles è svolto anche dalla luce che, con l’avanzare del giorno, si riflette con diversa intensità sulle superfici di diverse dimensioni, coperte con fogli di rame.
Krnajski non doma le forze naturali, il sole e il vento, ma gioca introducendo nelle sue sculture fattori naturali che non è possibile controllare; il suo compito artistico è realizzare un’armonia visiva dell’insieme e stimolare l’esperienza nell’osservatore. Introducendo il movimento come uno dei parametri fondamentali della vita, lui enfatizza la differenza tra il vivente e il non vivente.
Come altre sue opere collocate in spazi urbani, questi mobiles diventano solidi riferimenti visivi per il tempo e luogo in cui sono nati.
La creazione per Krnajski rappresenta un gioco mentale che non cessa con la realizzazione della scultura, ma continua anche durante la sua collocazione nello spazio (o in spazi diversi), con la scelta della relazione desiderata con altre opere artistiche e/o elementi dello spazio, con l’osservazione continua della sua vita tra il pubblico – con la comprensione delle relazioni tra l’opera d’arte e lo spazio circostante, tra il modo in cui l’opera influenza il cambiamento dello spazio e il modo in cui il pubblico percepisce tali cambiamenti.
Ivona Fregl
Dragoslav Krnajski, Copper Sign,1997, courtesy of FBC Majdanpek, Serbia
Dragoslav Krnajski, Moby Dick, 1997 (destroyed), ph courtesy the artist
Dragoslav Krnajski, Under the Glass, 2002, courtesy of Belgrade City Museum, Serbia
Laureata in Storia dell’arte presso l’Università di Belgrado, Facoltà di Filosofia. È stata curatrice e membro del Consiglio artistico della Lucida Gallery. È uno dei fondatori e direttore di ART-ZOOM, associazione per lo sviluppo e la promozione delle arti visive contemporanee. Vive a Belgrado, in Serbia.
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