Nel panorama culturale milanese ha recentemente inaugurato un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea, ma con un punto di vista inedito. Si chiama eastcontemporary: si affaccia su via Luigi Pecchio 3, ed è dedicato a promuovere artisti dell’est Europa, inaugurando una riflessione culturale che sfida la dialettica occidente-non occidente. Contribuendo a ridefinire la nozione di storia dell’arte, le galleriste Julia Korzycka and Agnieszka Fąferek ci fanno ragionare su inclusività e nuove narrazioni. La storia è animata da una pluralità di voci che, mai come oggi, dobbiamo ascoltare e conoscere, creando sinergie transnazionali.
Come hanno raccontato le galleriste, Eastcontemporary sviluppa un programma curatoriale: Odds against tomorrow, nato durante il tempo congelato del lockdown. Dispiegando e interpretando lo scritto di Robert Smithson, A tour of the Monument of the Passaic, il progetto prevede la realizzazione di mostre ed eventi, intentando un dialogo con artisti la cui ricerca è incentrata sul tema del futuro, sempre incerto, soprattutto oggi. Lo scopo è creare uno spazio con una propria narratività. Per questo, le mostre che seguiranno si sviluppano attorno a un’unica storia di cui tutti possiamo condividere le tematiche: cos’è il futuro in un periodo storico in cui tutto si è fermato?
The Future in Reverse è la prima mostra del progetto, visitabile fino all’1 novembre 2020. Negli spazi di eastcontemporary dialogano, per la prima volta, Agata Ingarden e Agnieszka Polska, due artiste di origine Polacca. Utilizzando media diversi, come installazioni, sculture e video, la loro ricerca ci parla di mitologie, metafisica e linearità del tempo.
Agata Ingarden presenta tre installazioni. Lucy (2018) è una struttura in metallo da cui pende quello che ci sembra un cuore nero. È caramello, zucchero carbonizzato, che lentamente si scioglie riempiendo gusci di ostrica. È una clessidra che misura il tempo in maniera irregolare, sottoposta all’entropia dello spazio. Ma è anche la manifestazione di un tempo diverso, quello geologico, che ora è sempre più accelerato, combaciando con il tempo dell’uomo. Le due temporalità trovano il loro connubio nell’opera. The Mirror 2 è formata da due sculture realizzate con schiuma acustica, sale e farfalle cristallizzate coperte con silicone. A cosa siamo di fronte? Relitti del passato oppure oggetti di un futuro distopico? Il sale, utilizzato da sempre per conservare il cibo, concorre ora a conservare la schiuma acustica e le farfalle che metaforicamente trattengono le voci del passato. E quindi, historia magistra vitae?
Progettiamo il futuro pensando (e guardando) al passato, così le icone dell’arte e i monumenti ci parlano di ciò che è stato, come monito per farci costruire ciò che sarà. Ora l’arte riflette su quanto verrà, guardando al presente, ma gli spettri del passato continuano a parlarci. Così in Future Days (2013), Agnieszka Polska, ci mette di fronte ad artisti di un altro tempo, ma in una maniera particolare. I suoi personaggi hanno volti impassibili simili a maschere, con occhi vuoti, e sono anche parecchio inquietanti. Si trovano in un Eden, costretti ogni giorno a vivere la stessa vita, anzi, la stessa eternità. Sono bloccati in un mondo immobile che rispecchia la nostra condizione. Il video è il risultato di una residenza d’artista: Agnieszka Polska, confrontandosi con una situazione di isolamento, mette in scena ciò che tutti noi abbiamo vissuto, cioè uno spazio e un tempo in cui nulla cambia.
Gli artisti vagano senza meta, anzi hanno dimenticato ciò che stavano cercando, arrivando anche a chiedersi se stessero cercando qualcosa. Capiamo allora che i maestri del passato non sono presentati come exempla a cui ispirarci, ma trattati con humor e ironia. Abbiamo ereditato dalla postmodernità la fine della fede nel progresso e una concezione frammentata del tempo, ideali che si sono concretizzati nei tempi recenti. Parliamo ora di futuro in un momento in cui il futuro è più incerto che mai. Tutto è instabile, dai contorni sbiaditi. Abbiamo vissuto, e viviamo, in un tempo che ci è stato sottratto, non ne siamo più padroni, o forse non lo siamo mai stati. Con la sua mission, Eastcontemporary propone una ventata d’aria fresca nella città di Milano, mettendo in discussione ideologie e costrutti troppo radicati nella nostra società. Incoraggia pratiche artistiche nuove, incentrate su tematiche che tutti possiamo esperire: da un lato vengono messi in luce aspetti della vita cui tutti ci siamo ritrovati a far fronte, dall’altro cerca di stimolare coscienza critica e assunzione di più punti di vista.
Alessandra Sebastiano
Info
Agata Ingarden e Agnieszka Polska. The Future in Reverse
30.09.2020 – 1.11.2020
eastcontemporary
Via Luigi Pecchio 3, Milano.
eastcontemporary cofounders, Julia Korzycka and Agnieszka Fąferek
The Future in Reverse, Installation view, courtesy of eastcontemporary and the artist, Milan, 2020
Agata Ingarden, Lucy, 2018, painted metal, oysters shells, carbonized sugar, 120 x 80 x 90 cm, courtesy of eastcontemporary and the artist, The Future in Reverse, Milan, 2020.
Laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera in Valorizzazione dei Beni Culturali con una tesi sul rapporto tra arte e assenza della vista, frequenta ora il corso di diploma accademico di II livello in Visual Cultures e Pratiche Curatoriali. Accumulando esperienza grazie alla collaborazione con varie realtà come istituzioni museali, F.A.I., attività accademiche, è interessata all’ambito del giornalismo culturale e persegue la volontà di indagare l’arte contemporanea in tutte le sue forme.
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