Fin dagli anni Ottanta, Ericka Beckman (New York, 1951, vive a New York) è stata considerata una pioniera nell’uso del video inteso come rielaborazione elettronica e interazione virtuale, tanto è vero che un articolo su questa autrice è stato pubblicato già nel n 41/apr 1989 di Juliet art magazine, a firma di Heiner Nine.
La mostra “Fair Game”alla Kestner Gesellschaft presenta l’installazione multimediale animata “Nanotech Players” (1989) e due film che hanno un ruolo centrale nel suo lavoro: “Nanotech Players” (1983) e la sua ultima fatica, “Reach Capacity” (2020), che sarà proiettato per la prima volta in Germania.
Questi due documenti degli anni Ottanta, pur a tanti anni di distanza, parlano di un argomento attuale, quale l’uso del gioco come mezzo per aggirare le strutture e i sistemi di controllo della società capitalista e patriarcale.
La realizzazione di “You the Better” si basa sull’estetica visiva e musicale di un programma per bambini a basso costo degli anni Ottanta e fonde lo spirito di competizione dello sport con il gioco d’azzardo. Per la maggior parte del film, un gruppo di giocatori in uniforme gioca e si muove in una stanza nera secondo regole poco chiare. L’avversario è il capitale spersonalizzato che continuamente supera in astuzia i giocatori. In questo modo, le strategie vincenti diventano rapidamente strategie perdenti. Alla fine, sorgono due domande: chi ha vinto la partita per primo? un sistema dominante può essere superato in astuzia?
L’installazione video-performativa “Reach Capacity” è stata realizzata in due parti, nel 2019 e nel 2020, come reazione all’esplosione del mercato immobiliare di New York, e a seguito del quale l’autrice ha dovuto lasciare il suo appartamento di Lower Manhattan perché è stato demolito per un progetto di speculazione edilizia. Nella prima parte del film, la febbre dell’edilizia sembra essere inarrestabile. I commercianti in tute blu investono costantemente in nuovi edifici. Nella seconda parte del film, lo schermo si inclina di 180 gradi. L’attenzione ora è sui lavoratori che ostacolano il gioco capitalista e alla fine lo trasformano in giustizia sociale.
Durante la sua fase di ricerca e definizione della struttura di “Reach Capacity” Beckman si è immersa nella storia di quello che è probabilmente il gioco da tavolo più famoso: Monopoly. Ma un gioco è un gioco, mentre la vita reale delle persone è tutt’altra cosa e nella vita reale entrano in gioco gli equilibri familiari e sociali, gli attriti e le rivalse, la possibilità del fallimento, di ammalarsi, di perdere qualsiasi credito, il tutto per una insana ingordigia o per una ottusa volontà di sopraffazione.
Le opere di Ericka Beckman si possono trovare negli archivi di tutto il mondo, tra cui ricordiamo: Anthology Film Archives, New York; L’ampio, Los Angeles; Centre Pompidou, Parigi; British Film Institute, Londra; Wexner Center for the Arts, Columbus; Whitney Museum of American Art, New York; Kunsthalle Berna; Metropolitan Museum, New York; Walker Art Center, Minneapolis; MoMa, New York.
La mostra, curata da Julika Bosch, è stata realizzata in collaborazione con il M Museum di Lovanio, in Belgio. Il catalogo è prodotto da Mousse Publishing, con testi di Marie de Brugerolle, Valerie Verhack e Marc Cutler.
Bruno Sain
Info:
Ericka Beckman, Fair Game
12/09/2021 – 9/01/2022
Kestner Gesellschaft
Goseriede
11
30159 Hannover
tel: 0511 70120 0
e-mail: kestner@kestnergesellschaft.de
www.kestnergesellschaft.de
Ericka Beckman, You the Better, 1983, 16mm transferred to digital, single-channel, color, sound. TRT: 31 min., 57 sec. Courtesy of the artist and Philip Martin Gallery, Los Angeles
Ericka Beckman, Nanotech Players 1-5, 1989, Archival pigment prints, mounted and framed, 5-part, with audio, 40 x 60 in (4 parts) and 60 x 40 in (1 part), 101.6 x 152.4 cm (4 parts) and 152.4 x 101.6 cm (1 part). Courtesy of the artist and Philip Martin Gallery, Los Angeles
Ericka Beckman, Reach Capacity, 2020, single-channel video, color, sound, single- projection/screen. TRT: 12 min., 54 sec. Courtesy of the artist and Philip Martin Gallery, Los Angeles
is a contemporary art magazine since 1980
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