Fino al 5 ottobre 2024 sarà possibile visitare “Etereo”, mostra personale di Olga Lepri (Mosca, 1997), presso il Museo Archeologico Calatia di Maddaloni, in provincia di Caserta, a cura di Maria Giuseppa De Filippo. La mostra presenta, nella storica cornice dell’edificio rinascimentale, una selezione di opere su carta e tela realizzate tra il 2018 e il 2024. Il titolo è ripreso da una delle serie esposte, nonché da un certo tipo di linguaggio filosofico, tra indagine scientifica ed esoterismo, a cui la mostra attinge.
Nella serie “Corpi onirici” (2019) convergono la tecnica del disegno e il gesto pittorico. Le figure umane sono rappresentate come studi anatomici, realizzate con la grafite e private di connotazioni culturali, ponendo così ulteriormente in risalto la fisicità dei corpi; la connotazione “onirica” è conferita dalle pennellate di colore che creano paesaggi mentali in cui l’individuo è come sospeso tra spirito e materia. L’essere umano è al centro di tutte le opere presenti in “Etereo”, ora in maniera più evidente, ora più dissimulata; tale centralità appare essere il leitmotiv della ricerca di Lepri, particolarmente puntuale rispetto al sito scelto per l’esposizione, considerata l’inclinazione pittorica di matrice manierista. Coeva di “Corpi onirici” è la serie “Mercati”, in cui persiste un approccio narrativo; i personaggi sono colti mentre compiono azioni quotidiane e terrene, riportando così il fruitore a una dimensione all’apparenza tangibile, dietro cui, talvolta, si possono individuare tracce di panismo, come si può osservare in “Smistatore di granchi” (2018) e “Al lago” (2019), in cui avviene una fusione tra l’uomo e l’animale, tra l’uomo e il paesaggio naturale. Questa tensione panica è insita anche nell’opera più recente titolata “Caduta” (2024), dalla quale si può evincere un’evoluzione nella tecnica pittorica dell’artista e in cui la figura organica, simile a un mollusco, è data dall’insieme di corpi in movimento.
Su un’unica parete del museo sono presenti trentadue lavori su carta tra disegni e dipinti di piccolo formato, alcuni dei quali sono stati concepiti come studi delle opere stesse. La scelta allestitiva è dettata principalmente da due ragioni: la prima, più evidente, è il rimando alla storica modalità di allestimento delle collezioni d’arte prima dell’avvento del white cube; la seconda deriva dall’approccio decostruttivista di Olga Lepri nella creazione dei suoi lavori. La riduzione ai minimi termini e la scomposizione del soggetto sono alla base di un processo analitico che precede l’opera, successivamente restituita come risultato composito. Tenuto conto di queste premesse, l’osservatore si ritrova a poter leggere l’operazione partendo dai disegni centrali per giungere a quelli più periferici, o viceversa.
Tra i nuclei tematici principali trova spazio quello della cecità, attraverso la serie dal titolo omonimo. Si tratta di una riflessione sulla propriocezione in cui l’artista cerca un superamento della rappresentazione canonica del cieco, mettendo in risalto la condizione dell’essere senza vedere come presenza che risiede, si muove e si orienta nel mondo attraverso l’uso degli altri sensi. Le quattro opere della serie procedono secondo un ordine in cui l’umano non si manifesta all’istante, bensì si delinea via via a partire da una massa informe, che via via viene plasmata fino a diventare figura. Riguardo questo aspetto, nel testo critico che accompagna l’esposizione, la curatrice De Filippo scrive: «Le opere in mostra si propongono come traccia residuale di un passaggio dallo stato incorporeo a quello grafico come epifanie di segni, che nella loro apparizione consentono una prospettiva inedita di elementi come il corpo, che, immaginato in una nuova condizione, si considera nel suo meccanismo di propriocezione».
Valeria De Siero
Info:
Olga Lepri. “Etèreo”
7/09 – 05/10/2024
a cura di Maria Giuseppa De Filippo
Museo Archeologico di Calatia
Via Caudina 353, Maddaloni (CE)
www.museoarcheologicocalatia.beniculturali.it
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