Data / Ora
Date(s) - 12/02/2022 - 12/03/2022
11:00 am - 7:15 pm
Luogo
Galleria Centometriquadri Arte contemporanea
Categorie
La galleria Centometriquadri Arte Contemporanea è lieta di annunciare l’apertura, il giorno 12 febbraio 2022 alle ore 11, della mostra personale ζωγραφογονία (Zografogonia) di Enzo Palumbo, a cura di Marco Izzolino.
ζωγραφογονία (Zografogonia) è una parola composita, formata dall’unione del termine greco antico ζωγραφία (zografía) “pittura”, con γονή (gené) “generazione”. Letteralmente starebbe a significare “ciò che è generato dalla pittura”. L’invenzione di un neologismo diventa il punto d’origine di un abito linguistico per una forma di pensiero che si è sviluppata tutta dentro il processo pittorico, prescindendo totalmente da una sua eventuale traduzione verbale.
L’ultima produzione pittorica di Enzo Palumbo stimola alla riflessione in due direzioni. Da un lato sulla possibilità offerta dalla pittura di generare entità poliedriche in grado di contenere e manifestare contemporaneamente su di sé caratteristiche anche in completa opposizione. Dall’altro lato su quanto un linguaggio pittorico così fluido e poliedrico sia la perfetta espressione di un territorio culturalmente stratificato come quello campano, dove ogni segno, ogni simbolo, oltre al suo significato manifesto contiene allo stesso tempo tanti e diversi significati quiescenti.
Nelle opere di questa mostra Enzo Palumbo dà vita ad un catalogo di personaggi immaginari che uniscono in sé categorie opposte, e che possono vivere solo all’interno della ricerca pittorica, tra sperimentazioni di pigmenti, cromatismi e sfumature inconsueti. Si tratta di una sorta di “bestiario” di figure immaginarie, impossibili per la realtà concreta, ma che diventano reali nel mondo della rappresentazione pittorica: figure che uniscono all’inerzia del geologico la vitalità del biologico, al formale l’informale (conforme ed informe), al concreto l’astratto, alla invenzione formale l’archetipico. Un genus di personaggi fantastici in grado tutti di contenere categorie opposte tra loro e che emergono da un (sotto)fondo cromatico ricercato – strutturato e stratificato – in cui ogni colore è stato scelto per la sua capacità di contenere anche il suo complementare.
Ma ciò che è “generativo” in queste opere è anche l’evidenza di un linguaggio pittorico del territorio che Palumbo ha trasferito a più di una generazione di artisti nella sua attività di docente di pittura all’Accademia di belle Arti di Napoli. Il suo “discorso” fluido e stratificato, dentro e attraverso la pittura, è diventato nel tempo una trama sulla quale tanti giovani artisti a cui ha insegnato hanno poi costruito il proprio discorso espressivo personale. Spesso il potere attrattivo determinato dalla diffusione e dal successo di matrici espressive che provengono da artisti internazionali ci fa dimenticare del valore connettivo di questa trama linguistica territoriale, senza la quale, le innovazioni offerte dagli artisti estranei al nostro contesto culturale non potrebbero essere assimilate e trasformate in “discorso”.
Enzo Palumbo è uno di quegli artisti che, attraverso la propria ricerca e la propria attività didattica, ha scelto di dedicarsi al territorio, affinché questo avesse una propria voce, un proprio linguaggio artistico assimilativo, capace di assorbire il nuovo e “l’estraneo”.
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