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L’esperienza del laboratorio di Monte Olimpino: ci...

L’esperienza del laboratorio di Monte Olimpino: cinema come ricerca

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Data / Ora
Date(s) - 01/09/2023 - 11/09/2023
3:30 pm - 10:30 pm

Luogo
Centro per la Cultura

Categorie


Esposizione dei film realizzati tra il 1962 e il 1972, su iniziativa di Bruno Munari e Marcello Piccardo, dallo Studio di Monte Olimpino, Laboratorio di cinema di ricerca, nella località omonima, vicino a Como.

Nel quadro della conferenza internazionale PEA Pedagogy Ecology and the Arts www.peaconference.org
A cura di Andrea Piccardo e Nazario Zambaldi

“Sulla collina di Monte Olimpino, negli anni fra il 1962 e il 1972, con Bruno Munari e i miei cinque figli, ci siamo reinventato il cinema (come produrre realizzare e distribuire un film), e finalmente abbiamo scoperto il cinema fatto dai bambini.” (Marcello Piccardo, La collina del cinema, Nodo Libri, 1992)

Bruno Munari e Marcello Piccardo animano per circa dieci anni lo Studio di Monte Olimpino (vicino a Como) un luogo distintivo della ricerca cinematografica in Italia. Creano e sperimentano un innovativo rapporto con il cinema, inteso non più solo strumento di spettacolo e divulgazione, ma anche come strumento di ricerca, capace di fornire informazioni inaspettate sia sull’oggetto profilmico, sia sul mezzo stesso. In questo periodo lo Studio produce e realizza una cinquantina di film quasi tutti molto brevi e un lungometraggio conclusivo, suddivisibili in due gruppi: film di ricerca e film d’informazione pubblicitaria.

“Era un cinema non campato soltanto nell’aria dell’immaginazione, ma attaccato anche a fatti di terra.”
“Un cinema agile, capace di andare di qua e di là ma di stare anche lì, aperto alla nostra curiosità dal primo all’ultimo gesto e anche in là, dove il lavoro non era su nomi di fasi chiuse, ma su operazioni da inventare facendole lì per lì. Veniva naturale chiamarlo cinema di ricerca.”
(Marcello Piccardo, La collina del cinema, Nodo Libri, 1992)

Lo Studio di Monte Olimpino ha sviluppato una metodologia unica. All’inizio si sapeva solo che il film sarebbe stato costituito da una serie di immagini in movimento che prima non c’erano; non si sapeva come e che cosa ne sarebbe macchina, via via fino all’ultimo degli aiuti tecnici (contribuisce comunque sempre al cinema fatto). Il film di ricerca è fatto dall’autore del montaggio, che dà una definizione a tutto il lavoro precedente, concentrando nei minuti di ciascun
film le sue intime volontà rispetto, e con rispetto, al lavoro precedente che gli consente quelle scelte: ma sono radicalmente sue. L’autore del montaggio del cinema di ricerca ha un potenziale infinito di possibili film di ricerca diversi e ne estrarrà uno solo: il suo.

Marcello Piccardo (1914-1999) si trasferisce negli anni Trenta da Genova a Monte Olimpino vicino a Como, custodendo nel periodo dei bombardamenti i quadri dei pittori astratti di Milano. Nel 1945 comincia ad occuparsi di cinema di animazione per passare poi, nel 1950 alla RAI, alla televisione. Nel 1956 viene espulso
dalla RAI insieme ad altri intellettuali come Umberto Eco e Gianni Vattimo con l’accusa di comunismo. Tra gli anni Sessanta e Settanta apre un laboratorio sperimentale di cinematografia in cui confluiscono intellettuali e artisti come Lucio Fontana, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Mario Soldati.
Bruno Munari (1907-1998) è stato uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell’espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul
tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell’infanzia attraverso il gioco.


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