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Date(s) - 23/12/2023
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23/12/23 – 23/01/24
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A cura di Benedetta Monti
Con: Sebastian Contreras, Matteo Costanzo, Flavia Carolina D’Alessandro, Flora Deborah, Devin Kovach, Tamara Marino e Simon Troger, Giorgia Mascitti, Giuseppe Mongiello, Roberto Orlando e Margherita Pedrotta, Carola Spina.
Il secondo appuntamento espositivo sulla piattaforma OnlyFans del programma OMAR apre il 23 Dicembre 2023 e verte su alcune delle declinazioni associate in modo diretto e indiretto alla dimensione del Portale e della Soglia. In esposizione gli artisti che appartengono alla struttura di OMAR (Sebastian Contreras, Matteo Costanzo, Flavia Carolina D’Alessandro, Devin Kovach, Tamara Marino, Giorgia Mascitti, Giuseppe Mongiello, Roberto Orlando) ai quali si aggiungono Simon Troger, nella collaborazione con Marino e Margherita Pedrotta con Orlando, e due artiste selezionate dalla curatrice: Flora Deborah e Carola Spina.
Come fantasmi uniti in un sogno prende spunto dalla seguente poesia scritta a Venezia da Nietzsche tra il 1888 e il 1889:
Me ne stavo su quel ponte
in una notte scura,
del tempo che fu.
Di lontano giungeva un canto
e mirando lo specchio tremante delle acque
mi sembrava
che gocce d’oro vi cadessero sopra.
Gondole, luci, musica –
scivolavano sulle onde
nel tardo crepuscolo
come fantasmi uniti in un sogno.
La mia anima
divenne quasi una lira,
e come toccata da una mano invisibile,
si cantò in silenzio
un’arietta da gondolieri
un’arietta vibrante di dolce serenità.
-vi fu mai chi l’ascoltò?
Nel testo il filosofo tedesco descrive la sospensione dell’anima di fronte all’esperienza di accedere a una realtà vista mediante un filtro diverso, quello dello specchio creato dalla superficie dell’acqua di Venezia – la quale ha esercitato un fascino imperante sull’immaginario romantico e post-romantico. Una città a-temporale, realizzata e inattuabile, dove l’architettura solida si sposa con la fluidità liquida che l’attraversa. Nietzsche viene affascinato da un portale specchiante nei momenti che seguono il tramonto, e scrive da un luogo preciso: un terzo luogo, come descritto da Georg Simmel in Brücke und Tür (1909). Terzo luogo, il ponte, in quanto collegamento architettonico ed esplicito che implica un tempo di percorso tra due zone che grazie a esso diventano visibilmente e fisicamente unite e allo stesso tempo, e modalità, divise. Simmel definisce anche il ruolo della porta, che delimita uno spazio e la sua continuazione, creando separazione tra un esterno e un interno. In questi testi appare la traduzione della dimensione della soglia, dalla connotazione architettonica alla definizione concettuale, come attraversamento da – a, unione e separazione, limite e possibilità. Allo stesso modo Come fantasmi uniti in un sogno si impone l’obiettivo di accarezzare questa sfaccettata tematica nelle singole operazioni artistiche. Gli artisti hanno creato opere-portali, impiegando metafore visive per invitare gli spettatori in spazi liminali di contemplazione e individuando nella connotata simbologia legata al portale lo stesso
paradosso che Simmel aveva evidenziato nelle strutture formali citate: insieme vincolo e liberazione, ostacolo e varco. Si trovano echi di questi concetti nel lavoro How Not To Be Seen: A Fucking Didactic Educational .MOV File, 2013, di Hito Steyerl, dove l’artista omaggia l’omonimo video dei Monty Python e crea un’ambientazione ludico-riflessiva che sfida la percezione della visibilità e dell’invisibilità nell’era della sorveglianza. Ugualmente in Cynthia, alter ego di ShanaMoulton, che in Whispering Pines, 2018, costruisce un universo domestico surreale e introspettivo che funge da portale per la psiche. E ancora in Genital Panik, 1969, di Valie Export, quando l’artista ha generato un ‘panico genitale’ entrando in un cinema sperimentale con una mitragliatrice in mano e i pantaloni stracciati a triangolo ad altezza zip. Gli artisti in mostra operano con l’idea di dare corpo a una dimensione nuova nella quale i singoli interventi raggiungono la loro finalità passando attraverso l’esagerazione, la critica, il paradosso, l’immaginario fantastico, la distorsione del reale, la narrazione pleonastica e lo slittamento di significato.
Testo di Benedetta Monti
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