READING

AA.VV. D’ubertà celata s’approda

AA.VV. D’ubertà celata s’approda

Sto caricando la mappa ....

Data / Ora
Date(s) - 29/06/2024
11:00 am - 6:00 pm

Luogo
Scuola Grande San Teodoro

Categorie


D’UBERTÀ CELATA S’APPRODA

A cura di Barbara Caterbetti

Scuola Grande San Teodoro, Campo San Salvador 4810, 30124 Venezia

Apertura sabato 29 giungo ore 11.00

Chiusura domenica 7 luglio ore 18.00

Vernissage sabato 29 giungo ore 11.00 – 18.00

ARTISTI

Ado Brandimarte

Alessandro Di Sera

Simone Doria

Nicola Farina

Adinda Putri Palma

Filippo Sbrancia

Paola Tassetti

Venezia 15/06/2024 – L’associazione culturale Ipsumars di Montecassiano è lieta di presentare, sabato 29 giugno 2024, dalle ore 11:00 alle ore 18:00, presso la Scuola Grande San Teodoro di Venezia, la mostra collettiva di artisti contemporanei marchigiani, “D’ubertà celata s’approda”, con le opere di Ado Brandimarte, Simone Doria e Filippo Sbrancia in rappresentanza dello spazio indipendente Officine Brandimarte, Alessandro Di Sera in rappresentanza dell’associazione artistica Lou Capanneau e Nicola Farina, Adinda Putri Palma, Paola Tassetti, a cura di Barbara Caterbetti.

L’arte visibile in questa collettiva accosta la natura con l’artificio, partecipa attivamente al dibattito culturale delle Marche, che essendo al plurale già allude al molteplice, come paradigma sentimentale da dove salpare per poi sbarcare dappertutto.

Il titolo della mostra si ispira alla lirica di Giosuè Carducci, composta in occasione del primo centenario della nascita di Giacomo Leopardi, che descrisse la nostra terra magnifica, nel lontano 1898, come…

«Benedetta da Dio di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono».

Lo scopo principale dell’iniziativa è quello di costruire un modello semiotico per la valorizzazione delle opere d’arte che prendono forma e luce nell’abitare la regione Marche, anche nei preziosi contesti associativi artistici, per poi “approdare” in altri spazi espositivi.
Quella associativa vuole essere un tipo umanistico di vocazione alla contaminazione creativa dove il senso dell’esperienza risiede dunque nella riscoperta del valore più antico, quasi filologico, di uno spazio concepito come “il luogo delle Muse”: un terreno di incontro, di scambio, di aggregazione, un centro di ricerca, di contaminazione fra saperi e idee, nella riscoperta di un rito collettivo laico che può essere – fra gli altri – anche l’esperienza stessa.
Sulla scorta di questa consapevolezza il progetto ha alla base un’intrigante operazione di compenetrazione di codici, d’integrazione di segni, di commistione di linguaggi propri sia delle arti performative sia delle arti figurative per creare una moltiplicazione di significati, di suggestioni, di prospettive sulle opere degli artisti; scorci inediti, creativi, personali che avanzino ipotesi e stimolino riflessioni attraverso linguaggi contemporanei.
L’arte in provincia gioca un ruolo cruciale nella comunità, contribuendo a rafforzare il tessuto sociale e a promuovere il patrimonio culturale regionale. Il valore dell’operare degli artisti contemporanei che espongono in questa mostra risiede non solo nella qualità intrinseca delle loro opere, ma anche nella loro capacità di rappresentare le diversità culturali.

In definitiva, la terra, considerata attraverso una lente filosofica e aulica, è il nodo centrale che emerge come una realtà complessa e poliedrica. Essa è l’origine e la destinazione, il luogo dell’essere e del divenire, un simbolo eterno di vita, di crescita e di appartenenza.

La curatrice racconta:

“L’ubertà, la ricchezza, la fertilità e la generosità della regione Marche risuonano e si rendono visibili come un grande e naturale giardino all’italiana dolce, sereno, a volte patetico, lucido e privo di punte, invadendo le menti degli artisti che guardano il paesaggio non solo con gli occhi, ma respirandolo con tutto il corpo.
In mostra c’è l’opera che approda ovunque con la sua fertilità e che, durante il suo peregrinare, è percepita e desiderata, in attesa di essere fruita e rivelata.
(…)

Non a caso è stata scelta Venezia come cornice espositiva, archetipo ineguagliabile di crocevia di genti e di culture, sospesa tra cielo e mare, custode di innumerevoli arcane saggezze e sublime musa dei più eletti spiriti che con le sue vie d’acqua, che riflettono i sogni più arditi, ci invita a un viaggio introspettivo alla scoperta delle verità più recondite dell’animo umano.

Gli artisti marchigiani vivono sulla terra dei monasteri, dei piccoli borghi, fiamme sparse, celate, da ricercare e contemplare, in cui le opere, complementi per menti raffinate, trovano una collocazione. Nella retorica classica il nascondimento offre la possibilità di esplorare temi complessi legati alla percezione, all’identità e alla comunicazione visiva, assumendo una dimensione intrigante e poliedrica, dando vita a riflessioni che esplorano le tematiche della visibilità e dell’invisibilità, del valore della presenza e dell’assenza.
Le opere selezionate per questa esposizione scandagliano il concetto di “abitare la terra”, la portatrice silenziosa di tutte le cose, elemento che possiede un significato profondo e stratificato, radicato in molteplici dimensioni filosofiche e di appartenenza. È l’arcaico grembo materno, la Magna Mater che nutre e accoglie; rappresenta il substrato essenziale da cui tutto ciò che esiste trae origine e sostentamento.
La terra è quindi il mistero inesauribile, l’invisibile che sostiene il visibile, una forza silente che nutre e regge l’intero edificio del mondo sensibile.
La terra è anche emblema di appartenenza. Per l’essere umano, essa non è solo un’entità inerte da cui trarre risorse, sfruttandola e disossandola con placata e connivente indifferenza acquisita e banalizzata, ma uno spazio sacro d’identità, di tradizioni e di memoria da ritrovare e da rivelare. Ogni zolla di terra è intrisa di storie, di vissuti che si intrecciano nel tessuto della comunità. È la vita activa, il sostrato sul quale si edificano le civiltà e si dispiegano le vicende umane. In essa si ritrova la fusione di natura e di cultura, un palinsesto di memorie e d’identità (…)”.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue che è possibile visitare a questo link

https://www.sfogliami.it/fl/298226/n557345d499f6d7fkyhgbdsyupyg

Con il patrocinio della Regione Marche

Si ringrazianoLA PASTA DI ALDO, MEDICENTER, TORRESI & ASSOCIATI studio commerciale, MOMIHOUSE, FTA ADVISORS s.r.l., C.F.L. s.r.l.

SCHEDA TECNICA
Titolo: D’ubertà celata s’approda
Curatrice: Barbara Caterbetti
Artisti: Ado Brandimarte, Simone Doria e Filippo Sbrancia in rappresentanza dello spazio indipendente Officine Brandimarte; Alessandro Di Sera in rappresentanza dell’associazione artistica Lou Capanneau; Nicola Farina, Adinda Putri Palma e Paola Tassetti.
Luogo: Scuola Grande San Teodoro, Campo San Salvador 4810, 30124 Venezia
Date: dal 29 giugno 2024 al 07 luglio 2024
Inaugurazione: sabato 29 giugno 2024 ore 11.00
ingresso gratuito

Informazioni di contatto:

Ipsumars, associazione culturale, Montecassiano (Mc)
Sito: ipsumars.it
Mail: barbaracaterbetti@ipsumars.it
Social: FB: @ipsumars, @barbaracaterbetti | IG: ipsumars, barbara_caterbetti


Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.