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ANADRAMMI, nel segno della rappresentazione

ANADRAMMI, nel segno della rappresentazione

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Data / Ora
Date(s) - 09/09/2023 - 24/09/2023
6:00 pm - 8:30 pm

Luogo
ranarossa 3.0

Categorie


S’ispira al tema proposto quest’anno dal Festivalfilosofia , ‘parola’, la collettiva che inaugurerà il 9 settembre alle 18,30 negli spazi della galleria Ranarossa 3.0, in via Montevecchio, a Modena. Il progetto si identifica nella condivisa creazione di in un neologismo, ‘Anadramma’, sulla cui essenza resta fortemente ancorato il lavoro di ciascuno dei 7 artisti che vi sono impegnati:

Marco Lombardo, Alessandro Monti, Ersilia Sarrecchia, Demis Savignano, Alberto Zecchini, Gaetano Tommasi, Cetti Tumminia.

La parola che connota il percorso espositivo, nasce dalla fusione tra anagramma (dal Greco ‘anà’ (sopra) e ‘gramma’ (lettera) e la lettura letterale del termine dramma, sempre dal Greco ‘drama’, azione, che ha assunto il significato di ‘qualsiasi componimento destinato alla rappresentazione’. Nel titolo della mostra, il nuovo termine è declinato al plurale, poiché il lavoro ha alla propria base una volontà collettiva: attribuire all’arte unicamente il carattere di rappresentazione che le è proprio, sgravando il termine ‘dramma’ dagli schemi interpretativi più recenti che gli hanno attribuito un significato negativo e conflittuale. In realtà, com’è noto, una tragedia è un dramma, ovvero una rappresentazione, ma un dramma non deve necessariamente essere una tragedia. Giocando sulla parola, esattamente come si fa con gli anagrammi, gli artisti hanno seguito un filo interpretativo che riassume il principio che è la radice dell’arte: conoscere e comunicare la realtà tramite la pura rappresentazione.

L’arte è un linguaggio. Attraverso la mente creativa, l’immagine, il concetto, il messaggio prendono vita per mezzo di tecniche diverse, così come la parola si serve degli alfabeti, e divengono rappresentazione per essere comunicati al mondo. Sopra gli stereotipi e oltre le rigidità, il dramma è azione; e l’arte è quell’azione che, da sempre, mira alla traduzione universale della consapevolezza e va oltre il verbo.

Cristina Boschini


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