READING

Antonio Tamburro. Stanze dell’Anima

Antonio Tamburro. Stanze dell’Anima

Sto caricando la mappa ....

Data / Ora
Date(s) - 27/05/2021 - 30/06/2021
5:30 pm - 8:00 pm

Luogo
SESTO SENSO ART GALLERY

Categorie


Sesto Senso Art Gallery è lieta di inaugurare la mostra di Antonio Tamburro, Stanze dell’anima, giovedì 27 maggio 2021, ore 17.30. L’ingresso sarà contingentato in relazione alle norme anti COVID.

La stanza, il dimorare in un luogo ha sempre affascinato artisti, scrittori, registi e sceneggiatori. La rappresentazione di cosa si cela dietro la porta, dentro le quattro mura, il luogo in cui ci si spoglia, dove ci si veste, dove avviene la liturgia del pranzo, della cena, rivela infiniti  mondi interiori. Racchiude nostalgie, solitudini e nel contempo piaceri. Nel corso dei secoli, spesso per meticolosità descrittiva di un avvenimento biblico, storico, o solo come pretesto formale, la stanza è stata la protagonista dell’arte.  Pittori come Degas, Manet, dipinsero gli interni di case, con un linguaggio nuovo, sfrontato e intenso. Anche l’artista francese Pierre Bonnard raffigurò molte scene quotidiane, ma più che una trasposizione fedele dello spazio, nelle sue opere i luoghi appaiono trasfigurati, evocano ricordi. Al contempo l’artista An tonio Tamburro si è soffermato con la sua pittura al mondo interiore della stanza, quasi un pretesto per raccontare plurimi stati d’animo. I suoi Caffè con tavolini e figure nostalgiche, dove il fumo della sigaretta quasi fuoriesce dalla tela; oppure stanze senza pareti, senza         oggetti, destrutturate, dove il colore fa da protagonista indiscusso e contribuisce a rendere lo spazio indeterminato. I suoi dipinti: flash-back continui. Camere dominate dal colore, senza  pavimenti, senza mura, con la presenza di ombre e figure appena accennate. Dinanzi ai suoi quadri non si ha quasi mai la percezione di vedere lo svolgersi di una scena quotidiana, ma la proiezione di disposizioni d’animo. Nel dipinto in mostra Morning light, l’artista ci fa entrare nel cuore delle sue stanze: <<Una donna assopita nella luce del mattino è adagiata delicatamente su di uno sgabello indefinito, accanto ad un tavolo su cui poggia una natura morta scomposta, in sintonia con le pennellate frenetiche e pluridirezionali. Un interno indistinto, ma carico di significato. La figura assorta ha la parte destra del corpo scoperta, una  trapunta è adagiata delicatamente sulla spalla e si dirama all’interno dello spazio: un momento d’intimità sospeso nel tempo. I colori sono intensificati: un caldo arancione tendente al rosso come sfondo, il verde della trapunta a strisce bianche e grigie, il blu della veste della donna rievocano i colori e alcuni motivi orientali – arabescati dei dipinti di Henry Matisse: La desserte rouge del 1908 (Hermitage, San Pietroburgo), Interno con melanzane del 1911 (Musée Des Beaux-Arts di Grenoble). Espressione e tecnica pittorica coincidono perfettamente. Tamburro, abile colorista evoca spazi interiori, anche se i suoi temi parlano della quotidianità. La tovaglia irregolare e il piano del tavolo vengono assorbiti dai colori circostanti, tutti gli oggetti presenti appaiono come in un sogno, un ricordo sbiadito>>.

Nel dipinto Luci e ombre il tempo si ferma, il senso di straniamento e isolamento dell’uomo moderno viene racchiuso in questa raffigurazione. Si ha pienamente la percezione della camera che separa l’uomo dall’ambiente in cui vive. Il silenzio è enfatizzato dallo sfondo cinereo e dal blu di Prussia, la parte inferiore del tavolino rosso centrale sembra essere assorbita dal colore in contrasto con la figura, la tazzina e la brocca perfettamente delineati. Una composizione essenziale, sintetica, magistralmente eseguita; come il netto contrasto tra la luce che illumina dall’alto la figura esaltandone il candore dell’incarnato e l’ombra sottostante che sembra risucchiare la figura dal basso. La donna sembra essere spiata dal l’artista, il suo volto è pensoso, proiettato altrove. L’incertezza che aleggia e una pulsante presenza erotica richiama alla mente l’opera: Thérèse rêvant, 1938 (MET – New York ) di Balthus, uno dei grandi maestri dell’arte del XX sec. Il lessico di Tamburro rispetto a quello di Balthus riconduce costantemente al colore e le sue figure umane non sono mitizzate, asimmetriche, ma vivono in squarci di colore ed in pennellate molto più concrete e tangibili. La carica di silenzio e di sospensione erotica si percepisce in entrambe le opere.

Con il dipinto Eros l’artista ci porta all’interno di una stanza irreale, una dimensione astratta e figurativa. Accanto alla parete rossa un susseguirsi di forme che sembrano crollare costituiscono una sorta di muro angolare. Figure riprese in un momento di estasi sono poste al l’interno dello spazio in punti diversi. L’incomunicabilità e l’abbandono emergono dalla tela. I piani in cui il quadro si manifesta, danno spazio all’immaginazione e alla metafora. Lontano dalla realtà Tamburro dipinge seguendo il suo inconscio. Nulla è definitivo, tutto si muove insieme al suo pennello. La resa dell’atmosfera è rafforzata da una potente figurazione. Gli sfondi sono i veri protagonisti, grandi campiture di colore sono alternate a zone di colore avviluppato.

Oltre la soglia, una sequenza di quadri lirici e vibranti ci introducono nelle stanze: luoghi dell’anima.

Barbara Tamburro -Spiezia Maria Chiara

La mostra proseguirà fino al 30 giugno 2021.

Info

Sesto Senso Art Gallery , Via Margutta 43, 00187 – Roma www.sestosensoartgallery.net info@sestosensoartgallery.com

(0039) 3497075469

www.antoniotamburro.net info@antoniotamburro.net

 

 


Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.