Data / Ora
Date(s) - 21/12/2019 - 31/01/2020
7:00 pm - 10:30 pm
Luogo
Nola Colorificio 58
Categorie
Calarsi nel ventre della terra per riportare in superficie opere sepolte dal tempo, ovvero dall’uomo, non è una pratica nuova al mondo dell’arte: nel XV secolo furono molti gli artisti-speleologhi che letteralmente si scavarono la strada, come le talpe fiutano i tesori, per restituire al mondo le pitture murali della domus romana di Nerone, condannate all’oscurità sotto metri di terra. Gli oggetti distrattamente accumulati e dimenticati nella cantina di una vecchia officina vengono oggi riportati alla luce con lo stesso gesto ‘archeologico’ di molti secoli fa, in una mostra che propone le vestigia di quei ‘reperti tascabili’ che la storia ha svuotato dell’originaria funzione e che Colorificio 58 celebra nella loro disinteressata e apprezzabile bellezza. In un presente sempre più schiacciato su se stesso, ci dimentichiamo troppo facilmente che il senso delle cose trascende il loro aspetto pragmatico,attuale, e va spesso cercato nella natura subliminale delle cose stesse, cose in quanto tali.
Queste ora abitano un archivio di oggetti smarriti, ritrovati da chi scrutando negli strati del passato ‘senza distinguere tra piccoli e grandi avvenimenti, sa che nulla di quanto si è verificato nella storia va perduto, e questo vale soprattutto a favore delle piccole cose’, di quell’ assortimento eclettico, spontaneo e senza tempo, di quella piccola Wunderkammer che è nella cantina di ogni uomo.
Capita che quando quest’uomo sia dotato del laborioso ingegno d’artista, gli oggetti custoditi dall’umidità e dalla polvere dei nostri sotterranei assumano un significato che trascende l’utilizzo quotidiano e avviino nuove narrazioni, come opere pensose e familiari, rianimate dalla fiducia nella reinvenzione.
Vissuti e modificati dal rapporto con l’uomo, poi sviliti dalla sua dimenticanza di essi, ma ancora carichi di significati affettivi, gli oggetti di ‘dis-uso comune’ che la galleria Colorificio 58 presenta al pubblico vengono chiamati a raccolta come i frammenti di ricordi dispersi vengono richiamati alla memoria, e resi i soli portatori del messaggio artistico: non v’è azione autoriale che non sia quella che ricolloca i manufatti di umana fabbricazione in una nuova ordinata disposizione, e il colore che discretamente ne patina la superficie consente loro di scavalcare il confine dell’uso pratico e trasferirsi nel territorio dell’arte.
Entrando in galleria si ha la sensazione di trovarsi in una bottega di mestieri, dove la merce è esposta su mensole e scaffali e pronta per la vendita: pomate e brillantine, smalti e vernici, schampoo e corredi scolastici raccontano la loro storia nostalgica e svegliano il desiderio di rispolverare i nostri alberi genealogici. Ma la nostalgia è anche la reazione ad una attualissima crisi: se ci leghiamo con tanta forza a questo patrimonio di recenti ‘reliquie’ e vecchie cantine è forse perchè oggi non siamo più in grado di rinnovarlo davvero, perchè non possiamo lasciarlo sepolto sotto metri di terra se non sappiamo,e forse non possiamo, sostituirlo con uno attrettanto valido.
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